Emanuele Fiano: verità sul Medio Oriente

Israele

E’ nota la tua attività all’interno di “Sinistra per Israele con L’On. Piero Fassino e l’On. Furio Colombo, ma cosa ti ha spinto a prendere una posizione così forte sulle manifestazioni del 18 con il tuo intervento pubblicato dal Corriere della Sera?

Io considero fondamentale in politica rimanere se stessi e riuscire sempre a razionalizzare le proprie posizioni politiche. Le due manifestazioni del 18 novembre scorso erano molto diverse tra loro. Quella di Roma era una manifestazione totalmente squilibrata a favore del versante palestinese e quindi sostanzialmente contro Israle ed era quindi prevedibile l’insorgere di fenomeni quali quelli che abbiamo osservato del rogo dei fantocci e delle bandiere di Italia e Stati Uniti e Israele.
Quella di Milano era una manifestazione sicuramente promossa con spirito vero di pace e con la ricerca di parole d’ordine equilibrate, come la classica “due popoli due Stati due democrazie”; pur tuttavia nel manifesto di convocazione vi erano pesanti squilibri nella analisi della situazione medio-orientale e nelle proposte. Siccome io credo che la pace vera arriverà quando sarà detta fino in fondo la verità su responsabilità e origini della situazione, ho rimarcato con spirito critico ma sempre aperto al dialogo tutto ciò che in quel manifesto non corrispondeva al vero oppure rappresentava proposte inaccettabili di discriminazione nei confronti di Israele. Dire la verità non può mai far male.

Quali sono state le reazioni in Parlamento al tuo intervento?

Direi equamente ripartite tra chi si è complimentato per la chiarezza e il coraggio della nostre posizioni e chi invece ha criticato la ricerca del cosiddetto “pelo nell’uovo”. Da questi ultimi però aspetto ancora una risposta nel merito delle nostre critiche.

Ritieni sia possibile ottenere un atteggiamento più
equilibrato da parte di alcuni esponenti del Governo nei confronti di Israele?

Ritengo di sì e credo che la sinistra italiana, nella quale mi onoro di militare, abbia fatto nel suo complesso un grande percorso negli ultimi anni. Alcuni leader del centro-sinistra italiano non avevano bisogno di questo percorso e penso in primis alla figura di Piero Fassino o Walter Veltroni, altri come il segretario di rifondazione comunista hanno compiuto un sforzo di riequilibrio della loro posizione che va colto nella sua importanza, senza comunque che io consideri già finito questo percorso. Altri ancora li considero irrecuperabili come l’on. Rizzo e l’on. Diliberto dei Comunisti italiani. Se la domanda è specifica nella persona del Ministro D’Alema, penso di aver già dimostrato in recenti interviste, sia sul Corriere della Sera che su l’Unità, che pur apprezzando lo sforzo teso ad una soluzione pacifica dei vari punti di crisi del medio-oriente, io non condivido nel merito alcuni modi di giudicare la politica israeliana o la relazione tra questa e le posizioni degli ebrei italiani. Trovo invece insopportabili e caricaturali le accuse a D’Alema di essere antisemita.

Una domanda più personale: in quanto membro autorevole della nostra Comunità e ” past President “, ti manca Milano o sei stato “conquistato ” da Roma?

Le due città mi piacciono entrambe diciamo che mi manca soprattutto la mia famiglia e che vivo troppo tempo in aereo.