A mezzo secolo dal “massacro di Monaco”, il presidente israeliano Herzog visita la Germania, dal Parlamento tedesco al lager di Bergen Belsen

Israele
di Roberto Zadik
Un viaggio importante, quello del presidente israeliano Isaac Herzog, che congiunge la dolorosa memoria del passato, alla realtà del presente in tre giorni di appuntamenti e interventi pubblici di rilievo. Temi fondamentali della visita, durata tre giorni da domenica 4 a martedì 6 settembre, sono stati il rafforzamento dei rapporti fra Germania ed Israele, la lotta all’antisemitismo ed il  ricordo delle vittime  della strage delle Olimpiadi di Monaco a 50 anni dal terribile evento.
Herzog, 61 anni il prossimo 22 settembre, si è confrontato con personalità di spicco del Governo tedesco, primi fra tutti il presidente Frank Walter Steinmeier e il cancelliere Olaf Holz, tenendo un discorso estremamente efficace al Bundestag, parlamento tedesco a Berlino. Secondo il sito reuters.com, ha cominciato il suo intervento leggendo il kaddish per i sei milioni di vittime della Shoah affermando  “non sono qui per portare perdono o dimenticanza, solo i morti hanno il diritto di perdonare mentre i vivi non devono dimenticare”. Accolto dagli applausi dei  parlamentari presenti, Herzog ha citato il discorso di suo padre, Chaim Herzog recatosi sul suolo tedesco nel 1987 anche lui nel ruolo di presidente israeliano.
Il capo dello Stato israeliano si è  soffermato, stando a quanto riporta i24news, su quanto, per secoli,  ebrei tedeschi abbiano contribuito allo sviluppo della Germania attraverso la scienza, la cultura e l’intelletto ed ha sottolineato che, per questo, sia necessario rafforzare la collaborazione fra Germania e Israele dichiarando guerra al razzismo e all’antisemitismo; successivamente, ha evidenziato il contributo tedesco alla sicurezza e alla prosperità di Israele ed ha messo in guardia contro il pericolo iraniano.
Le sue affermazioni sembrano essere una sua risposta alle recenti dichiarazioni esplosive del presidente palestinese, Mahmoud Abbas che ha accusato Israele di compiere “50 Olocausti”; in quel frangente, il cancelliere tedesco Scholz è stato pesantemente criticato per non aver risposto a questa affermazione pur essendo seduto vicino ad Abbas.
Lunedi 5 settembre, Herzog e Scholz si sono incontrati prima di dirigersi a Bavaria dove,  col presidente Steinmeier, hanno commemorato il cinquantesimo anniversario dalle Olimpiadi di Monaco in cui 11 atleti israeliani vennero spietatamente uccisi da un commando terroristico palestinese chiamato “Settembre nero”. Il presidente tedesco si è scusato per gli errori commessi dalle autorità tedesche, prima e dopo gli attacchi, chiedendo perdono pubblicamente durante la cerimonia e sottolineando la necessità del risarcimento del Governo tedesco alle famiglie degli atleti uccisi che ammonterebbe a circa 28 milioni di euro.
Uno dei momenti più importanti della sua permanenza sul suolo tedesco è stato la visita al lager di Bergen Belsen, dove fra le migliaia di persone che vi persero la  vita, spicca il nome di Anna Frank. Martedì 6 settembre Herzog ha prima incontrato i sopravvissuti e gli studenti delle scuole superiori tedesche e successivamente, secondo il resoconto del Times of Israel, ha tenuto un breve discorso in cui ha ricordato come suo padre Chaim Herzog nell’aprile 1945, prima della presidenza, sia stato ufficiale dell’armata britannica aiutando la liberazione del campo di concentramento. Ha rievocato il momento in cui “quando il campo venne liberato, mio padre, a bordo del convoglio militare che vi entrava, davanti a centinaia di cadaveri esclamò in Yiddish che, nonostante tutto questo ci sono ancora ebrei viventi nel mondo”.
Herzog ha poi reso noto che anche suo padre, quarant’anni dopo la liberazione del campo, tornò in quel luogo da presidente israeliano “cominciando la sua visita laddove io invece la concludo”. “In questo luogo terribile – ha aggiunto – noi ricordiamo il nostro imperativo comune, quello della vita e dell’eternità di Israele e il dovere di lottare per la sua sopravvivenza, in ogni generazione, la necessità di conservare la memoria dei morti aiutando i sopravvissuti”. In tema di quanto accaduto nel lager, il presidente Stenmeier ha specificato come i tedeschi ci abbiano messo molto tempo per capire che anche loro furono liberati, da quell’ideologia omicida e da quella dittatura disumana aggiungendo che “la nostra libertà e la democrazia in cui viviamo è gran parte merito delle forze alleate di liberazione”. Egli ha ricordato come nel campo siano periti oltre cinquantaduemila prigionieri ebrei e più di diciannovemila prigionieri di guerra soprattutto provenienti dall’ex Urss.  Quando gli alleati arrivarono nel campo, racconta il presidente tedesco, lo trovarono in condizioni spaventose pieno di malattie e con diecimila cadaveri insepolti. Fra le persone incontrate da Herzog nella sua visita al lager, Menachem Rosensaft, figlio di sopravvissuti al campo e diventato consigliere generale del World Jewish Congress che ha affermato all’Agenzia Associated Press “entrambi i presidenti hanno evidenziato l’importanza del ricordo delle atrocità perpetrate qui e il fatto che esso deve essere una guida per entrambe le nazioni, Germania e Israele”.
In conclusione, si è trattato di un  viaggio intimo e personale per il presidente israeliano Herzog, che ha rivelato di essere discendente di due importanti rabbini tedeschi come Rabbi Shmuel Yitzhak Hillman e Rav Ezekiel Katzellenbogen.
Foto in alto: il presidente israeliano Isaac Herzog con l’omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier a Berlino (© Amos Ben-Gershom/GPO)