Devar Torà/Il vero significato di “occhio per occhio”

9 Febbraio 2013 – 29 Shevàt 5773

Devar Torà
“… Un occhio per un occhio …” (Shemòt 21, 27). I Maestri del Talmùd ci insegnano (Baba Kama 84a) che questa frase non significa che una persona debba rimuovere l’occhio della persona che lo ha ferito o danneggiato. Colui che ha danneggiato l’occhio del suo compagno deve ripagare il valore di quell’occhio. Il Gaòn di Vilna ci insegna che nel verso stesso vi è questa spiegazione. Se la Torà avesse inteso “occhio per occhio” avrebbe scritto ain beàd ain e non ain tàchat ain – occhio sotto occhio, come invece è scritto. Secondo l’ordine dell’alfabeto ebraico le lettere che seguono e sono “sotto” quelle della parola ain – occhio (ain, yud e nun, sono le lettere pei, kaf e sàmekh che combinate tra loro formano la parola kèsef – denaro.
La parola tàchat – “sotto” ci insegna che se una persona danneggia l’occhio di un’altro deve ripagarlo con denaro.

Halakhà
Abbiamo già detto che per la Halakhà la “cottura” avviene solo al di sopra di 42°c, temperatura che viene chiamata “yad solèdet bo” (che scotta la mano). Ogni cosa che si trova al di sotto di tale temperatura, viene considerata fredda e non può cuocere secondo la Halakhà. Il problema della cottura viene trasferito anche alla pentola utilizzata per cucinare. Una pentola che è stata utilizzata per cucinare prodotti contenenti latticini, assorbe automaticamente il “sapore – tà’am-” del latte al di sopra della temperatura sopra citata. Il sapore viene considerato dalla Halakhà come alimento a tutti gli effetti, per cui se subito dopo verrà cucinato un prodotto a base di carne nella stessa pentola, il sapore, considerato come se fosse alimento a base di latte e la carne stessa, si mischiano, per cui verrà trasgredito il divieto di cucinare bassàr e chalàv secondo la Torà con tutte le conseguenze (divieto di consumo e di trarne beneficio). Nel caso in questione, oltre ai divieti relativi al prodotto alimentare, si aggiunge quello relativo alla pentola stessa: la Halachà infatti stabilisce che si vieta l’utilizzo di una pentola in cui siano stati cucinati carne e latte insieme. Inoltre, per quello che riguarda la pentola, non sarà comunque sufficiente la pulizia della stessa, né per annullare il sapore assorbito, né tantomeno per permetterne il riutilizzo dopo avervi cucinato bassàrchalàv.