Quattro settimane di lavoro. Troppo poche per conoscere a fondo un Paese complesso e contraddittorio come il nostro. Eppure sono bastate a Gideon Meir, il nuovo ambasciatore dIsraele a Roma, per comprendere che il cuore della stragrande maggior parte degli ebrei italiani batta dalla parte dIsraele. E che una parte consistente dellopinione pubblica e della classe politica nazionale comprende e sostiene le ragioni della democrazia in Medio Oriente.
	Nel corso della sua prima visita a Milano, Meir è stato circondato dal caloroso abbraccio di una comunità che ha sempre saputo mantenere un legame profondo con le proprie radici e con lo Stato ebraico. Abbracci, gesti di solidarietà e di amicizia, dichiarazioni di impegno e di disponibilità hanno costantemente costellato una serata in cui il calore e laffetto si sono costantemente alternati alla consapevolezza che stiamo attraversando momenti molto delicati.
	Meir ha tre figli, sua moglie Amira è docente universitaria di studi biblici in ununiversità canadese, ed è stato uno dei massimi dirigenti del ministero degli Esteri, occupandosi in particolare dellinformazione. I giornali hanno già ricordato che quando la barriera di sicurezza voluta da Ariel Sharon doveva essere difesa di fronte alla Corte di giustizia dell’Aja volle mandare agli olandesi i pezzi di un autobus fatto saltare in aria dai terroristi. 
	Il nuovo ambasciatore ha lavorato nelle ambasciate israeliane di Londra e Ottawa, è stato console a Washington e ha fatto parte della delegazione agli accordi di Camp David. Gli amici raccontano che è un appassionato collezionista di penne stilografiche e di musica lirica. E soprattutto che se la cavi egregiamente davanti ai fornelli. 
	Il mio predecessore  ha scherzato il diplomatico  si è trovato forse la strada in discesa. Ma io non mi lascio spaventare. Unallusione al cambio di governo della scorsa primavera?
 Vorrei dire molto chiaro  ha dichiarato a Mosaico il rappresentante di Gerusalemme  che Israele è lunico Stato del mondo ad essere minacciato nella sua esistenza. Non dimentichiamolo mai. Ma non dimentichiamo nemmeno che Israele può contare su molti amici. Sarebbe davvero un grave errore se ci riducessimo a credere che gli amici dello Stato ebraico fossero tutti schierati su un fronte specifico. Sarebbe un errore se credessimo che lattuale compagine di governo esprima sempre e comunque posizioni ambigue sul fronte mediorientale. Non è così. Già nei primi giorni dopo il mio arrivo a Roma ho avuto modo di incontrare parlamentari e rappresentanti del governo che hanno testimoniato del loro impegno per la democrazia nel Medio Oriente. Fra i tanti vorrei ricordare Piero Fassino e Walter Veltroni, che è sindaco della città dove vive la più antica comunità della Diaspora.
	E lincontro con gli ebrei italiani? La responsabilità di noi diplomatici israeliani  ha detto Meir  è duplice. Da una parte dobbiamo rappresentare il nostro Paese, dallaltra dobbiamo tenere aperto il dialogo con le comunità di ebrei che vivono nel mondo. Laffetto e il grado di partecipazione degli ebrei italiani sono straordinari. E queste ore a Milano ne costituiscono unulteriore dimostrazione. Ora si tratta di andare oltre limpegno generico e trovare risposte precise che siano allaltezza degli ideali di Israele e delle comunità ebraiche di tutto il mondo.
	Che cosa può fare la diaspora? La prima cosa da ricordare  ha spiegato lambasciatore  è che Israele costituisce la nostra assicurazione sulla vita. Tutti noi abbiamo una polizza e paghiamo il premio alla fine dellanno perché resti valida. Il nostro impegno per Israele è anche la nostra assicurazione. Possiamo fare molto, tutti assieme, e non solo protestando contro la disinformazione e lodio. Ma anche aprendo la strada di un dialogo vero, che non può passare solo dalle pagine dei grandi giornali, ma deve essere realizzato nella nostra vita quotidiana, attraverso il nostro impegno e lesempio che siamo capaci di offrire. Cè una realtà da raccontare, la nostra, che può vantare otto vincitori di premi Nobel e ha donato molto al benessere, alla ricerca, alla democrazia. Non è facile per una democrazia far comprendere le proprie ragioni, perché non possiamo accontentarci della propaganda. Ai regimi autoritari bastano gli slogan, a noi no. 
	E la politica italiana, quale quadro è possibile tracciare alla vigilia della visita a Roma del primo ministro Olmert? Lho già detto e lo ripeto  ha continuato lambasciatore  noi veniamo da una democrazia e prestiamo servizio in una democrazia. Siamo consapevoli che nellambito del mondo politico italiani ci siano posizioni molto diverse. Siamo consapevoli che talvolta alcune componenti del mondo politico italiano hanno espresso azioni che non possiamo condividere. Ma siamo qui per parlare con tutti, per spiegare le nostre ragioni a tutti. E siamo ottimisti che prevalga la ragione.
Guido Vitale (direttore@mosaico-cem.it)
CHI E LAMBASCIATORE GHIDEON MEIR
2006 – Ambasciatore d’Israele, Roma.
	2000  2006          Vice Direttore Generale per i Media e gli Affari Pubblici, Ministero degli Affari
	                            Esteri, Gerusalemme 
1998  2000 Direttore Esecutivo, Hadassah Network, Israel
1997 Membro del Conversion Bill Committee (Commissione Yaacov Neeman)
1995  1998 Consigliere del Ministro degli Esteri su Questioni del Mondo Ebraico
1991  1995 Ministro Plenipotenziario e Vice Capo Missione, Ambasciata d’Israele, Londra
1988  1991 Direttore, Training Division, Ministero degli Affari Esteri, Gerusalemme
	                            Tra gli incarichi: training di tutti i diplomatici del Ministero degli Esteri (cadetti
	                             Ambasciatori).
	                            Direttore, Programma Accademico della Rothchild Foundation (“Keren Yad
	                            Hanadiv”)
1985  1988 Consigliere e Vice Capo Missione, Ambasciata d’Israele, Ottawa
	1982  1985          Vice Direttore Divisione del Personale, Ministero degli Affari Esteri,
	                            Gerusalemme
1977  1982 Console e Responsabile Amministrativo, Ambasciata d’Israele, Washington
	                            Membro del team per i negoziati per il Trattato di Pace con l’Egitto. Membro
	                            della delegazione per Camp David (Responsabilità amministrative).
	1973  1977          Assistente, Divisione del Personale, Ministero degli Affari Esteri,
	                           Gerusalemme
Istruzione:
	1983  1985          Laurea di II livello in Amministrazione Pubblica,
	                            Università Ebraica di Gerusalemme
	1967  1972          Laurea di I livello in Geografia e Scienze Politiche
	                            Università Ebraica di Gerusalemme
	1991                     “I Media e la Comunicazione”
	                            Seminario negli Stati Uniti sugli aspetti dei Media e della Comunicazione.
	 
	1991                      “Capi Missione”
	                             Seminario per Capi Missione, Ministero degli Affari Esteri, Gerusalemme
	 
	Servizio Militare:
	 
	1965  1967          Forze di Difesa Israeliane
Dati Personali:
	Sposato con Amira (Cohen)  Docente di Studi Biblici, McGill University, Canada.
	Beit Berel College, Hebrew Union College
Padre di Adi, Irit e Noa
Nato a Gerusalemme, 8/01/1947




