Israele: più di 100.000 in piazza contro la riforma della giustizia del governo Nethanyahu

Israele

di Redazione
Proseguono in Israele le manifestazioni contro la riforma del sistema giudiziario voluta dal governo di Nethanyahu. La sera di sabato 21 gennaio, per il terzo weekend consecutivo, si sono raccolte a Tel Aviv più di 110.000 persone, e altre manifestazioni più piccole si sono tenute in altre città, come Gerusalemme, Haifa, Beer Sheva, Modiin e Herzliya. Lo riporta il Times of Israel.

I manifestanti – giovani, anziani, bambini – protestavano contro i propositi del neo-eletto Ministro della Giustizia Yariv Levin di indebolire drasticamente il potere giudiziario ridimensionando i poteri dell’Alta Corte di Giustizia e imponendo il controllo politico sul lavoro dei giudici.

Uno degli organizzatori centrali della manifestazione, il Movimento per un governo di qualità in Israele, ha affermato di agire “contro la pericolosa rivoluzione che il nuovo governo sta progettando di promuovere, una rivoluzione che distruggerà la democrazia israeliana”.

“Quello che vedete qui oggi è una manifestazione a sostegno del Paese… – ha dichiarato l’ex primo ministro Yair Lapid ai giornalisti -. Le persone che amano il Paese sono venute qui oggi per difendere la sua democrazia, per difendere i suoi tribunali, per difendere l’idea della convivenza e del bene comune”.

Alla manifestazione è intervenuto anche lo scrittore David Grossman: “Lo Stato di Israele è stato istituito affinché ci fosse un posto al mondo in cui la persona ebrea, il popolo ebraico, si sentisse a casa. Ma se così tanti israeliani si sentono estranei nel proprio paese, ovviamente qualcosa sta andando storto”, ha detto -. Ora è l’ora delle tenebre. Ora è il momento di alzarsi e gridare: questa terra è nelle nostre anime. Ciò che accadrà oggi determinerà cosa sarà e chi diventeremo noi e i nostri figli. Perché se Israele diventerà diverso e lontano dalla speranza e dalla visione che lo ha creato, Dio non voglia, in un certo senso cesserà di esserlo”, ha ammonito.

A Gerusalemme, poi, diverse migliaia di persone hanno manifestato vicino alla residenza presidenziale. I manifestanti, molti dei quali portavano bandiere israeliane, hanno cantato: “La gente è determinata: questo non è l’Iran”, “Stiamo fissando una linea rossa per [il ministro della Giustizia Yariv] Levin”, “Non rimarremo in silenzio fino a quando ci sarà disuguaglianza” e semplicemente “Democrazia”.

(Foto Flash90)