Certificazioni: alla scoperta della kashrut ebraica

Economy«Essere presenti all’Expo era all’inizio per noi un “chalom”, un sogno. Che ora invece diventa realtà». Non nasconde la sua soddisfazione Rav Avraham Hazan del movimento Chabad di Milano e fondatore di Eurkosher, in merito all’iniziativa “Kosher@Expo un percorso nella tradizione alimentare ebraica” che la sua azienda – uno dei principali enti di certificazione kosher in Italia – ha messo a punto insieme al Merkos, ramo educativo del movimento Chabad Lubavitch, con il patrocinio del Comune di Milano.
Un progetto lungo sei mesi che, in concomitanza con l’Expo 2015 dedicata al tema dell’alimentazione, affronta il tema della kashrut sotto il profilo culturale, religioso ed economico.
Il progetto nasce dal desiderio di condividere e comunicare il significato e l’interconnessione tra alcuni valori chiave della cultura ebraica, di cui il cibo è un elemento fondamentale. «Lo scopo è presentare un tragitto nell’alimentazione secondo la tradizione ebraica – continua Rav Hazan – passando attraverso le varie festività e raccontando le nostre tradizioni. Il cibo e l’alimentazione, temi portanti dell’Expo, saranno la chiave attraverso cui faremo conoscere il mondo ebraico all’esterno: anche perché, come diceva il filosofo Feuerbach, “l’uomo è ciò che mangia”». «Una delle mission del Merkos è diffondere la conoscenza dell’ebraismo nella società civile – aggiunge Rav Yigal Hazan, direttore della scuola del Merkos -. Per questo, l’Expo, che è di per sé una vetrina mondiale, sarà un momento molto importante per mettere in risalto i principi, la storia e i valori della kashrut e dell’ebraismo». Non a caso, il Merkos ha dato il suo appoggio al progetto Expo quando ancora Milano concorreva per l’assegnazione dell’evento, sotto la giunta Moratti.
Il primo evento di un fitto calendario di iniziative è un convegno internazionale aperto al pubblico intitolato “Kasherut: l’alimentazione ebraica come opportunità per i consumatori e le aziende”, che si tiene il 14 maggio dalle 9.30 alle 13.00 all’Università Bocconi. Rabbini dei più importanti enti certificatori mondiali (Ortodox Union e OK Kosher), accademici ed aziende certificate si confronteranno sul tema della kashrut sotto diverse chiavi di lettura: religioso, ma anche economico, etico, culturale.
Con un giro d’affari di 200 miliardi di dollari solo negli Usa il kosher, infatti, non è più solo un “fenomeno” (rapporto Eurispes 2008), ma rappresenta un’interessante opportunità di business per le aziende alimentari italiane che vogliono esportare all’estero. A seguire, a fine maggio, vi sarà la seconda edizione di “Challà: amore e fantasia”: un grande evento su prenotazione aperto al pubblico femminile in cui oltre 500 donne si riuniscono ad impastare la challà, il pane dello Shabbat, e a ballare. La serata è organizzata da WOW (Women of the World), ramo del movimento mondiale Lubavitch Womens’ Organization, e vuole far conoscere un’importante tradizione ebraica coinvolgendo centinaia di donne alla scoperta dei segreti per impastare la challà.
Aperta da maggio a ottobre, “La casa 770” di Via Poerio 35 sarà la location dell’info point sulla kashrut e sede di incontri culturali, degustazioni, momenti musicali aperti al pubblico, alle scuole e/o riservati alle aziende.
All’interno degli spazi della casa Chabad di Milano – che prende il nome dalla prima casa costruita nel 1940 al civico 770 di Eastern Parkway, Brooklyn (New York) – un’esposizione su pannelli illustrerà i temi della kashrut attraverso le principali feste ebraiche. Il percorso si concluderà ad ottobre con un grande convegno internazionale sulla donna e sul suo ruolo all’interno della cultura ebraica. “Soul kitchen” – questo il titolo della serata conclusiva -, ha come focus la donna e l’alimentazione come strumenti per mantenere la tradizione, di generazione in generazione, adattandosi alla realtà dei vari Paesi. “Soul kitchen” metterà a confronto quattro diverse cucine ebraiche (libanese, tripolina, giudaico romanesca e persiana) svelando con l’aiuto degli chef il significato dietro ad ogni piatto.