Il slaotto della Casa della pace a Milano

A Milano sorge la casa comune progettata da israeliani e palestinesi

Italia

di Nathan Greppi
Non capita tutti i giorni di vedere israeliani e palestinesi lavorare bene assieme a un progetto comune. Ma è a partire da una collaborazione di questo tipo che è stata progettata la Casa Comune, un appartamento che il 21 novembre verrà inaugurato in una palazzina di Via Arquà 10, nella zona nordest di Milano (quartiere NoLo). Come riporta anche il Corriere della Sera (edizione Milano), il progetto è frutto della collaborazione tra architetti israeliani e palestinesi: David Noah, Mahmoud Ashrawi, Talal Qaddura, Munir Halil.

Il progetto è stato ideato dall’imprenditore Luca Poggiaroni, capo di una società di comunicazione che di recente ha iniziato a spostarsi verso il campo immobiliare. Poggiaroni spiega a Mosaico: “ho un interesse verso il tema del dialogo interreligioso in quanto sono laureato in storia delle religioni. L’area di Via Padova, dove si trova la palazzina, è un’area difficile, con grandi problemi d’integrazione per quanto riguarda gli immigrati nordafricani e sudamericani. In questo senso la zona riproduce certe conflittualità tipiche dell’area mediorientale.”

“L’appartamento è molto piccolo, e quindi riproduce la situazione della piccola terra dove si trovano Israele e la Palestina.” Ha aggiunto che nel realizzare lo spazio sono stati utilizzati materiali specifici: la Pietra di Gerusalemme è stata utilizzata per rappresentare la terra a cui è ispirato: pietre originali provenienti sia da Israele che dalla Palestina sono state usate per crearne il pavimento. L’ulivo, albero tipico della regione e simbolo di pace, è presente in diversi punti della casa. Infine, il ferro e l’acciaio sono stati utilizzati per non dimenticare i decenni di convivenza conflittuale che hanno segnato la storia moderna mediorientale.

L’appartamento si trova vicino al Politecnico di Milano, e infatti servirà soprattutto a ospitare studenti universitari. E siccome i giovani sono il futuro, l’idea è quella di offrire loro uno spazio che sia anche un esempio concreto di convivenza tra i popoli.