Stiller e Baron Cohen, arrivano con due divertenti commedie

Taccuino

di Roberto Zadik

L’ebreo americano  Ben Stiller, Sagittario ascendente Gemelli, 50 anni, e il suo correligionario inglese Sascha Baron Cohen, Bilancia 44enne, non si fermano mai e da tempo sono ormai due celebrità e due firme nel campo dell’intrattenimento. Assieme ad Adam Sandler, Vergine, Cohen e Stiller, rappresentano una nuova forma di umorismo ebraico, meno caustico e intellettuale di Woody Allen e più simile ai film demenziali di Mel Brooks o di Peter Sellers . Attori molto bravi e espressivi ma diversissimi fra loro, Stiller e Cohen tornano a divertirci con due nuovi film di prossima uscita.

Infatti il 9 luglio arriva in Italia “Giovani si diventa” una scanzonata e malinconica commedia sul passare degli anni, che in inglese si intitolava “Quando eravamo giovani” ma nel nostro Paese spesso i titoli originali li stravolgiamo, diretta da Noam Baumbach. Il regista aveva già lavorato con Stiller in un bel film come “Lo stravagante mondo di Greenberg” e qui assieme a Stiller e alla brava attrice Naomi Watts è impegnato in una satira generazionale divertente ma anche molto riflessiva secondo lo stile agrodolce di Ben Stiller. L’attore interpreta un regista di documentari, Josh in crisi professionale e in coppia con la produttrice di film, Cornelia. Una relazione apparentemente felice ma senza figli che scorre un po’ monotona fino all’incontro con due giovani. I due ragazzi, sconvolgeranno la loro vita e metteranno in discussione le certezze di Josh e Cornelia portando vitalità ma anche ingenuità, l’arrivismo e il narcisismo di questa epoca basata sull’immagine, sul successo e l’apparenza.

Confronto fra giovani e maturi quarantenni,  il film è arguto e a tratti veramente divertente, e mette in relazione fra loro, il cinismo della mezza età e la superficialità di certa gioventù.  La pellicola si preannuncia ricca di spunti interessanti, diretta con mano sicura da Baumbach e interpretata da un Ben Stiller in gran forma.

L’attore e regista è molto versatile e incostante ed è in giro da quasi vent’anni, ha cominciato nel 1995 con “Reality Bites” (la realtà morde, tradotto fantasiosamente come “Giovani, carini e disoccupati” ) vivace affresco generazionale anni ’90. Successivamente ha  duettato col grande Jim Carrey, sempre dietro la macchina da presa, ne “Il rompiscatole”.

In questi anni, Stiller, ha lavorato incessantemente in una serie di lungometraggi più o meno riusciti e prevalentemente nel ruolo di attore. Davvero efficaci  “Tutti pazzi per Mary” sgangherata e folle commedia dei fratelli Farrelly, quelli di “Scemo e più scemo” ,“Zoolander” e “Ti presento i miei” che ci ha fatto apprezzare il serioso De Niro in versione insolitamente spiritosa. Meno riuscito secondo me, “Tropic Thunder”o la saga dei tre episodi di “Una notte al museo” mentre profondo e bello “I sogni segreti di Walter Mitty” che racconta le fantasie di un noioso archivista sospese fra sogno e quotidianità.

Passando a Sascha Baron Cohen, e trasferendosi mentalmente in Gran Bretagna, con questo attore stravagante e a volte eccessivo, si cambia totalmente tipo di personaggio. Intrattenitore, imitatore e prodigioso trasformista che ricorda molto il compianto Peter Sellers nelle sue mille parti, Cohen, di padre inglese e madre israeliana, è anche lui impegnato in una nuova fatica che non si sa però precisamente quando uscirà. Padre di tre figli e sposato con l’attrice australiana Isla Fisher, lo scatenato Baron Cohen irrompe in questi mesi nelle sale con “Grimsby”, briosa commedia demenziale musicata da suo fratello Erran, compositore e trombettista, la cui uscita potrebbe, secondo vari gossip, slittare dal 26 agosto al febbraio 2016. In attesa di conferme, in questa pellicola, Cohen interpreterà la parte di un goffo e squinternato tifoso hooligan che creerà non pochi problemi al fratello che è una spia.

Fedele al genere demenziale, l’attore è un personaggio molto eccentrico, divertente e a volte un po’ sopra le righe. Dopo una parentesi nella moda, nel 2000 ha esordito nei video musicali, da ricordare il rapper bandito Ali G, nella canzone “Music” di Madonna. Poi Cohen ha continuato a impersonare questo personaggio dandosi a una serie di surreali e esilaranti interviste a vari personaggi famosi americani, da intellettuali e scrittori come Noam Chomsky e Gore Vidal a imprenditori come Donald Trump. Successivamente, Cohen, nel 2006 si è lanciato nel cinema con “Borat” diretto dall’amico Larry Charles anche lui di religione ebraica e autore della famosa serie tv “Seinfeld”. Campione d’incassi, il film l’ha reso famoso a livello internazionale, nella parte di un imbranato e irresistibile giornalista kazako.

Da allora Cohen non si è mai fermato,  facendo ridere il suo vasto pubblico con spettacoli, scenette e gag, sfornando, sempre con l’amico Charles, altri due film. E’ il caso di “Bruno” nei panni di un reporter gay al centro di uno pseudo documentario o di “Il dittatore” parodia dei regimi autoritari ispirata alla ferocia del tiranno iracheno Saddam Hussein, in entrambi i film Cohen si traveste talmente bene da incarnare perfettamente le due parti.

Nella sua carriera, l’intrattenitore, ha lavorato anche con grandi autori come Martin Scorsese che nel 2012 l’ha voluto nel suo “Hugo Cabret” una storia sospesa fra fantasia e mondo del cinema e un omaggio al passato e al cineasta George Melier. Secondo varie indiscrezioni, Baron Cohen doveva essere il protagonista dell’attesissima biografia del geniale Freddie Mercury, leader dei mitici Queen e una certa somiglianza con quei baffetti è innegabile, ma a quanto pare, con mio sommo dispiacere, il progetto è saltato per ragioni misteriose..