Studiate, leggete e sarete prosperi

Ebraismo

di Daniela Ovadia

Perché gli ebrei sono diventati ciò che sono, un popolo di commercianti, professionisti e studiosi? La risposta è semplice. Perché a un certo punto della loro storia, quando venne distrutto il Tempio di Gerusalemme, rendendo di fatto impossibile l’espressione di una ritualità legata ai sacrifici e agli obblighi sacerdotali, fecero della Torah il fulcro della propria esistenza, avviando una campagna di alfabetizzazione di massa necessaria al mantenimento di una religione basata sul Libro, cosa che determinò il successivo destino degli ebrei e la loro collocazione economica e sociale. È questa la tesi fondante di I pochi eletti – Il ruolo dell’istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492, un saggio affascinante e complesso, scritto da due economisti, Maristella Botticini, dell’Università Bocconi di Milano, e Zvi Eckstein, dell’Università di Tel Aviv.

Per poter cementare un legame attraverso un testo scritto è necessario saper leggere: è per questo che nel I secolo d.E.V. i rabbini stabilirono una norma che obbligava tutti i padri ebrei a mandare i figli a scuola e che portò, in pochi secoli, a una drastica riduzione della popolazione ebraica in Eretz Israel e nel mondo a causa di conversioni volontarie. Gli ebrei dell’epoca erano infatti principalmente contadini e l’obbligo di educare i figli pesava non poco sulle finanze famigliari. Il passaggio al nascente cristianesimo consentiva loro di non allontanarsi troppo dalla radice culturale del monoteismo biblico evitando però di dover sottostare all’obbligo di studiare. È quindi nell’Alto Medio Evo che, secondo gli autori, il popolo ebraico si trasforma, riducendosi anche nel numero, da nazione di agricoltori in un nucleo di professionisti, artigiani e commercianti che si muoverà nel mondo, forte della propria cultura, alla ricerca di luoghi in cui prosperare.

Il testo, che ha richiesto 12 anni di lavoro su una quantità immane di fonti storiche ed economiche, alterna pagine di narrazione dalla prosa scorrevole e accattivante a parti più tecniche, nelle quali le teorie economiche vengono spiegate e dimostrate con gli strumenti tipici della disciplina, in primo luogo la matematica. È proprio questo connubio a rendere prezioso il volume per chi ama fondare le proprie opinioni sulle solide basi della scienza anche se il testo è assolutamente piacevole anche per chi volesse saltare a piè pari le parti più tecniche.Altri elementi, dicono gli autori, hanno contribuito a determinare una sorta di vantaggio evolutivo del popolo ebraico rispetto alle altre nazioni: l’esistenza di una rete di appoggio attraverso le comunità di tutte il mondo (quello che oggi si chiama networking) e la messa a punto di un codice normativo (prima la Mishnà e poi il Talmud) che fornisce una garanzia anche sul piano civilistico, consentendo, attraverso l’istituzione dei tribunali rabbinici, di dirimere rapidamente le controversie godendo della certezza del diritto. In sostanza, una buona istruzione, la possibilità di incontrare persone fidate in qualsiasi luogo del mondo e l’esistenza di un corpus di leggi sono i tre ingredienti che hanno fatto degli Ebrei un popolo di successo dal punto di vista economico e culturale anche quando la demografia ha giocato a loro sfavore.

Il libro di Botticini ed Eckstein ha un altro grande pregio: quello di sfatare alcuni miti fondanti dell’identità ebraica, in primo luogo quello secondo cui oggi siamo come siamo per via delle persecuzioni che abbiamo subito e dei divieti che hanno costellato la nostra esistenza come popolo. I due economisti ribaltano questa visione, dimostrando, per esempio, che il successo degli ebrei come bancari e prestatori di denaro non è il frutto obbligato delle norme che vietano ai cristiani il prestito a usura, bensì una scelta precisa, basata sulla possibilità di svolgere bene questo lavoro grazie alle competenze acquisite e alla presenza capillare nei luoghi nodali del commercio mondiale. Da questa analisi storica ed economica emerge quindi l’immagine di un popolo che, attribuendo un immenso valore all’istruzione dei figli, si fa artefice del proprio destino e forgia la propria personalità malgrado le persecuzioni e non a causa di esse. (Il libro sarà presentato in Comunità a febbraio).

Maristella Botticini, Zvi Eckstein., I pochi eletti – Il ruolo dell’istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492, Egea-Università Bocconi Editore, 435 pagine, 34 euro