La sinagoga Bet Israel a Izmir

Turchia: lanciata molotov contro una sinagoga per “protesta contro Israele”

Mondo

di Nathan Greppi
Giovedì 28 marzo un uomo ha lanciato una molotov contro una sinagoga a Izmir, in Turchia. Secondo Arutz Sheva, essa è caduta sul marciapiede, senza danneggiare la Sinagoga Beth Israel. A riportare per prima la notizia è stata, martedì 2 aprile, la rivista ebraica turca Salom. Una volta arrestato l’attentatore, di cui non è stato rivelato il nome, avrebbe detto alle autorità di aver agito per protestare contro Israele.  

Mustafa Yerenoglu, deputato turco del partito AKP (il partito di Erdogan, ndr) ha espresso la propria indignazione sui social per l’accaduto: “Non vi è differenza tra attacchi che prendono di mira sinagoghe, chiese o moschee; in tutti i casi minacciano la pace sociale con il loro odio,” ha detto.

In una dichiarazione ufficiale, la comunità ebraica turca ha ringraziato il consiglio di sicurezza per la sua prontezza nel catturare l’attentatore.

Sin da quando l’AKP è salito al potere, i crimini di stampo antisemita sono aumentati considerevolmente in Turchia; le aggressioni fisiche sono poche, ma in compenso l’istigazione all’odio verso gli ebrei è diventata sempre più comune: nel novembre 2014, ad esempio, il governatore della provincia di Edirne, nel nord-ovest del paese, ha proposto che una sinagoga della sua città venisse trasformata in un museo come risposta alle politiche di Israele nei confronti della Moschea di Al-Aqsa. Nel luglio 2017, invece, diversi manifestanti tirarono calci e lanciarono oggetti contro la Sinagoga Neve Shalom di Istanbul.

Le istituzioni turche hanno dimostrato in più occasioni di provare ostilità velata nei confronti degli ebrei: nel 2013, uno dei suoi consiglieri ha accusato le lobby ebraiche di essere dietro alle proteste di Gezy Park, mentre sua moglie in passato ha promosso la distribuzione di un film parte della serie La Valle dei Lupi, in cui gli ebrei americani vengono accusati di aver scatenato la guerra in Iraq per vendere in Israele gli organi degli iracheni morti.

(Photo credits: Salom)