La nuova protesta dei Charedim

Israele

di Davide Foa

imageLa loro immagine, il loro modo di vestire, sono ormai entrati nell’immaginario comune, a tal punto che la parola “ebreo” fa scattare automaticamente nelle mente dei più (diciamo pure poco esperti) una loro raffigurazione.
A chi non è mai capitato di dover giustificare l’assenza delle “peot”, di fronte alle domande curiose di chi con la religione ebraica aveva poca dimestichezza?
Stiamo ovviamente parlando dei Charedim, degli ultra-ortodossi.

Stando a una statistica del 2011, dovrebbero essere 1.3 milioni i Charedim in tutto il mondo; il dato va comunque preso con cautela, vista la difficoltà di misurare un gruppo tanto eterogeneo al suo interno, senza contare poi l’elevata crescita demografica che lo porta a raddoppiarsi ogni 12-20 anni.
Gli ultra-ortodossi si concentrato principalmente in Israele, in NordAmerica e nell’ Europa Occidentale.

Il loro stile di vita e rigore religioso, oltre a portarli a vivere in specifici quartieri, come Mea Sharim a Gerusalemme, è spesso motivo di scontro con polizia o civili specie per questioni religiose. I motivi per le proteste non mancano mai e in molti casi queste consistono in violenza verbale e fisica verso chi non rispetta i dettami della religione, come l’osservanza dello Shabbat.

Ebbene, stando a un articolo di Ynet News, l’associazione ortodossa Ruach Yerushalmit (“Spirito di Gerusalemme”) ha trovato un nuovo modo per esprimere il proprio dissenso.
Le grida e gli insulti hanno fatto il loro corso e si sono dimostrati mezzi inadeguati: entrano in campo canzoni, salmi e danze.
Come riporta Ynet, “l’associazione, nelle scorse settimane, ha concentrato le proprie proteste vicino al Cafe Bezalel e al ristorante Menza, nel centro della città.”
Tutto è stato fatto nei minimi dettagli ; per la protesta-preghiera sono stati appositamente scelti due cantanti, i fratelli Aharon e Yonatan Razel, ovviamente charedim.

Balli, canti, gli ultra-ortodossi sono riusciti a creare un clima di festa nel segno della protesta.
Dalla violenza verbale e fisica, poco produttiva, gli oppositori sono ora passati ai canti e alle recitazione dei salmi: una scelta azzeccata a giudicare dall’interesse del pubblico.
“Stiamo semplicemente usando la saggezza” afferma Shlomo Rosenstein, fondatore dell’associazione.
Senza dubbio un successo, a patto che il pubblico, una volta finito lo spettacolo, non vada a bere un caffè al bar di fronte.