Humour, dramma, commedia… Tutto il sapore di Israele dal 4 al 9 maggio allo Spazio Oberdan

di Redazione

C’è il volto inquietante di Shira Haas (la giovane attrice della serie Netflix Shtisel). Ci sono storie di bad girls e ragazze ribelli.
O la vicenda esilarante dello scrittore Etgar Keret. Ecco alcuni dei protagonisti della Cine-rassegna CDEC sul cinema israeliano di oggi. Storie vere, docufilm, fiction. Tra i temi, l’identità sessuale, l’handicap, la fede, il multiculturalismo

Hananel è un giovane ebreo religioso che sta tornando a casa in tutta fretta prima di Shabbat. L’incontro inaspettato con Mundir, un autostoppista palestinese, porta Hananel a una serie di peripezie che alla fine gli daranno una lezione di vita, di comunicazione, amicizia e amore. È la trama del film Across the Line di Nadav Shlomo Giladi, uno dei lungometraggi israeliani che sarà possibile vedere a Milano, dal 4 al 9 maggio 2019 nel corso della 12° edizione della rassegna del Nuovo cinema ebraico e israeliano, organizzata dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC, dedicata alla cinematografia israeliana ed ebraica, curata da Nanette Hayon e Anna Saralvo.
«Basandoci in buona parte sulla selezione operata da Ariela Piattelli e Lirit Mash del Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani di Roma – dicono le curatrici della rassegna – abbiamo cercato di “catturare” le opere più significative e che hanno riscosso maggior successo nei vari festival internazionali negli ultimi mesi».
I soggetti toccati quest’anno non si discostano molto dalla produzione internazionale: l’identità sessuale e l’handicap sono i temi privilegiati dalla maggior parte dei registi, affrontati senza infingimenti e con una buona dose di realismo; il tema del multiculturalismo, tanto diffuso in Israele, rimane sempre molto presente.

I lungometraggi in rassegna
Tra i lungometraggi, la rassegna propone Laces, di Jacob Goldwasser, basato sulla storia vera di un adulto-bambino con un leggero ritardo cognitivo, ma con un senso dell’umorismo unico, una risata contagiosa e un ottimismo senza fine. L’attore Dov Glickman ha vinto, per questa interpretazione, il Premio Miglior attore non protagonista agli Ophir Awards israeliani.
Red Cow di Tsivia Barkai è ambientato a Gerusalemme Est, nei giorni precedenti l’assassinio di Rabin, e narra le vicende di Benny, 16 anni, una ragazza rispettosa della gerarchia patriarcale, ma al contempo desiderosa di ribellione e sempre più scettica sul nazionalismo religioso e utopistico del padre. Un film colmo di immagini potenti che descrivono al meglio i burrascosi desideri della sua eroina. Questo lungometraggio ha ottenuto il premio quale Miglior Film al 35° Jerusalem Film Festival.
Il regista Avi Nesher, come nei suoi precedenti lavori The Secrets o Turn Left at the End of the World, nel film The Other Story esplora in modo umoristico e con molto cuore il nocciolo della questione israeliana. In questo film, una testarda giovane donna, interpretata dalla bravissima Joy Rieger, decide improvvisamente di sposare un ebreo ortodosso. Il nonno e i genitori, divorziati e laici, mettono in atto un piano per contrastare l’imminente matrimonio.

The Cakemaker di Ofir Raul Grazier è stato selezionato per rappresentare Israele come migliore film in lingua straniera agli Oscar 2019. Thomas, un giovane pasticciere tedesco, ha una relazione clandestina con Oren, un israeliano sposato che viaggia spesso in Germania per lavoro. Quando Oren muore in un incidente stradale, Thomas parte per Gerusalemme in cerca di risposte sulla sua morte e conosce così sua moglie Anat. Thomas decide di iniziare a lavorare nella caffetteria della vedova, ritrovandosi coinvolto in un modo molto più profondo di quanto avesse potuto immaginare.
Un altro lungometraggio presentato nel corso della rassegna del CDEC sarà Broken Mirrors di Aviad Givon e Imri Matalon. È la storia di una ragazza, interpretata dalla straordinaria Shira Haas (la giovane protagonista della serie Netflix Shtisel), che nutre sempre di più il suo senso di ribellione nei confronti di un padre, ufficiale dell’esercito, che controlla ogni suo movimento e che la punisce ogni qualvolta commette uno sbaglio. Un terribile incidente le causa un insostenibile senso di colpa e, abituata a pagare ogni suo sbaglio, deciderà di partire lontano, mettendosi da sola sulla strada di una drammatica autopunizione.

I documentari e i docu-film
«Anche in questa edizione, abbiamo inserito interessanti documentari ai quali seguiranno approfondimenti e dibattiti», raccontano le curatrici della rassegna Nuovo cinema ebraico e israeliano.
Il primo documentario è Pentcho di Stefano Cattini. Il 18 maggio 1940, il Pentcho, un vecchio rimorchiatore, lascia il porto di Bratislava per arrivare a Sulina, sul Mar Nero. A bordo vi sono 520 ebrei – cechi, slovacchi, polacchi – protagonisti di una terribile odissea.
Un interessante docu-film è dedicato poi allo scrittore Etgar Keret: Based on a True Story di Stephane Kaas, regista olandese che ha scritto la sceneggiatura con il suo vecchio compagno di scuola Rutger Lemm. Entrambi amavano le novelle di Etgar Keret e 15 anni dopo hanno deciso di realizzare un documentario sul celebre scrittore israeliano. Il risultato finale è un mix di documentario, fiction e animazione. Tra i molti premi ricevuti da questa pellicola: un Emmy Award nella categoria “Best Programming”, due premi al Master di Art-Festival in Bulgaria, due premi al Prix Italia a Capri e il premio come Miglior Documentario al Jewish Film Festival a Varsavia. La proiezione di Etgar Keret: Based on a True Story sarà preceduta da una presentazione di Sara Ferrari, traduttrice e docente di Letteratura ebraica contemporanea.

The Museum, di Ran Tal, è invece un elegante documentario sul Museo di Israele che, ospitando una delle più grandi collezioni di arte e antichità al mondo, rivela il suo ruolo centrale nella complicata storia della nazione.
Due docu-film di contenuto storico saranno introdotti da un commento di Liliana Picciotto e sono dedicati a Edoardo Volterra e Enrica Calabresi.
Edoardo Volterra. La vita come dovere, lo studio come passione, di Andreina Di Bruno e Marco Ghisalberghi, è la storia del Rettore che ha ricostruito l’Ateneo di Bologna dopo la seconda guerra mondiale e dato lustro alla Facoltà giuridica romana nella seconda metà del Novecento.

Una donna. Poco più di un nome, di Ornella Grassi, invece, racconta la storia della grande scienziata ebrea Enrica Calabresi, utilizzando spezzoni di fiction, parti documentali sulla vita in guerra, sulle leggi razziali e testimonianze di persone che hanno vissuto in quel terribile periodo.
«Per il secondo anno consecutivo – raccontano Nanette Hayon e Anna Saralvo – ci sarà uno spazio dedicato alla produzione artistica giovanile, con Cheese. Il folle viaggio di 6 eroi, del giovane regista Nathan De Pas; prodotto per la Comunità Psichiatrica Mizar, documenta il viaggio a Roma di pazienti e operatori in occasione della Dream World Cup, mondiale di calcio a 5 per persone con disabilità mentale. Inoltre i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia presenteranno cinque splendidi video su Israele, commissionati dal Ministero del Turismo Israeliano.

 

La Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea
presenta
la 12ma EDIZIONE
NUOVO CINEMA EBRAICO E ISRAELIANO
Milano, dal 4 al 9 maggio 2019
Spazio Oberdan – Via Vittorio Veneto 2 Milano
in collaborazione con la
Fondazione Cineteca Italiana di Milano ed il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani
Giunge ormai alla sua dodicesima edizione, la rassegna cinematografica Nuovo Cinema Ebraico e Israeliano, organizzata dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana di Milano ed il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani.
La filmografia israeliana raccoglie ormai da anni consensi e apprezzamenti a livello internazionale per l’originalità, la spregiudicatezza l’ironia con cui tratta alcuni temi. Gli argomenti delle pellicole di quest’anno non si discostano molto da quelli presenti nella produzione internazionale: l’identità di genere, il mondo delle persone con deficit motori o cognitivi e il multiculturalismo. Temi che i registi israeliani affrontano con estremo realismo e ironia. Per il secondo anno consecutivo ci sarà uno spazio dedicato alla produzione artistica giovanile.
L’iniziativa è rivolta ad un pubblico eterogeneo, sensibile alla cinematografia di qualità e interessato a scoprire aspetti e risvolti della società israeliana poco noti o trascurati. Da questi film si scopre lentamente che Israele non è altro che un microcosmo dove il particolare perde la sua specificità per diventare universale.

film e i documentari vengono proposti in lingua originale, sottotitolati in italiano.

Durante la manifestazione verranno organizzati incontri con personalità della cultura e dello spettacolo per un approfondimento, insieme al pubblico, delle principali tematiche affrontate nelle pellicole. Segnaliamo sin d’ora la presenza di Karl Haim Farkash, testimone diretto della vicenda della nave Pentcho che verrà presentata in un documentario. Il nostro ospite arriverà direttamente da Israele per raccontare episodi che arricchiranno la proiezione.

Clicca qui: SITO WEB DELLA RASSEGNA

A cura di Nanette Hayon e Anna Saralvo

La dodicesima edizione della Rassegna Nuovo Cinema Ebraico e Israeliano è stata, inoltre, resa possibile grazie al nostro sponsor:
Con la collaborazione di:
Centro Ebraico Italiano “G. e V. Pitigliani” – Il Pitigliani Kolno’a Festival
Con il patrocinio di:
Regione Lombardia
Comune di Milano
Ufficio Culturale Ambasciata di Israele – Roma
Associazione “Amici del CDEC”
Comunità Ebraica di Milano

SABATO 4 MAGGIO

h 21.15 Serata inaugurale 12. Edizione NUOVO CINEMA EBRAICO E ISRAELIANO. Saluto delle autorità.

Laces (Jacob Goldwasser, Isr., 2018, 98’)

Gadi è un adulto-bambino con un lieve ritardo cognitivo, ha un senso dell’umorismo unico, una risata contagiosa e un ottimismo senza fine. La morte improvvisa di sua madre costringe Gadi a trasferirsi temporaneamente nella casa del padre biologico, da cui è stato separato per la maggior parte della sua vita. L’amore nascosto tra padre e figlio cresce costantemente perché i due  iniziano a conoscersi un’altra volta. L’infinito ottimismo di Gadi consolerà tutti quando i due dovranno affrontare le tribolazioni che li attendono. Il film si basa su una storia vera e sulla vita del regista.

DOMENICA 5 MAGGIO

h 16.00 Pentcho (Stefano Cattini, Italia/GB, 2018, 80’)

Il 18 maggio 1940 il Pentcho, un vecchio rimorchiatore, lascia il porto di Bratislava sul Danubio. A bordo vi sono 520 ebrei – cerchi, slovacchi, polacchi – intenzionati a discendere il fiume fino a Sulina, sul Mar Nero, dove hanno appuntamento con una nave più grande che li farà proseguire verso la Palestina. Il Pentcho attraversa numerose frontiere e viene ripetutamente bloccato e sequestrato. Quando finalmente raggiunge Sulina, sono trascorsi oltre cinque mesi e la nave che deve trasportare i passeggeri in salvo non c’è più. Il capitano decide coraggiosamente di continuare la navigazione finché il motore, inadatto al mare, si sfascia e il Pentcho si arena su un’isola deserta. Dopo dieci giorni i naufraghi sono soccorsi da una nave militare italiana. L’Italia è però in guerra  al fianco della Germania. Per i naufraghi sarà la salvezza o l’inizio di una nuova odissea?

A seguire, testimonianza di Karl Haim Farkash, interviene il regista Stefano Cattini, conduce Sara Ferrari.

h 18.00 Sara Ferrari racconta lo scrittore Etgar Keret

Etgar Keret: based On a True Story (Stephane Kaas, Isr./NL, 2017, 67’)

I lettori di tutto il mondo hanno imparato ad amare lo scrittore israeliano Etgar Keret per le sue brevi storie surreali ed esilaranti performance. Tanto i suoi racconti quanto gli aneddoti della sua vita condividono una estrema riconoscibilità, nonostante le incredibili assurdità. Quando due giovani olandesi si misero a fare un film su di lui, sapevano che sarebbero state necessarie tecniche diverse per mostrare come funziona la sua mente: attraverso animazioni delle sue storie, rievocazioni dei suoi aneddoti, sguardi dietro le quinte e interviste con familiari e amici (tra cui Jonathan Safran Foer e Ira Glass), scopriamo come l’ossessione per la scrittura e raccontare bugie abbiano salvato la vita di questo straordinario narratore.

A seguire.

Across the Line (Nadav Shlomo Giladi, Isr., 2017, 29’)

Hananel, un giovane ebreo religioso, sta tornando a casa in fretta per Shabbat. Un incontro inaspettato con Mundir, un autostoppista palestinese, porta Hananel incontro a una serie di peripezie che alla fine gli insegnano una lezione di comunicazione, amicizia e amore.

h 21.00 Broken Mirrors (Aviad Givon, Imri Matalon, Isr., 2018, 104’)

Ariella  è un’adolescente  ribelle, in aperto conflitto col padre. La ragazzina vorrebbe poter vivere la sua età come fanno i suoi amici, ma la rigida educazione impostale dal genitore, un militare, la tormenta, trasformando il suo quotidiano in una serie quasi ininterrotta di punizioni. Soltanto nella madre la ragazza può trovare un po’ di ascolto. Ma un terribile incidente inchioderà Ariella ad un insostenibile senso di colpa, per espiare il quale non attenderà la collera paterna, mettendosi da sola sulla strada di una drammatica autopunizione.

LUNEDI’ 6 MAGGIO

h 17.00 Broken Mirrors (replica) (Aviad Givon, Imri Matalon, Isr., 2018, 104’)

h 19.00 Sara Ferrari racconta lo scrittore Etgar Keret

Etgar Keret: based On a True Story (replica) (Stephane Kaas, Isr./NL, 2017, 67’)

h 21.00 The Cakemaker (Ofir Raul Grazier, Isr./D, 2017, 104’)

Thomas è un panettiere che gestisce una ben avviata pasticceria a Berlino, ha una relazione clandestina con Oren, un israeliano sposato che viaggia spesso in Germania per lavoro. Quando Oren muore in un incidente stradale Thomas parte per Gerusalemme in cerca di risposte sulla morte del suo amato e conosce così sua moglie Anat. Thomas decide di lavorare nella caffetteria della vedova ritrovandosi coinvolto nella vita di Anat in un modo molto più profondo di quanto avesse potuto immaginare. Il film è stato selezionato per rappresentare Israele ai Premi Oscar 2019 nella categoria miglior film in lingua straniera.

MARTEDI’ 7 MAGGIO

SPAZIO GIOVANI

h 16.00 Israele: Archeologia e Cultura – Bellezza e Creatività – Enogastronomia – Terre d’Israele – Vacanza Perfetta (Centro Sperimentale di Cinematografia)

Splendide immagini commissionate dal Ministero del Turismo d’Israele.

Introduzione al film a cura di Sara Ferrari.

h 16.30 Cheese! (Nathan de Pas Habib, 2018, Italia, 35’)

Racconta il viaggio a Roma di pazienti e operatori della Comunità Psichiatrica Mizar di Milano per assistere alla II edizione della Dream World Cup, mondiale di calcio a 5 per  persone con disabilità mentale.

Sara Ferrari incontra Nathan De Pas Habib

h 17.15 Laces (replica) (Jacob Goldwasser, Isr., 2018, 98’)

h 19.30 Proiezione riservata AcomeA

Introduzione al film a cura di Ariela Piattelli

MERCOLEDI’ 8 MAGGIO

Introduzione al film a cura di Ariela Piattelli

h 17.00 The Other Story (Avi Nesher, Isr., 2018, 112’)

Un padre separato, il Dott. Yonatan Abadi, riceve una chiamata dalla sua ex-moglie Tali, con un sorprendente annuncio dalla loro figlia Anat. In completo distacco dal suo stile di vita da ragazza frivola, si è fidanzata con un musicista religioso praticante e si è iscritta a un seminario ultra-ortodosso. Sconvolti dal suo misterioso impeto di fanatismo religioso, Yonatan e Tali sono disperati nel convincere Anat a riconsiderare il suo nuovo e radicale percorso, dal quale presto non ci sarà possibilità di ritorno. Ciononostante, più si avvicinano alla loro figlia, più lei vuole prendere le distanze da loro.

h 19.00 The Museum (Ran Tal, Isr., 2017, 72’)

Un elegante documentario che osserva, esamina e fa riflettere sulla più importante istituzione culturale d’Israele, il Museo di Israele. Il film segue i visitatori, guarda gli osservatori, ascolta i relatori e si spinge fino a entrare nei magazzini, nei laboratori e nelle sale conferenza. Il direttore del museo americano, la guardia di sicurezza che canta, il sovrintendente di Gerusalemme, l’ispettore ultraortodosso alla “kasherut”, la guida turistica palestinese e il turista cieco sono solo alcuni dei personaggi che prendono parte a una serie di azioni che complessivamente costituiscono il museo. Per circa 18 mesi il regista Ran Tal ha raccolto immagini della quotidianità del museo che cerca di riflettere e plasmare l’eredità e la cultura israeliane.

SINAGOGA DI VIA GUASTALLA

h 20.30 Ben Gurion, Epilogue  (Yariv Mozer, Isr., 2016, 70’)

Per anni è rimasta sepolta nell’Archivio Spielberg di Gerusalemme una lunga quanto inedita intervista al padre dello Stato di Israele, David Ben Gurion, realizzata dal giovane americano Clinton Bailey nel 1968 a Sde Boker, il kibbutz dove il leader viveva da anni. Ormai fuori dalla scena politica, il grande statista ripercorre la storia e gli eventi di cui si è reso protagonista, tracciando la sua visione sul futuro di Israele, che ha il sapore della profezia. Un ritratto mai visto di Ben Gurion nell’ultima stagione della sua vita.

h 21.00 Lady Titi (Esti Almo, Isr., 2018, 94’)

In un mondo dominato dal problema del razzismo, Worko ha tutt’altro in testa. È un uomo di 27 anni di origine etiope che vive a Tel Aviv e ha un sogno: diventare un cantante famoso. Prende in prestito denaro per creare un video clip. Ma ben presto si rende conto che non ha modo di restituirlo e per salvarsi dalle minacce di morte dei creditori, decide di nascondersi dove vive sua madre e dove è cresciuto. I malviventi lo raggiungono anche lì. Worko per sfuggire si traveste da donna sexy e provocante e prende il nome di “Titi”, diventando la coordinatrice di un gruppo per l’empowerment femminile etiope. Questo è il momento in cui incontra l’amore della sua vita.

GIOVEDI’ 9 MAGGIO

h 17.00 Introduzione alla figura di Edoardo Volterra a cura di Liliana Picciotto.

Edoardo Volterra. La vita come dovere, lo studio come passione. (Andreina Di Brino, Marco Visalberghi, Italia, 2018, 54’)

Il documentario è costruito sulla storia del Rettore che ricostruì l’Ateneo di Bologna, dopo la seconda guerra mondiale. Intende fare luce sulla realtà socio politica vissuta dal docente costretto a lasciare l’Alma Mater, a causa delle leggi razziali del 1938, e sul suo operato una volta rientrato a Bologna, devastata dal punto di vista morale, culturale e materiale.

h 18.15 Introduzione alla figura di Enrica Calabresi a cura di Ornella Grassi e Alessandra Minerbi.

Una donna. Poco più di un nome. (Ornella Grassi, Italia, 2019, 90’)

Il docu-film racconta la breve vita della scienziata ebrea Enrica Calabresi. Donna coltissima, zoologa, segretario della società entomologica italiana, viene cacciata dall’Università di Firenze a seguito delle leggi razziali e va a insegnare alla scuola ebraica di Via Farini. Rimane sempre a Firenze, rifiutando di nascondersi per non mettere in pericolo le persone che potrebbero aiutarla. Viene catturata e si toglie la vita avvelenandosi nel carcere di Santa Verdiana, prima della deportazione ad Auschwitz.

h 21.00 Red Cow (Tsivia Barkai, Isr., 2018, 90’)

Ambientato a Gerusalemme Est, nei giorni precedenti l’assassinio di Rabin, parla di Benny, 16 anni, una ragazza ortodossa che vive sola col padre, che rispetta profondamente, pur essendo sempre più scettica sul suo nazionalismo religioso e utopistico. Un film colmo di immagini potenti che descrivono al meglio le burrascose pulsioni della sua eroina. Premio quale Miglior Film al 35° Jerusalem Film Festival.