Hoffman-Sandler: la nuova commedia “Mr Cobbler e la bottega magica”, fra fantasia e riflessione

Taccuino

di Roberto Zadik

In estate la stagione cinematografica, fra luglio e settembre, si ferma e in questa stagione umida e calda si ha l’occasione di ripescare i film persi nel vortice del resto dell’anno o di gustare commedie brillanti che escono proprio in questo periodo. È il caso del nuovo film “Mr Cobbler e la bottega magica” uscito l’anno scorso negli Stati Uniti e in arrivo, il prossimo 21 luglio, con un “leggero” ritardo, nei nostri cinema.

Nella pellicola, diretta dal bravo Thomas McCarthy – quello del “Caso Spotlight” – ci sono due protagonisti del cinema ebraico americano, come l’icona Dustin Hoffman, 82 anni il prossimo 8 agosto (Leone ascendente Capricorno) e Adam Sandler, 50 anni il 9 settembre, (Vergine ascendente Vergine). Due interpreti diversi ma complementari: Hoffman è  esponente di un cinema più serio e impegnato, si pensi a interpretazioni come “Il laureato” che cominciò nel 1968 la sua folgorante e lunga carriera, al “Maratoneta” o a “Rain Man” grande successo del 1988, capace però anche di ruoli vivaci come “Tootsie”, mentre Sandler è invece diventato celebre per spassose commedie fra gli anni ’90 e duemila, da “Zohan” a “Un tipo imprevedibile”. Ora duettano in questo film a metà fra umorismo, spunti di riflessione e momenti di sogno e fantasia.

Ma di cosa parla questo film? Sandler qui mette i panni di un simpatico calzolaio, di nome Max Simkin, che sta vivendo un momento di crisi lavorativa e esistenziale e lavora assieme al padre Abraham, impersonato da Dustin Hoffman in un negozio di scarpe. Sogna di cambiare vita, ha dei rimpianti sul suo passato ma non si arrende e improvvisamente trova un oggetto che gli cambierà la vita. A un certo punto della trama, egli scoprirà una magica macchina per riparare le suolette delle scarpe dei suoi clienti e indossandole, e qui entra l’elemento fantastico del film, potrà entrare nella vita dei suoi clienti e vivere la loro condizione. Come si dice in Italia, riuscirà a “mettersi nei loro panni” che in slang americano si dice “to wear my shoes” (indossare le mie scarpe) come diceva il grande Bob Dylan nella sua bellissima “Positively 4th the street”. Sandler dunque ci fa riflettere sulla speranza, sulla combattività e sul potere benefico dell’immaginazione che spesso viene tralasciata in questa società pragmatica e consumista, con un bel film che fa sorridere ma anche pensare, come spesso l’umorismo ebraico e non solo sono in grado di fare, con battute divertenti e momenti di riflessione e introspezione. Nel cast altri bravi interpreti come il caratterista Steve Buscemi, notevoli sue interpretazioni in famosi film anni ’90 come “Le iene” e “Pulp Fiction” diretti dallo scatenato Quentin Tarantino, e Ellen Barkin, che ha lavorato con bravi registi, da Tony Scott a Steven Soderbergh oltre al sempre attivo Hoffman che nonostante la sua età non si ferma mai e che recentemente è diventato anche regista col suo nuovo film “Quartet”.