Israele: impennata casi Covid 19, quasi 30mila contagiati e 331 vittime. Nuove restrizioni dal Governo

Israele

di Roberto Zadik
Continuano ad aumentare i casi di Covid 19 in Israele in queste prime afose giornate di luglio e Il Times of Israel  e Ynetnews hanno diffuso alcuni dati preoccupanti riguardo alla situazione attuale e lunedì mattina su Ynetnews la notizia delle misure restrittive su palestre, piscine e eventi pubblici decisi dalla Knesset e dal premier Netanyahu. “Siamo a un passo da un nuovo lockdown” avrebbe dichiarato, secondo Ynet il premier nella riunione governativa il 6 luglio.  La situazione avrebbe cominciato a peggiorare da sabato sera. Stando ai dati diramati dal Times of Israel  ci sarebbero 755 nuovi contagiati che si aggiungerebbero alle quasi mille infezioni confermate venerdì scorso. Un totale di 29,787 malati di Coronavirus, stando alle tabelle dell’autorevole sito che specifica però che i guariti sarebbero attorno ai 18,000 mentre le vittime sarebbero arrivate a 331.

Secondo gli aggiornamenti forniti dal Ministero della Salute e dal sito ci sarebbero 11.540 casi attivi, con 84 persone in gravi condizioni, inclusi 32 soggetti intubati ai ventilatori in ospedale e 74 persone in condizioni moderate e il resto affetti da lievi sintomi o per ora totalmente asintomatiche.  Dopo il “rilassamento” da metà maggio delle misure preventive ora il Governo sta lavorando per varare nuovi provvedimenti. Di queste ore le restrizioni governative che consentirebbero l’apertura alle sinagoghe con accessi fino a 20 persone e yeshivot dopo le minacce di dimissioni dei partiti ortodossi e anche le spiagge resterebbero aperte ma con le dovute limitazioni. Prevista, secondo Ynetnews la chiusura di palestre, locali notturni e eventi culturali. Bloccati anche qualsiasi evento culturale o performance dal vivo, mentre i ristoranti e i caffè all’aperto resteranno aperti ma con il limite massimo di non più di 20 persone all’interno del locale e 30 fuori.

Nuovi limiti anche per autobus e trasporti pubblici con non più di una ventina di passeggeri.  Immediata, sempre stando a Ynet, la reazione collerica del Ministro dei Trasporti Miri Regev che ha abbandonato l’aula prima della fine della seduta. Banditi gli incontri sociali con oltre 20 persone che invece erano finora permessi. Fra le misure sono stati avviati dalle autorità anche numerosi provvedimenti di quarantena per i nuovi contagiati e la Knesset sta pensando a una capillare regolamentazione delle varie casistiche con l’aiuto dei servizi segreti dello Shin Bet per garantire la massima prevenzione. A questo proposito, sempre il Times of Israel ricorda che  il Primo Ministro Netanyahu ha sottolineato, venerdì 3 luglio che Israele è nel mezzo di una nuova ondata del virus scrivendo su Facebook che “da 450 infetti al giorno all’inizio settimana siamo passati a mille”. “So che indossare le mascherine con questo caldo” ha aggiunto “irriti la maggioranza degli israeliani ma non abbiamo scelta”. Infatti per questo motivo, sempre il Times of Israel ha riportato domenica 5 luglio che tutti i luoghi pubblici subiranno delle restrizioni, mantenendo sempre le misure igieniche e il distanziamento sociale.

Stando invece a quanto afferma Ynet i centri più colpiti da questa nuova ondata di Covid 19 sarebbero Gerusalemme con 93 casi e Tel Aviv con 86 e l’ultima vittima identificata sarebbe una donna di 82 anni residente nella capitale israeliana. Preoccupazione da parte di Yoav Kisch deputato al Ministero della Salute che, sempre su Ynet, ha definito “questa seconda ondata peggiore della prima perché “più difficile e pericolosa”. Kisch ha rilasciato diverse dichiarazioni in seguito al provvedimento di restringere le attività sociali di bar e luoghi pubblici a non oltre 50 persone “Stiamo combattendo una guerra e per questo” ha sottolineato “dobbiamo limitare gli incontri, pregare all’aperto e in numero ristretto cercando di evitare nuovi lockdown e di mettere a rischio la nostra salute e l’economia del Paese”.

Restrizioni richieste anche da Eli Waxman capo degli esperti che collaborano col Consiglio di Sicurezza Nazionale perché “in caso contrario se non verranno adottati subito nuovi provvedimenti entro due settimane il numero di malati sarà talmente alto che un nuovo lockdown sarà inevitabile”. Secondo un resoconto del Ministero della Salute, i malati quotidianamente starebbero aumentando di 961 casi al giorno, un numero assai più alto dell’inizio dell’epidemia.

Un clima molto teso si sta respirando in Israele in questi giorni. A dimostrarlo sabato 4 luglio nel quartiere ortodosso di Mea Shearim, secondo il Times of Israel ci sarebbero stati scontri con la polizia da parte di alcune persone che, rifiutandosi di indossare le mascherine avrebbero protestato vivacemente scontrandosi con gli agenti e lanciando bottiglie contro di loro fortunatamente senza causare nessun ferito. Tutto sarebbe partito da una donna che opponendosi all’obbligo della mascherina sarebbe stata fermata e multata dalle forze dell’ordine con il conseguente subbuglio degli altri presenti e l’arresto di due persone. Il sito Times of Israel ha ricordato come fin dall’inizio dell’infezione il quartiere di Mea Shearim e Gerusalemme siano fra i “focolai” dell’infezione con oltre 5,000 casi.