Devar Torà / Vedere il bene nell’altro

di Ufficio Rabbinico di Milano

12 Novembre 2010 – 15 Cheshvàn 5772

Devar Torà

“Quando ebbe finito di parlare con Avraham l’Eterno se ne andò ed Avraham fece ritorno al suo posto – la sua casa” (Bereshìt 18, 33). Ci ha fatto notare a proposito di questo verso il grande Zaddìk Rabbì Levy Ytzhak di Berdiciow: Avraham non ha inserito nella sua preghiera delle parole per la salvezza di Sodoma, questo perché gli era stato chiarito da Dio che in quel luogo non vi erano neanche 10 tzaddikim – giusti. Nonostante ciò la Torà ci dice che “Avraham fece ritorno al suo posto”, questo a sottolineare che egli tornò a ciò a cui era abituato in tutta la sua esistenza. E cioè che bisogna sempre guardare il prossimo parlando delle cose buone che egli compie, questo anche quando si tratta di un peccatore e un delinquente. Poiché le porte della Teshuvà – del ritorno, non sono state chiuse, come è scritto: (TB Shabbath 127b): “Colui che giudica il suo compagno positivamente viene giudicato positivamente”.

Halakhà

Se due persone stanno mangiando da uno stesso piatto e uno dei due smette di mangiare per bere o per sbrigare qualche piccola faccenda, bisogna che il secondo, per educazione, lo aspetti. Se però i presenti sono tre, gli altri due non devono interrompere il loro pasto a favore del singolo che abbia interrotto. (Kt.Sh.Ar. 42, 8)