Parashà

tzitzit

Parashat Shelach Lechà. Gli Tzitzit, un richiamo di moralità

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Nel caso del giudaismo lo scopo dei segni esteriori – tzitzit, mezuzah e tefillin – è assemblare richiami, sui nostri vestiti, sulle nostre case, le nostre braccia e la nostra testa, per ricordarci che certe cose sono sbagliate, e che anche se nessun altro essere umano ci vede, Dio ci vede e ci chiamerà a renderne conto.

parashat beha'alotekha

Parashat Behaalotekhà. Il valore dell’umiltà

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Chi ha umiltà è aperto a cose più grandi di se stesso, mentre chi ne è privo non lo è. Ecco perché chi ne è privo ti fa sentire piccolo mentre chi ce l’ha ti fa sentire importante. La loro umiltà ispira grandezza negli altri.

Mosè sul monte Sinai (dipinto di Gerome Jean-Léon)

Parashat Behar Sinai. La Torà sancisce uguaglianza e libertà

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La soluzione della Torah, esposta in Behar, è un ripristino periodico delle libertà fondamentali delle persone. Ogni sette anni i debiti liberati e gli schiavi israeliti dovevano essere liberati. Dopo sette cicli sabbatici, l’anno giubilare doveva essere un periodo in cui, con poche eccezioni, la terra tornava ai suoi proprietari originari.

una parashà

Parashat Emor. Amare Dio significa amare l’umanità

Appunti di Parashà a cura di Lida Calò
La convinzione che essere ebreo implichi la ricerca della giustizia e la pratica della compassione, è ciò che ha portato i nostri antenati a rimanere fedeli al giudaismo nonostante tutte le pressioni per abbandonarlo. Essere ebreo significa dedicarsi alla proposta che amare Dio significa amare la sua immagine, l’umanità. Non c’è sfida più grande, né, nel XXI secolo, ce n’è una più urgente.

Parashat Sheminì. L’uomo davanti a Dio deve cancellare se stesso

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Se Nadav e Avihu avessero usato la propria iniziativa per combattere il male e l’ingiustizia, sarebbero stati degli eroi. Poiché hanno usato la loro iniziativa nell’arena del Santo, hanno sbagliato. Hanno affermato la propria presenza nella Presenza assoluta di Dio. Questa è una contraddizione in termini. Ecco perché sono morti.

Shoshannah Brombacher, Tzav

Parashat Tzav. I sacrifici animali, sostituto alla violenza fra uomini

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Non è che Dio approvi l’uccisione degli animali, sia per il sacrificio che per il cibo, ma vietare questo agli esseri umani, data la loro predisposizione genetica allo spargimento di sangue, è un’utopia. I sacrifici animali sono una concessione alla natura umana. I sacrifici sono un sostituto della violenza diretta contro l’umanità.

Parashat Vayikrà. Offrendo un sacrificio, offriamo noi stessi

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Fisicamente, non siamo quasi niente; spiritualmente, siamo sfiorati dalle ali dell’eternità. Abbiamo un’anima divina. La natura del sacrificio, inteso psicologicamente, è dunque chiara. Ciò che offriamo a Dio è (non solo un animale ma) il nefesh habeheimit, l’anima animale dentro di noi.