“Non possiamo correre alcun rischio”: Israele cancella le cerimonie a causa degli incendi di Gerusalemme

Israele

di Pietro Baragiola

Nel pomeriggio di mercoledì 30 aprile numerosi incendi sono divampati all’interno della foresta di Eshtaol diffondendosi rapidamente lungo le colline di Gerusalemme e portando all’evacuazione di diverse comunità locali. Da Hamas è arrivato l’ordine di “Bruciare tutto, i boschi, le foreste, le case”

Ben 105 squadre di vigili del fuoco e 12 aerei antincendio sono intervenuti per combattere le fiamme e riportare la situazione sotto controllo ma la grande ondata di calore e i venti forti che hanno colpito il Paese in questi giorni hanno vanificato i loro sforzi.

La Route 1, l’autostrada principale tra Gerusalemme e Tel Aviv, e la Route 3 sono state chiuse dalla polizia che ha invitato la popolazione ad evitare le zone a rischio, concentrate maggiormente in cinque distretti: Neve Shalom, Beko’a, Mesilat Zion, Nahshon e Ta’oz.

Nelle ore seguenti il Ministero della Difesa ha diffuso un comunicato stampa, invitando ad evitare i cimiteri dell’area di Gerusalemme, poiché troppo vicini alle aree colpite, e presto quest’ordine è stato diffuso anche al resto del Paese portando alla cancellazione di numerosi eventi commemorativi del Giorno della Memoria (Yom Hazikaron)

 

Gli eventi cancellati

Le città israeliane che hanno aderito a cancellare i propri eventi includono Gerusalemme, Tel Aviv, Tel Ashqelon, Modiin, Beersheba, Mevaseret Zion, Lod, Ariel, Ma’ale Adumim, Kiryat Ono e molte altre.

Appena annunciato, l’ordine di evacuazione ha subito portato all’interruzione di una cerimonia commemorativa che si stava tenendo nel memoriale militare di Latrun. Le riprese dell’evacuazione del sito sono state diffuse in rete e mostrano il fumo e le fiamme che si avvicinavano ai carri armati presenti nella zona mentre in primo piano le numerose file di sedie di plastica allestite per la cerimonia vengono abbandonate in tutta fretta.

Persino il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi ha deciso di annullare la manifestazione prevista per mercoledì sera nella Piazza degli Ostaggi di Tel Aviv.

“Le famiglie degli ostaggi apprezzano molto l’intenzione di migliaia di persone di venire in piazza per stare al loro fianco, ma la sicurezza dei partecipanti viene prima di tuttoha affermato il portavoce del Forum sui profili social dell’organizzazione.

In queste ultime ore il Servizio antincendio e di soccorso israeliano, in coordinamento con il Ministero della Sicurezza nazionale, ha rilasciato un comunicato dichiarando che tutte le località del Paese hanno ricevuto istruzioni di cancellare qualsiasi evento che richieda la presenza di squadre antincendio: “questa decisione ha lo scopo di liberare forze per affrontare gli incendi, rafforzare le squadre antincendio nell’area di Gerusalemme e prepararsi a un peggioramento delle condizioni meteorologiche, secondo le previsioni.”

Quando è diventato chiaro che le condizioni sarebbero rimaste sfavorevoli, il Ministro dei Trasporti Miri Regev, che ogni anno supervisiona la cerimonia delle fiaccole del Giorno dell’Indipendenza, ha annunciato di aver deciso di cancellare l’evento.

 

Le fiaccole del Giorno dell’Indipendenza

La cerimonia annuale sul Monte Herzl è un evento cruciale nella storia di Israele e segna la transizione emotiva dal Giorno della Memoria (Yom Hazikaron) al Giorno dell’Indipendenza (Yom Hatzmauth)  dello Stato di Israele.

In questa occasione, ogni anno alcuni individui scelti hanno l’onore di rendere omaggio al Paese accendendo una delle 12 fiaccole della cerimonia.

La possibilità di annullare l’evento, che quest’anno commemora il suo 77° anno, è stata discussa per la prima volta martedì sera e gli organizzatori hanno convenuto che non sarebbe stato possibile procedere come previsto se i venti avessero raggiunto i 70 chilometri orari (45 mph), un valore che purtroppo è stato nettamente superato nelle ultime ore.

“Ho appena concluso una valutazione della situazione con i funzionari della sicurezza” ha dichiarato pubblicamente Regev nel tardo pomeriggio di mercoledì. Cè la possibilità di gravi danni e rischi per la vita umana, per questo la mia decisione è inequivocabile: non correre alcun rischio.

Al posto della cerimonia gli organizzatori hanno deciso di trasmettere il filmato della prova generale di lunedì 28 aprile, che però non ha incluso due dei portatori della fiaccola: l’ex ostaggio Eli Sharabi e la neo-immigrata Shekoufeh “Chicki” Elghanian.

“Eli Sharabi era all’estero durante le prove a causa del suo impegno pubblico nella liberazione degli ostaggi e Chicki non si sentiva bene quella sera” ha spiegato Regev. “Daremo loro il rispetto che meritano attraverso le parole degli altri partecipanti.”

Sebbene la decisione di spostare online la cerimonia ufficiale sia stata presa all’ultimo minuto, non si tratta di una mossa imprevista dato che è stata già adottata negli eventi degli ultimi anni: nel 2020 per via del COVID-19 e nel 2024 quando, in memoria delle vittime del 7 ottobre, sono state organizzate numerose cerimonie di accensione delle fiaccole in diverse comunità al confine di Gaza e le loro registrazioni sono state poi trasmesse alla vigilia del Giorno dell’Indipendenza.

Tra i protagonisti della cerimonia di quest’anno il video mostra: l’ex ostaggio liberato Emily Damari; l’eroina del 7 ottobre Rachel Edri che è stata tenuta in ostaggio per ore dai terroristi di Hamas nella sua casa a Ofakim; il judoka Oren Smadja, vincitore di una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1992 e il cui figlio Omer è stato ucciso a Gaza; l’opinionista Ben Shapiro e la cantante transgender Dana International.

I volantini di Hamas ordinano ai palestinesi di bruciare boschi, foreste e case e di ridurre tutto in cenere