Amos Gitai, sulle tracce del padre.

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Traces è il titolo che Amos Gitai ha dato all’installazione in corso al Palais de Tokyo di Parigi in questi giorni.
Le “tracce” evocate dal regista israeliano sono quelle lasciate da suo padre, Munio Weinraub, architetto della scuola del Bauhaus, emigrato in Palestina nel 1934.

Con questa installazione, ha dichiarato il regista israeliano,  “io continuo il mio personale duello con l’architettura autocratica e monumentale” del periodo nazista. “L’architettura, afferma ancora Gitai, “è carica di siginificati. Mio padre si era formato alla scuola Bauhaus, che proponeva un’architettura fragile, minimalista, per niente decorativa. Non è un caso che proprio il Bauhaus fu una delle prime scuole ad essere chiuse quando i nazisti andarono al potere nel 1933”.

Munio Weinraub fu uno degli architetti che “costruirono” Israele come spiega anche la mostra allestita qualche anno fa al Museo dell’architettura di Monaco,  Munio Weinraub | Amos Gitai – Architecture and Film in Israel dove peraltro veniva proposto un confronto fra i lavori di Weinraub e i film di Gitai. Era un modo per gettare uno sguardo diverso -quello del padre e del figlio, di un architetto europeo degli anni ’30 e di un regista israeliano dei nostri tempi – su Israele, il suo sviluppo storico oltre che architettonico. E con questo, anche sul problema del rapporto fra israeliani e palestinesi, un tema molto sentito da Gitai.

Nella mostra di Monaco come quella ora in corso a Parigi e e come in quasi tutte le opere di Gitai, il filo conduttore è quello del rapporto fra passato e presente, fra Storia e Memoria.
Con Traces, con i suoni e le immagini tratte dai numerosi suoi film, Gitai cerca di riprodurre emozioni ed esperienze che, in modi diversi, appartengono alla memoria collettiva di tutti noi.

Ascolta l‘intervista ad Amos Gitai realizzata per Traces

Amos Gitai, Traces
Dal 5 febbraio al 10 aprile 2011
Palais de Tokyo
13, Avenue du President Wilson
75116 Parigi

Alcune immagini dell’installazione di Amos Gitai, Traces

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