di R. I. (foto di ©Cesare Badini)
In viaggio con Kesher / La storia della Germania ebraica non è fatta solo di persecuzione: è una vicenda intessuta di cultura, fede e rinascita. Un’eredità preziosa, che merita di essere custodita e tramandata. E poi nessun clima antisionista: le bandiere d’Israele esposte ovunque. La scelta di Kesher si è dimostrata vincente
Mainz – Worms – Speyer: riuniti sotto l’acronimo di SCHUM, questi luoghi si riferiscono alla “Gerusalemme sul Reno”, culla dell’ebraismo ashkenazita. Le tre città (in italiano Spira, Worms e Magonza) sono state tra le tappe del viaggio di primavera di Kesher, dall’11 al 16 maggio, oltre a Francoforte, Monaco di Baviera e il Memoriale di Dachau. Guide specializzate in percorsi ebraici hanno garantito, insieme all’impeccabile organizzazione di Paola Hazan Boccia, il successo del viaggio Ecco le voci dei partecipanti.
Il viaggio organizzato da Kesher, “Alla scoperta della Germania ebraica”, è stato molto più di una semplice visita a musei e sinagoghe: è stato un cammino attraverso la storia, il dolore e soprattutto, la rinascita di una cultura millenaria. A Francoforte, nel museo della Judengasse e nel cimitero medievale, ho potuto percepire le radici profonde della comunità ebraica tedesca, mentre la sinagoga di Westend, sopravvissuta alla Notte dei Cristalli, mi ha colpito per la sua bellezza solenne e il senso di resistenza che emana. A Mainz, la sinagoga moderna si erge come simbolo di rinascita architettonica e spirituale. I nomi delle lettere ebraiche incisi sulle sue pareti evocano il valore della parola, della memoria, del dialogo. Il museo ebraico e il museo Gutenberg mi hanno ricordato quanto il contributo ebraico alla cultura europea sia stato profondo, spesso invisibile, ma essenziale. A Worms e Speyer ho camminato nella storia: la sinagoga di Worms e il cimitero ebraico più antico d’Europa sono luoghi intrisi di sacralità e silenzio. A Speyer, ho potuto quasi percepire la vita del quartiere ebraico medievale, con le sue scuole, i bagni rituali, le case; tutto parla di una presenza viva e operosa, poi brutalmente interrotta. Ad Augsburg, la sinagoga mi ha colpito per la sua grandezza, la sua eleganza e il senso di dignità che trasmette. Il museo racconta una comunità che ha saputo resistere e reinventarsi. A Monaco di Baviera ho vissuto emozioni forti e contrastanti. Il palazzo del Nymphenburg e la Residenza dei Wittelsbach mostrano il volto splendente della storia tedesca ma il memoriale di Dachau, con la sua gravità muta e opprimente, ha lasciato un segno profondo. Camminare tra le baracche, leggere i nomi, vedere le foto… è impossibile non sentire un nodo alla gola. Eppure, è proprio a Monaco che ho visto la speranza trasformarsi in realtà. La sinagoga Ohel Jakob, moderna e luminosa, e il museo ebraico annesso, testimoniano la rinascita di una comunità. Da soli venti sopravvissuti all’Olocausto, ritornati in città, oggi la comunità ebraica conta oltre 10.000 membri. Una crescita che racconta non solo la forza di chi è tornato ma anche la volontà di ricostruire una presenza viva, attiva, culturalmente ricca. Il villaggio olimpico e il memoriale per le vittime del massacro di “Monaco 1972” sottolineano ancora una volta come la violenza antisemita non sia solo un ricordo del passato ma una ferita tuttora aperta. Tuttavia, l’esistenza stessa di questi memoriali dimostra una presa di coscienza e una volontà di non dimenticare. Questo viaggio mi ha toccato nel profondo. Ho provato dolore, rabbia, commozione, ma anche ammirazione e speranza. La storia della Germania ebraica non è solo una storia di persecuzione: è una storia di cultura, fede e rinascita. Un’eredità preziosa, che merita di essere conosciuta, custodita e tramandata. Sabrina Pavoni (Milano)
Tantissimi ringraziamenti al perno di Kesher, all’ingranaggio perfetto che sblocca ogni difficoltà di questa macchina. Magari Paride il nostro autista meno! E che dire dei nostri traduttori estemporanei? Non ci siamo fatti mancare niente! Neanche il cibo vegano! Piccole derashot a tavola grazie a Dario e all’altro che ci ha fatto da supporto con la sua ironia e splendida moglie. Ogni volta c’è una scoperta nuova e anche l’atmosfera è spesso tragicomica: chi perde qualcosa, chi è stanco ma poi alla fine si torna stanchi ma soddisfatti. Da parte mia ce l’ho messa tutta per “l’animazione”. Spero di non aver disturbato nessuno: se così fosse me ne scuso. Ci vediamo BH alla prossima… Mara Ester Astrologo (Roma)
Confesso che quando mi è stato proposto il viaggio di Kesher in Germania ho avuto qualche perplessità. Ma proprio in Germania dobbiamo andare? – mi chiedevo. Sì, proprio in Germania. Confesso anche che un viaggio in quel Paese con un tour operator qualsiasi non l’avrei mai fatto. Mi sarei sentita vulnerabile, allo sbaraglio. Ma un viaggio Kesher della Comunità Ebraica è tutt’altra cosa. Mi sono sentita, al contrario, protetta, coccolata. E la scelta di Kesher di visitare la Germania ebraica si è dimostrata vincente ancora una volta. Nelle bellissime sinagoghe e nei suggestivi cimiteri di Francoforte e Worms – quest’ultima, insieme a Mainz (Magonza) e Speyer, culla dell’ebraismo tedesco – si è respirata l’atmosfera ebraica di un tempo. Anche i musei ebraici di Ausburg e Monaco sono testimoni di una ricchissima cultura brutalmente interrotta dalla Shoah. Ne è stata una riprova la visita al memoriale di Dachau, campo di formazione – o meglio scuola di violenza – dei soldati delle SS. Sebbene non sia rimasto molto della struttura di allora, i forni crematori restano una testimonianza agghiacciante della vita e delle sofferenze degli internati. Alle note tristi e angoscianti del lager hanno fatto da contraltare le visite al pomposo palazzo di Nymphenburg, nei pressi di Monaco, la residenza estiva dei reali di Baviera, e la Residenza invernale a Monaco dei medesimi reali, ancora più sfarzosa della precedente, con tanto di giardino a perdita d’occhio e stupenda Sala del Tesoro. Last but not least, un fuori programma di grande interesse: la visita al Museo Gutenberg a Magonza con dimostrazione della stampa di una pagina come veniva eseguita nel XV secolo. Occorre anche notare che in Germania non si respira affatto il clima antisionista che c’è in Italia: uno stendardo col Magen David sventolava tranquillo sulle mura del municipio e davanti a una sinagoga uno striscione ricordava che ci sono ancora molti ostaggi nelle mani di Hamas. BRING THEM HOME, recitava. Il tutto senza contestazioni di sorta. In Italia tali manifestazioni di vicinanza a Israele non sarebbero sopravvissute un’ora. Insomma, un viaggio molto interessante, baciato dal bel tempo e caratterizzato da un’atmosfera allegra e conviviale, resa ancor più stimolante dalle perle di saggezza ebraica di Alfonso Sassun e scandito dalle mille attenzioni della nostra adorata Paola. Silvia Hassan (Milano)
Dopo la Provenza e la Toscana, un altro interessante viaggio alla scoperta di tracce e testimonianze della presenza ebraica, questa volta nell’ex Germania dell’Ovest: Francoforte, Magonza, Worms, Speyer, Ausburg, Monaco di Baviera. Viaggio intenso, ben organizzato e sostenuto da alcune buone guide. Senza mettere stellette, ritengo importante la visita del campo di concentramento di Dachau, la cui storia ci è stata raccontata da un’ottima guida. Dachau è stata una vera scoperta, perché la dittatura nazista fin dal 1933 iniziò da qui la vera valanga genocida dell’umanità del Novecento. Gli spostamenti in pullman hanno permesso di cogliere le diversità dei centri urbani connotati dai palazzi del poteri secolari e religiosi, talora coincidenti nelle figure dei principi vescovi. Le strade e le zone di residenza degli ebrei erano collocate sempre nelle vicinanze di una piazza del mercato dove era concesso commerciare. È semplicistico parlare di ghetti, perché spesso non vi erano porte di chiusura notturna. È opportuno invece individuare zone di residenza temporanea, che poteva essere revocata da passaggi dinastici del potere secolare e da eventi pandemici, ma anche negata fisicamente da periodici progrom. Molti luoghi di culto sono scomparsi, cancellati dalla persecuzione nazista. Non sono mancati suggestivi cimiteri e memoriali della Shoah a testimoniare la pur discontinua presenza ebraica. Un capitolo a parte merita la cucina. A Francoforte abbiamo sperimentato una ripetitiva e poco appetitosa cucina vegetariana dal rustico servizio a tavola. A Monaco di Baviera ci siamo riconciliati con il cibo quando siamo giunti allo splendido ristorante kasher: un notevole salto di qualità. Cesare Badini (Milano)
Anche quest’anno ho partecipato al viaggio organizzato da Kesher in Germania. È stata una bellissima esperienza, il gruppo era abbastanza eterogeneo e con le stesse esigenze: bagni a gogò! A parte gli scherzi abbiamo visitato Francoforte e le sue sinagoghe, la città e i dintorni abitate in passato da ebrei tedeschi. Dopo due giorni ci siamo spostati a Monaco di Baviera e la visita a Dachau ci ha segnati profondamente. Ottima è stata l’ospitalità del ristorante casher che ci ha servito pranzi e cene deliziose, fortunatamente non vegane come abbiamo “subito” a Francoforte. Splendido il tempio e tutta la struttura comunitaria. Paola, come sempre, è stata bravissima nel mediare l’esultanza dell’autista, le nostre richieste e gli inevitabili ritardi. Il tempo era splendido. Speriamo di poter partecipare presto ad un’altra avventura! Doris Slucky (Milano)
Il nostro viaggio è iniziato a Francoforte, dove abbiamo visitato i luoghi ebraici, come la sinagoga, il cimitero e il museo della Judengasse, uno dei primi luoghi in Europa in cui gli ebrei furono confinati, ancor prima dell’istituzione dei ghetti. Ci siamo poi spostati nella cosiddetta ShUM, la regione delle città di Mainz, Spyer e Worms, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, dove abbiamo visitato i luoghi ebraici: sinagoghe e rovine di sinagoghe, musei e cimiteri. Questa zona era chiamata Ashkenaz e fu la zona di origine degli Askenaziti che si spostarono a Est pur mantenendo la loro lingua, un misto di tedesco ed ebraico che venne poi chiamato Yiddish. Durante il viaggio per Monaco, abbiamo fatto una sosta alla bella sinagoga di Augusta. Siamo poi arrivati a Monaco di Baviera, la meta forse più interessante del nostro viaggio, anche per le architetture civili, come il palazzo di Nymphenburg e la residenza dei duchi e dei re della Baviera. Monaco, oltre alla sinagoga e al museo ebraico che abbiamo visitato, è importante per alcuni luoghi chiave della storia ebraica. Poco distante ci sono i resti del campo di concentramento di Dachau, entrato in funzione subito dopo l’avvento del nazismo. In epoca moderna Monaco poi è stata tristemente nota per l’attentato alla squadra olimpica nel 1972; ora vi è un memoriale che ricorda quella strage. Come non dimenticare infine le numerose birrerie che abbiamo visto, tra le quali quella in cui ebbe luogo il tentato putsch di Hitler. Il viaggio è stato interessante e ben organizzato e il gruppo era coeso e di piacevole compagnia. Raffaele Picciotto (Gerusalemme)