Aprile, mese di nuove commedie, da Baron Cohen a Noam Baumbach

Taccuino

di Roberto Zadik

Comincia il mese di aprile e due nuove commedie piene di umorismo ebraico anglo americano arrivano nei cinema. La prima è il nuovo film con il vulcanico e irriverente imitatore e intrattenitore Sasha Baron Cohen, ebreo londinese di madre israeliana, che non sta mai fermo e mi sembrava strano non sentirlo attivo da un po’. Innamorato dell’umorismo demenziale alla Mel Brooks e pronipote di Peter Sellers e delle gag dei Fratelli Zucker, campioni d’incasso per gli “Aerei più pazzi del mondo” e le “Pallottole spuntate” ora il comico – Bilancia, 44 anni -, torna con “Grimsby-attenti a quell’altro” un nuovo film frizzante e fracassone in uscita nei nostri cinema italici, il prossimo 7 aprile.

Subito mi vengono in mente copioni di “007” goffi e stralunati alla maniera di “Austin Powers” interpretato dal suo correligionario americano Mike Myers e cult movie negli anni ’90. Insomma per chi pensa che il cosiddetto “umorismo ebraico” sia solo Woody Allen e battute sarcastiche e intellettuali ha da ricredersi e il filone spassoso-demenziale è altrettanto diffuso fra gli ebrei ashkenaziti del mondo anglosassone, celebre anche l’esempio di Jerry Lewis che da poco ha compiuto 90 anni e di Gene Wilder o di Marty Felmdan. E quindi ora Baron Cohen che attendevamo tempo fa nei mai indossati panni della rockstar Freddie Mercury, film che poi è sparito nell’ombra dopo il tormentone sul web, persevera nella comicità e nel ruolo preferito a cui sembra essersi molto affezionato, quello del “weird” lo stravagante, un po’ pasticcione e simpaticamente disastroso.

Stavolta l’attore padre di tre figli e sposato con la bella attrice scozzese nata nell’Oman Isla Fisher (Acquario), impersona il vivace disoccupato Nobby Grimsby che si reinventa diverse volte per sbarcare il lunario, fino a diventare un agente segreto del corpo britannico dei Black Ops. Implicato in missioni delicate e ad alto rischio e dovrà allearsi al suo detestato fratello, un rissoso hooligan, teppista da stadio, che non rivede più dall’infanzia per affrontare peripezie e situazioni surreali e grottesche a ripetizione. Dopo lo stralunato giornalista kazako Borat, il suo più grande successo commerciale, il Dittatore ispirato a Saddam Hussein e a Gheddafi, ad Ali G con cui esordì nel lontano 1997 nel video della cantante Madonna “Music” e lo stilista gay Bruno, ora Sascha Baruch (Baron è una inglesizzazione del secondo nome  ebraico) diventa una spia e intreccia James Bond e Mr Bean con riferimenti a “Zohan”, altra divertente spy comedy con Adam Sandler con risultati esilaranti e ennesime trasformazioni.

La pellicola è diretta dal brillante regista francese Louis Letellier esperto in film disimpegnati e non certo profondissimi, come “Asterix e Obelix” e “L’incredibile Hulk” che attingono dal mondo dei fumetti e nel cast accanto all’istrionico Sasha compaiono anche Penelope Cruz, scoperta da Almodovar e poi lanciatasi nel ramo commerciale e frivolo da un po’ di anni e Mark Strong, bravo interprete italo-austriaco londinese di nascita che ha lavorato con diversi acclamati registi da Mathieu Kassovitz, di padre ebreo ungherese celebre per il suo “L’odio”, a Roman Polanski in “Oliver Twist”, a Guy Ritchie nel suo “Sherlock Holmes”.

Molto più impegnato e riflessivo invece è il talentuoso regista Noam Baumbach –Vergine 47 anni -, che dopo aver diretto l’amico Ben Stiller in “Giovani si diventa” e ne “Lo stravagante mondo di Greenberg” continua con la sua vena umoristico-intimistica nel nuovo “Mistress America” una storia tutta al femminile che sbarcherà nelle sale italiane, la settimana successiva il 14 aprile. La trama vede come protagonista l’avvenente Greta Gerwig già vista in altri film di Baumbach che interpreta una timida matricola del college, Tracy, delusa dalla sua vita accademica e sentimentale in fuga in cerca di fortuna nella caotica e stressante New York. Sogna di essere una scrittrice, come me, di realizzarsi e entrare in qualche prestigioso ingranaggio culturale e letterario che la lanci verso il successo ma fatica a coronare i suoi sogni e si sente sola e orfana di padre. Improvvisamente cambia tutto nella sua vita grazie alla sorellastra Brooke che molto più estroversa e intraprendente la convincerà a scrivere il racconto della sua vita. Una trama stimolante e piena di situazioni e colpi di scena, fra umorismo e introspezione per un regista come Noah Baumbach che in pochi film è riuscito a esprimere con leggerezza contenuti introspettivi e sentimentali non banali.

Di padre ebreo e madre protestante, Baumbach è figlio di uno sceneggiatore cinematografico, Jonathan e di una giornalista musicale e dopo il burrascoso matrimonio con l’attrice Jennifer Jason Leigh ora è fidanzato con la Gerwig, attrice californiana di origine tedesca e protagonista di questo suo ultimo film che l’ha molto affiancato e aiutato anche negli altri suoi lavori.