Gaza, ancora due soldati uccisi. E sul lungomare di Tel Aviv 893 sedie raccontano il peso di questa guerra

Israele

di Anna Balestrieri
Mentre l’esercito israeliano intensifica le operazioni nel centro e nel sud della Striscia di Gaza, due soldati sono rimasti uccisi in circostanze distinte nelle ultime 24 ore. Il sergente Amit Cohen, 19 anni, è morto a Khan Younis durante un’operazione della Brigata Golani, mentre il sergente maggiore riservista Vladimir Loza, 36 anni, ha perso la vita a Rafah dopo il crollo di un edificio causato da un ordigno esplosivo. A Tel Aviv, intanto, 893 sedie vuote sono apparse sul lungomare, ciascuna con la foto di un caduto, a testimonianza del peso crescente di un conflitto che sembra non avere fine.

Avanzata a Deir al-Balah e allarme tra le famiglie degli ostaggi

L’incursione rappresenta un cambiamento significativo nella strategia militare, poiché fino a oggi l’IDF aveva evitato operazioni di terra in quell’area, per il timore che vi si trovassero ostaggi. L’operazione è condotta da truppe della Brigata Golani, supportate da carri armati e unità del genio militare.

Nei giorni precedenti, l’IDF aveva ordinato l’evacuazione di diverse zone della città, dove si trovavano decine di migliaia di sfollati. Le famiglie degli ostaggi hanno espresso forte preoccupazione. “Il rischio per gli ostaggi è concreto,” ha dichiarato il Forum delle Famiglie degli Ostaggi, chiedendo chiarimenti da parte del governo.

Ruhama Bohbot, madre dell’ostaggio Elkana, ha dichiarato di sentirsi ansiosa e confusa per l’avvio delle operazioni nell’area dove suo figlio sarebbe detenuto. “Perché proprio ora, mentre si negozia un accordo?”, ha chiesto.

Un riferimento implicito è stato fatto alle parole della ministra Orit Strock, che ha sostenuto che pur facendo il possibile per salvare gli ostaggi, “non si può rinunciare a sconfiggere Hamas anche a costo di rischi per loro”.

Crisi umanitaria

Secondo l’ONU, gran parte delle infrastrutture idriche si trovano in aree soggette a operazioni militari o ordini di evacuazione. Tra queste, l’impianto di desalinizzazione di Deir al-Balah, che fornisce acqua potabile a centinaia di migliaia di persone.

“La perdita di questa struttura sarebbe devastante,” ha avvertito il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric. Attualmente, oltre 600.000 palestinesi si trovano ammassati nella zona costiera di al-Mawasi, in condizioni sempre più precarie.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha denunciato tre attacchi contro i suoi locali a Deir al-Balah. Secondo il direttore Tedros Ghebreyesus, soldati israeliani sarebbero entrati nella residenza del personale dell’OMS, costringendo donne e bambini ad evacuare a piedi e interrogando gli uomini con metodi coercitivi. “Chiediamo il rilascio immediato del nostro personale e il rispetto dell’integrità delle nostre strutture,” ha dichiarato Tedros. Le operazioni umanitarie risultano gravemente compromesse.

Venticinque Paesi. tra cui l’Italia, hanno lanciato un appello urgente per la fine del conflitto. L’ONU e altre fonti hanno segnalato centinaia di vittime nelle zone di distribuzione, alcune provocate da colpi d’avvertimento dell’IDF a folle ritenute minacciose. “Le ultime linee di salvezza si stanno spezzando,” ha dichiarato il Segretario Generale Antonio Guterres. L’ONU avverte che bambini e adulti soffrono sempre più spesso di malnutrizione.

Arrestato dirigente sanitario di Hamas

Un’unità sotto copertura israeliana ha arrestato Marwan al-Hams, direttore dell’ospedale di Rafah e responsabile degli ospedali da campo a Gaza. L’arresto è avvenuto nei pressi dell’ospedale della Croce Rossa, dove un giornalista palestinese è stato ucciso mentre filmava un’intervista con lui. L’esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni sull’episodio.

Proteste a Gaza contro Hamas

Per la prima volta da mesi, sono state documentate proteste contro Hamas nella zona di Khan Younis. Decine di civili, inclusi bambini, hanno manifestato chiedendo la fine della guerra. Alcuni cartelli recitavano “Hamas fuori” e “Smettete di sfruttare il sangue”. Si tratta di un fatto raro, dopo che Hamas aveva represso brutalmente proteste simili in passato.

Trattative in corso e possibili nuove escalation

I negoziati in Qatar per un cessate il fuoco di 60 giorni proseguono lentamente, ostacolati da difficoltà di contatto con la leadership di Hamas. Nel frattempo, il capo di stato maggiore israeliano sta preparando un piano per espandere l’offensiva. Il piano alternativo, considerato una possibile presa di controllo completa di Gaza, si oppone all’idea di una “città umanitaria” a Rafah proposta dal governo.

Commemorazione simbolica sul lungomare di Tel Aviv

Ottocentonovantatre sedie sono state disposte lungo la promenade di Tel Aviv, ognuna con la foto di un soldato israeliano caduto, per commemorare le vittime del conflitto iniziato il 7 ottobre 2023, quando miliziani guidati da Hamas hanno attaccato Israele. Marcy Tatelbaum, madre del caduto Yakir Shmuel Tatlbaum, ha dichiarato a Reuters di sperare che il sacrificio del figlio possa permettere al popolo d’Israele di vivere e prosperare.

Oltre l’87% del territorio di Gaza è sottoposto a ordini di evacuazione, costringendo oltre 2 milioni di persone in spazi sempre più ristretti e privi di servizi. Tra esigenze militari e fragili trattative diplomatiche, il futuro degli ostaggi israeliani e dei civili gazawi rimane appeso a un filo.