di Marina Gersony
L’ex ostaggio, liberato l’8 febbraio, in un’intervista di un’ora al canale Keshet 12 ha raccontato i dettagli della sua lunga prigionia nei tunnel di Gaza, affamato, incatenato, picchiato. E non lo fa per sé, ma per chi è ancora là sotto, intrappolato nell’oscurità. Lo fa per il suo giovane amico Alon Ohel e per tutti gli ostaggi ancora intrappolati. «Nessuno, nessuno, là sotto deve essere lasciato indietro. Nessuno va dimenticato».
prigionia
Nove mesi di prigionia, il tempo di essere incinte: le paure dei genitori di gravidanze forzate sulle figlie rapite
di Ludovica Iacovacci
Durante l’evento alcuni genitori delle giovani rapite hanno condiviso i loro pensieri e le loro esperienze. Inoltre, si è discusso del supporto psicologico affinché le persone rilasciate possano tornare alla loro vita ordinaria. Particolare attenzione è stata prestata alle potenziali esigenze delle rimpatriate incinte.