Parashat Vayechi. L’importanza dell’attaccamento alla Torah

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Parashàh si apre con Jaacov sul letto di morte, diciassette anni dopo essere arrivato in Egitto. Jaacov benedice i due figli di Yosef, Menashè e Efraim e fino al giorno d’oggi, è tradizione benedire i propri figli la sera dello Shabbat con le parole “Possa HaShem farti essere come Efraim e Menashè”, che nonostante siano cresciuti in diaspora in mezzo ai goym, rimangono devoti e attaccati all’osservanza della Toràh e delle mizvot. Poi benedice ognuno dei suoi figli con benedizioni profetiche e dà rimproveri dove necessario.

Un grande seguito del faraone accompagna la famiglia di Yosef a Chevron per seppellire il padre Jaacov nella grotta di Machpelàh. La Parashàh termina con la morte di Yosef che fa promettere di portare le sue ossa in Eretz Israel quando il popolo ebraico sarà redento.

Commento

Quando Jaacov benedice i suoi figli prima di morire, a Yssachar dice:
“E vide che il riposo era buono, e la terra era piacevole, e si caricò le spalle per sopportare” (Bereshit 49:15).
Cosa significa?
Rav Yerucham Leibovitz spiega che la tribù di Yssachar era nota per la sua devozione allo studio della Toràh. Yssachar sapeva che “il riposo era buono” e che la pace dei sensi era necessaria per padroneggiare lo studio della Toràh. Cosa ha fatto?
“Ha inchinato le sue spalle per portare” – abituandosi a sopportare qualsiasi difficoltà, era in grado di raggiungere il più alto livello di pace dei sensi, in ogni situazione.
Le persone cercano la pace dei sensi cercando di ottenere la pace fisica, cercando la comodità. È esattamente questo a creare stress e tensione nella vita delle persone. Una persona che si abitua ad avere la pace dei sensi solo quando non le manca niente, sarà più tendente ad essere stressata da circostanze inusuali. Una persona che cerca la pace dei sensi nelle comodità fisiche è simile a chi beve acqua salata per placare la sete.
Momentaneamente può sembrare di placarla, ma molto presto la sete sarà ancora più forte di prima.
Quando una persona ha a che fare con una situazione stressante dopo l’altra, può essere travolta.
Come si può riuscire a raggiungere la pace dei sensi? Essere consapevoli degli scopi ultimi della vita – perfezionare il carattere, fare atti di bontà, emulare l’Onnipotente e assomigliarli.
Quando si è consapevoli di quali siano gli scopi della vita, e ci si focalizza su di essi, ci si trova sempre in una sola situazione: raggiungere il compimento degli scopi. Quando si fa propria questa consapevolezza, non si sarà più disturbati dallo stress.
Chi riesce a vedere ogni situazione della vita come un’occasione per raggiungere gli obiettivi finali, sarà meno stressato e maggiormente in grado di superare le difficoltà.
I soldati sono addestrati alla battaglia. Uno dei prerequisiti è quello di avere la pace dei sensi nonostante siano in pericolo e nel caos. Sono addestrati a rinunciare a tutte le comodità, a ignorare le difficoltà e a concentrarsi sulla vittoria come scopo finale.
Allo stesso modo, per avere la pace dei sensi, dobbiamo concentrarci sullo scopo e sapere che la comodità fisica non è né un obiettivo né un mezzo.
Basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin