Lo spettacolo "Oh Mio Dio aprirà Jewish in the City

“Oh mio Dio!”: il teatro yiddish inaugura la quarta edizione del Festival Jewish in the City

di Redazione
Si chiama “Oh Mio Dio!” il divertente spettacolo teatrale con cui si apre la quarta edizione del Festival Jewish in the City che si terrà a Milano dal 1 al 3 dicembre 2018 con tema “Milano, Luci per la città”.

In scena il 1° dicembre 2018 al Teatro Dal Verme (ore 20.30 e a grande richiesta, replica alle 22.30), è un testo originale e profondo, divertente, pervaso nella migliore tradizione yiddish da un umorismo sagace, che diventa, battuta dopo battuta, una vera e propria argomentazione teologica

La storia

Quanti anni ha?». «Cinquemilasettecentosessantasei… la settimana prossima».
«Aha. Già, qualche volta anch’io mi sento così…».

La psicologa Ella riceve un misterioso paziente bisognoso di un consulto urgente, il signor D. Dopo pochi minuti di seduta scoprirà che si tratta niente meno che di Dio, un Dio molto umano, e alla ricerca di una cura per una depressione che dura, giorno più giorno meno, da duemila anni. Non è facile trattare un paziente di una tale levatura, per di più senza una madre da incolpare, ma Ella, con coraggio e ironia, saprà trovare la via per sciogliere i nodi che hanno fatto ammalare Dio, un Dio che si è ritratto dalla Storia, abbandonando la sua sublime creazione al libero arbitrio degli uomini. Un testo originale e profondo, divertente, pervaso nella migliore tradizione yiddish da un umorismo sagace, che diventa, battuta dopo battuta, una vera e propria argomentazione teologica.

Informazioni

Sabato 1° dicembre, ore 20.30
Teatro Dal Verme, Via S. Giovanni sul Muro, Milano

Oh Mio Dio!
di Anat Gov
con Ketty Di Porto e Alessandro Vantini
Regia Ketty Di Porto e Paola Traverso
Light Designer Maurizio Fabretti
Costumi Beatrice Zamponi
Musiche Andrea Gentili

Biglietti: Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
È possibile prenotare la propria partecipazione scrivendo alla segreteria del Festival: segreteria@jewishinthecityfestival.com

Ketty di Porto

Nata a Roma nel 1977, è attrice, autrice e regista. Studia recitazione in Italia e all’estero, seguendo principalmente il metodo Strasberg-Stanislavski. Come attrice lavora in teatro con Fausto Paravidino, Francesco Suriano, Alessandro Fea, Marco Calvani e molti altri. Nel 2013 con l’approvazione di Woody Allen è interprete de La dea dell’amore per la regia di Antonello Avallone nel ruolo che assicurò l’Oscar a Mira Sorvino e sempre con Avollane è protagonista dello storico copione Totò, Peppino e la Malafemmina. Al cinema lavora con Francesco Suriano, Mohammad Soudani e Abel Ferrara. In televisione la troviamo nella fortunata serie Il giovane Montalbano.

Come autrice, scrive diversi corti teatrali messi in scena in questi anni da registi quali Ennio Coltorti, Valentina Rosati, Francesca Staasch. Vince nel 2003 il Premio Medusa “Storie del nuovo Millennio” per Shimessalinu (Che Dio ce ne scampi e liberi), lungometraggio cinematografico attualmente in produzione con fondi ministeriali.

Come regista nel 2016 dirige, insieme a Paolo Traverso Oh mio Dio di Anat Gov e nel 2017 Un cuore per capire. Omaggio a Herbert Pagani.

Nel 2018 è diretta dall’eccellente regista israeliana Orly Noa Rabinyan in Her Israeli Story.

Paola Traverso

Vive e lavora a Roma. Film editor, drammaturga, tra il ‘92 e il 2000 è attrice e aiuto regista per il teatro. Docente di montaggio in laboratori di audiovisivo, drammaturgia e scrittura scenica. Ha firmato il montaggio di numerosi film e documentari tra cui: Adisa o la storia dei mille anni, Ribelli e Sàmara di Massimo D’orzi, prod. Il Gigante; The talking tree e La voce di Rosa di Nello Correale.

La passione per la scrittura scenica e la poesia, la musica e il linguaggio cinematografico è confluita negli anni in una ricerca che accanto al montaggio di film e documentari, ha portato alla realizzazione di lavori più “sperimentali” di video arte, musicali, e alla riscrittura, adattamento e drammaturgia di testi teatrali.

Dal 2009 ad oggi ha firmato insieme all’attrice Angela Antonini drammaturgia e adattamento di alcuni spettacoli, tra cui: Solaris, toccata e fuga, dal romanzo di S. Lem – Ariel. Prime luci della tempesta, uno studio sulla Tempesta di Shakespeare, entrambi con la regia di M. D’orzi. Adattamento drammaturgico e regia con A. Antonini di: Sogno di una notte di mezza estateAntonio e Cleopatra di Shakespeare; il Candelaio di Giordano Bruno (ospitato in numerosi contesti e convegni internazionali); Una relazione sulla mia trascorsa vita di scimmia da un racconto di F. Kafka; Acciòn poètica da testi di J. Cortàzar e A. Pizarnik.

È presidente della società di produzione cinematografica IL GIGANTE, attualmente sta seguendo la produzione e il montaggio del nuovo film doc di Massimo D’orzi Bosnia Express.

Alessandro Vantini

Ha studiato con W. Colombaioni, K. Linklater, F. De Sapio, J. Ragno, S. Strasberg, G. Seacat, J. P. Denizon, Tapa Sudana, Yoshi Oida. Ha debuttato al cinema con Dino Risi nel 1982, in …e la vita continua, ha lavorato con Carlo Lizzani in Nucleo zero (al Festival di Venezia), poi con Edouard Molinaro in Un metier de seigneur, Il processo, di L. Mannuzzi, Figurine di G. Robbiano, L’ultima lezione di Fabio Rosi, Sandra Kristoff di V. Vinci, in 7/8 di S. Landini, Le cose in te nascoste di V. Vinci, Cuts di G. Valli, R. Romboli, D. Di Lalla, A sud del sud di Salvatore Metastasio, Non dimenticare di F. Tota, Il guardiano del ghiaccio di S. Metastasio, Qualcosa dentro di M. Amato. Ha lavorato nell’opera Il cavaliere dell’intelletto, di Franco Battiato, libretto di M. Sgalambro, sulla vita di Federico II di Svevia, nel ruolo di Federico II. In teatro, in breve, ha interpretato Villaggio ne I negri di Genet, Cristiano nel Cyrano, regia di M. Scaparro, Fortunio nel Il candeliere di De Musset, regia di R. Guicciardini, Emone nell’Antigone di Alfieri, Cassio in Otello, Adolf in Creditori di Strindberg, Giasone in Medea, Eddie in Hurlyburly, regia di F. De Sapio, Prospero ne La tempesta, Edipo nell’Edipo re e Creonte nell’Antigone, Belcredi nell’Enrico IV di Pirandello, regia di P. Valerio, un monologo su Amleto. Ha diretto Medea, Edipo re, Antigone e I Capuleti e i Montecchi di V. Bellini.