Cupido col Maghen David (ai tempi del web)

Ebraismo

di Carlotta Jarach

Come imbandire l’incontro con una possibile anima gemella a seconda che si prediligano il ghefilte-fish, il tabulè con kibbe, lo hraimi o carciofi alla giudia?, ovvero, che si cerchi un fidanzato in sintonia con le proprie origini culturali? In che salsa, a Milano, avviene l’incontro con un aspirante marito o moglie, quando gli anni, il mondo del lavoro, gli amori del passato finiti male, hanno circoscritto il nostro “giro” a tal punto da capire che da soli non ce la faremo mai a incontrare qualcuno di nuovo? Insomma, che ne è della venerabile e onorata pratica dello schidduch?, e chi è oggi a portarla avanti? «L’anima gemella esiste, il tutto sta nel come e nel dove trovarla. E qui interveniamo noi, con la nostra esperienza e il nostro data-base internazionale di aspiranti mogli o mariti», ci spiegano alla Simantov International, l’agenzia matrimoniale ebraica fondata nel 1975 da Denise Kahn e diretta oggi da Jose Weber. Il loro metodo è molto semplice: una volta inseriti i tuoi dati sul loro sito internet vieni contattato per un colloquio conoscitivo vis à vis.
Ma facciamo un passo indietro e partiamo con un po’ di storia: lo shidduch ha origini bibliche, la Torà ne cita parecchi, e in genere avvengono vicino ai pozzi (vedi Isacco con Rivkà, Giacobbe con Rachel, Mosè con Zipora…): in mancanza di pozzi, oggi preferiamo i bar o i salotti di casa di qualche amico o famiglia compiacente. Ma attenzione: non spaventatevi, quando parliamo di shidduch non intendiamo un appuntamento qualsiasi, qualcosa di disinvolto o disimpegnato con cui “conoscere gente nuova e poi chissà, da cosa nasce cosa”. La faccenda, da sempre, è piuttosto seria, implica una kawanà, un’intenzionalità forte e determinata, una volontà di incontro che punti a un legame vero e, ovviamente, al matrimonio. Cuore o ragione? Entrambi. Apparentemente cacciato dalla porta, il romanticismo spesso rientra dalla finestra: i due si devono piacere, ça va sans dire, meglio se anche fisicamente. Ma a differenza di un appuntamento romantico tout court, che avviene dopo un incontro casuale e in cui il lui di turno si esibisce in una proposta ad uscire insieme – che non necessariamente si conclude con la creazione di una famiglia -, il shidduch presuppone una proposta da parte di un terzo (lo shadchan o la shadchanit, in italiano paraninfo, pronubo, sensale), amico, parente o altro che sia, e si sviluppa nel tempo con un’attenta disamina del carattere, dei desideri e anche dell’integrità dei futuri coniugi.
Come avviene? Innanzitutto, lo shadchan propone a chi cerca moglie o marito vari candidati, e si adopera per farli incontrare, qualora scattasse la scintilla e i due dimostrino interesse l’uno per l’altro. Il ruolo dell’intermediario prosegue per tutta la durata della frequentazione: entrambe le parti pongono domande e scambiano opinioni attraverso di esso, per meglio capire caratteri e desideri del possibile consorte. Lo shadchan si accolla ovviamente anche la possibilità di un fiasco, ovvero l’amaro compito di dover comunicare un eventuale ripensamento.
Approcci, abbracci e baci sono proibiti, perché possono diventare cicatrici emotive qualora lo shidduch non andasse in porto e sfociasse nel sospirato matrimonio. Ci sono poi dettagli che variano a seconda se si appartiene al mondo dei super ortodossi, tradizionalisti o ebrei più secolarizzati: il numero degli incontri preliminari, l’età in cui si inizia – tra i chassidim in genere è a 18 anni-, le varie modalità, cambiano a seconda del milieu di origine. Minimo comun denominatore è di solito la scelta della location degli incontri: consigliabile un posto neutro, appartato, privo di distrazioni e possibili intrattenimenti, privo di va-e-vieni in modo da potersi concentrare l’uno sull’altro affinchè la conversazione frontale fluisca senza intoppi. Non dimentichiamoci che un tempo – pensiamo agli shtetl dell’Europa dell’Est – il shidduch era un eccellente metodo per evitare promiscuità e risultava molto utile per le più sperdute comunità, in quanto lo shadchan dava accesso a numerosi potenziali candidati, provenienti da villaggi vicini, e ciò permetteva di evitare tutte le complicazioni genetiche dei matrimoni tra consanguinei, prima tra tutte la malattia di Tay-Sachs.
«La prima domanda che poniamo ai nostri clienti è: perché ti vuoi sposare? Che cosa cerchi in una relazione e in un futuro di coppia?», spiegano alla Simantov International. «Noi non aiutiamo chi punta a trovare il marito ricco o soltanto una donna che sia bella e basta; il nostro compito è invece di mettere in contatto persone con interessi comuni, che magari vivendo in Paesi diversi non potrebbero mai incontrarsi né conoscersi senza di noi. Nel colloquio chiediamo di tutto, dai gusti alle abitudini, fino a come ci si immagina il partner ideale: cerchiamo di soddisfare i desideri e i sogni di chi ci chiede aiuto, venendo incontro a bisogni ed esigenze, e creando per loro reali possibilità di incontro. A volte può risultare difficile, specie quando si ha a che fare con persone che hanno carriere lavorative importanti, chi passa la vita tra aerei e treni, obbligato a spostarsi e viaggiare molto, ma che comunque non vuole rinunciare a crearsi una famiglia ebraica. E poi ci vogliono molta psicologia e delicatezza, una capacità di leggere tra le righe le personalità, i dolori passati, i caratteri delle persone.
Il vostro è quindi uno shidduch di nuova generazione, ai tempi del web 3.0?
Sì, anche. Vogliamo che il mondo ebraico si incontri, si ritrovi, che le donne e uomini possano trovare nell’altro la felicità; crediamo che in due è meglio che in uno, una mitzvà, nel bisogno che l’essere umano ha di condividere il proprio destino con qualcun’altro, un testimone di noi stessi, matrimonio come realizzazione e risposta a tanta, troppa instabilità esistenziale. I nostri criteri tengono conto del mondo in cui viviamo, ci piace sempre venire incontro al nostro pubblico che è vario ed eterogeneo.
Eterogeneo fino a che punto?
Oh, gli esempi che potrei fare sono tantissimi! Mi viene in mente di un sefardita parigino sui quarant’anni che si sentiva molto solo, che ora è sposato con una donna ebrea siberiana. Oppure c’è la storia, pazzesca, di una coppia che poi si è rivelata perfetta, lui artista molto timido e introverso e lei scoraggiata dalle esperienze amorose precedenti ma desiderosa di trovare un uomo vivace e brillante; erano entrambi di Bruxelles, e prima che li mettessimo in contatto non si conoscevano, pur abitando nella stessa città. In generale le donne che si rivolgono a noi vanno dai 20 ai 40 anni e gli uomini dai 30 ai 50, e quando formiamo le coppie cerchiamo sempre di non eccedere nella differenza di età; inoltre quasi la metà delle richieste viene dai genitori che ci contattano per i figli.
Vi è mai capitato che qualcuno avanzasse una richiesta per qualcun altro, a sua insaputa o contro la sua volontà?
Sì, è accaduto con due amiche di Berlino. Si presentano insieme e una cerca di convincerci che dobbiamo trovare marito all’amica, che però tutto si dimostra meno che intenzionata. Le abbiamo presentato poco dopo un uomo, si sono piaciuti, frequentati e oggi stanno ancora insieme.
Avvenuto il primo colloquio conoscitivo, come si svolge l’iter?
È molto semplice: si viene inseriti in un database visibile solo a noi dello staff, necessario per poter trovare “quello giusto’’ o “quella giusta’’: dopodiché, una volta ottenuto un riscontro, inoltriamo i rispettivi recapiti a entrambi e lasciamo che siano loro a organizzare il primo incontro: in questo sta la magia dell’amore, nel conoscersi.
E se non dovesse avere successo?
Chiediamo sempre un feedback, vogliamo sapere da cosa dipendono i fallimenti e se possiamo intervenire con dei consigli: se viene fatto notare lo stesso difetto, per esempio il non essere puntuale, lo riferiamo al diretto interessato, perché modifichi quel determinato atteggiamento.
Come si muove Simantov nel panorama italiano?
Il vostro è un Paese piccolo, in Comunità spesso vi conoscete tutti: proprio per questo molti si sono rivolti alla nostra Agenzia, per conoscere ebrei fuori dall’ambiente noto… Se volete saperne di più non vi resta che cercare tutte le nostre iniziative sui vari social network!
Info: www.simantov-international.com