Membri delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, braccio armato di Hamas (20 luglio 2017)

Forze di Difesa Israeliane (IDF) esortano i civili a lasciare Gaza City. Hamas: «È propaganda. State a casa»

Israele

di Redazione
Come riporta The Times of Israel, l’ordine è arrivato all’alba del settimo giorno della guerra tra Israele e Gaza, con l’esercito che ha lanciato la sua diffusa offensiva aerea e un assedio totale sulla Striscia, che secondo le organizzazioni umanitarie internazionali l’ha lasciata sull’orlo di un disastro umanitario. Secondo le Nazioni Unite, 340.000 abitanti di Gaza sono stati sfollati da quando Israele ha iniziato la sua campagna, spinta dai terroristi guidati da Hamas che hanno imperversato nelle comunità del sud in un massacro che ha causato la morte di oltre 1.300 israeliani, e che si stima che altri 150-200 siano stati rapiti e portati nella Striscia.

Come si legge nei comunicati di agenzia, in una notte segnata dalla tensione, le forze militari israeliane hanno portato a termine un’ampia operazione militare, prendendo di mira un totale di 750 obiettivi riconducibili al gruppo terroristico Hamas. Questo massiccio attacco ha interessato una varietà di bersagli, tra cui tunnel sotterranei, strutture militari, residenze utilizzate come centri di comando, depositi di armi e strutture di comunicazione. L’obiettivo principale è stato mettere sotto pressione i vertici di Hamas, ritenuti responsabili delle recenti tensioni nella regione.

Come reazione a questa escalation, molte famiglie residenti a Gaza City hanno deciso di abbandonare le proprie abitazioni in preda al timore. L’esercito israeliano, come sopra indicato, aveva precedentemente emesso un avviso riguardante l’imminente inizio di operazioni militari nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, spingendo i civili a cercare rifugio più a sud. Alcuni di loro sono stati costretti a intraprendere una marcia a piedi, portando con sé pochi effetti personali. Questa situazione ha messo a dura prova il sistema di soccorso, con il personale medico e i pazienti che si trovano nella zona a rischio a causa della mancanza di ambulanze e strutture di ricovero adeguate.

L’invito dell’IDF alla popolazione civile di Gaza City a evacuare per garantire la loro sicurezza – nella sua dichiarazione di venerdì ha chiesto «l’evacuazione di tutti i civili di Gaza City dalle loro case verso sud per la loro sicurezza e protezione, e di spostarsi nell’area a sud di Wadi Gaza, come mostrato sulla mappa» – è stato accolto da diverse reazioni. L’IDF ha sottolineato la necessità di allontanarsi da Hamas, accusandoli di nascondersi sotto le abitazioni civili e negli edifici residenziali, mettendo così a rischio la vita della popolazione. Gli abitanti di Gaza City sono stati avvertiti che potranno farvi ritorno solo dopo un annuncio specifico che autorizzi il rientro.

Nel frattempo, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, UNRWA, ha spostato il centro delle proprie operazioni nella parte meridionale della Striscia di Gaza, in risposta all’avviso dell’esercito israeliano. L’UNRWA ha sottolineato l’importanza del rispetto delle leggi internazionali da parte di Israele e della protezione dei civili che si trovano nelle strutture UNRWA, tra cui scuole e rifugi, attualmente ospitanti oltre 200.000 persone.

Nel frattempo, Hamas ha invitato la popolazione a non abbandonare le proprie case, respingendo l’avvertimento dell’esercito israeliano come “propaganda”. La situazione nella regione rimane estremamente tesa, con le tensioni che non accennano a diminuire, mentre il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto un paragone tra Hamas e l’ISIS durante una conversazione con il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken.