Israele distrugge i tunnel di Hezbollah al confine con il Libano

Israele apre l’operazione ‘Northern Shield’ contro i tunnel di Hezbollah al confine con il Libano

Israele

di Luciano Assin
Con lo smantellamento di una galleria sconfinante di almeno 20 metri nel territorio israeliano al confine col Libano è cominciata oggi una vasta operazione militare esclusivamente ridotta alla distruzione di una serie di tunnel “offensivi” costruite dall’organizzazione paramilitare “Hezbollah”.

E’ almeno dalla fine del 2014 che l’IDF, l’esercito israeliano, è in possesso di  precise informazioni sulla volontà del “partito di Dio” di creare un’alternativa ai classici mezzi di attacco militari. Per Israele la minaccia dei tunnel sotterranei non è certo una novità, nella zona della striscia di Gaza Hamas ne ha fatto la sua principale risorsa, dirottando così una consistente fetta di aiuti internazionali destinati all’uso civile.

Ma la morfologia rocciosa esistente a Gaza è completamente diversa da quella dell’alta Galilea, molto più rocciosa. Anche gli israeliani in tutto questo tempo non sono rimasti con le mani in mano ed hanno sviluppato delle competenze tecnologiche uniche nel settore, con le quali la possibilità di individuare le gallerie è praticamente certa.

Visto che lo smantellamento della galleria, situata nel villaggio libanese sciita Kile, è avvenuto nella zona sotto la sovranità israeliana, non ci dovrebbero essere particolari complicazioni. I filmati trasmessi in queste ultime ore dal portavoce dell’esercito non lasciano adito a dubbi: camion pieni di terriccio che escono dall’abitazione dalla quale iniziava la galleria, il luogo della discarica, e come ciliegina sulla torta la fuga di due componenti dell’organizzazione sciita mentre si trovavano già nella parte israeliana dove è stata fatta esplodere come avvertimento una carica esplosiva di bassa intensità.

Per Israele è chiaro come il sole che il regista, produttore e finanziatore di tutta questa struttura non può essere che l’Iran. La conferenza stampa nella quale sono state rivelate il maggior numero possibile d’informazioni, la maggior parte delle quali rimane però ancora sotto uno stretto riserbo, sta mettendo in un grosso imbarazzo non solo il paese degli ayatollah, ma anche il governo libanese e l’Unifil, la forza di pace dell’ONU che dovrebbe garantire il rispetto degli accordi della risoluzione 1701 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Una decisione che impegna l’Unifil a sostenere il governo libanese affinché questo riaffermi la propria sovranità nel sud del paese, di fatto inesistente.

L’attuale capo di stato maggiore dell’esercito, Gadi Einzekot, ha annunciato che le operazioni di smantellamento delle gallerie sotterranee dureranno diverse settimane, senza rivelarne né il numero né la dislocazione. In ogni caso il movimento delle truppe israeliane lungo le strade adiacenti alla frontiera e nei centri abitanti confinanti col Libano è molto più tangibile. Agli agricoltori sono state precluse le vie d’accesso ai campi ed ai fruttetti adiacenti il confine per timore di rapimenti. E’ una prassi quasi ordinaria in casi come questo, io stesso ho dovuto aggirare i posti di blocchi militari in circostanze simili quando la frontiera libanese diventava troppo calda.

Quali dovrebbero essere le possibile conseguenze di questa realtà fino ad ora tenuta segreta? Hezbollah e l’Iran dovranno per il momento inghiottire il rospo nel migliore dei modi possibili. Lo smantellamento di un tunnel che attraversa un confine internazionale non può essere assolutamente considerato un casus belli per chi lo ha costruito, caso mai il contrario. Il problema delle gallerie è una componente di una situazione molto più complessa. L’Iran si sta attivando da diverso tempo per installare una fabbrica militare capace di trasformare gli imprecisi missili in forza alla milizia di Nasrallah in ordigni millimetricamente precisi. Un “Upgrade” relativamente semplice basato sull’applicazione di un navigatore satellitare.

C’è una famosa canzone israeliana che dice “le guerre non scoppiano d’inverno”, e per il momento è una profezia che si è sempre avverata. Se c’è un pericolo strategico da eliminare il più presto possibile dal punto di vista israeliano, quello dei missili intelligenti è uno dei più urgenti. E’ molto probabile che lo smantellamento dei tunnel sia soltanto una promo del film che vedremo questa prossima estate. Ma in una zona dove si vive tutto alla giornata è troppo presto per scommettere.

Di sicuro c’è che il premier Netanyahu si trova in una situazione plurischizofrenica: attualmente detiene i tre più importanti dicasteri israeliani: presidenza del consiglio, difesa ed esteri. Senza dimenticarsi che pendono sul suo capo diverse indagini di corruzione, alcune delle quali molto probabilmente arriveranno a un capo d’accusa.

(Foto: Ap/Mohammed Zaatari)

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