Dopo “Quasi amici”, il ritorno di Nakache e Toledano a ritmo di “Samba”

Taccuino

di Roberto Zadik

Torna alla carica la coppia di registi Eric Toledano e Olivier Nakache, due simpatici quarantenni, ebrei sefarditi doc francesi di chiare origini maghrebine, con il loro nuovo lavoro “Samba” che uscirà il prossimo 23 aprile nei cinema italiani. Reduci dal grande successo del loro primo lavoro “Quasi amici” una scoppiettante commedia sull’amicizia e sull’integrazione con il bravo intrattenitore di origine senegalese, Omar Sy ora i due cineasti ci riprovano con questo nuovo lavoro. Si riderà si ma sempre con un tocco di malinconia e di introspezione come in tanti grandi film comici che non si limitano alla risata ma sanno andare oltre.

Il cinema francese sta cambiando direzione e chi pensava che le pellicole d’oltralpe fossero solo grandi film concettuali e francamente splendidi firmati da leggendari registi come Francois Truffaut, i noir raffinati e sornioni di Chabrol e  gli amori tormentati di Eric Rohmer e di Andrè Techine, memorabile il suo “L’età acerba”, dovrà ricredersi. Infatti malgrado il difficile periodo che la Francia sta attraversando, con ripetuti  e tremendi fenomeni di intolleranza, violenza e antisemitismo, o appunto per questo, il pubblico francese ha sempre più voglia di svagarsi e infatti continuano a uscire  filmetti leggeri e disimpegnati.

Così dopo “Giù le mani dalle mie figlie” che, guarda caso ironizzava sul tema dell’integrazione, è il turno di questo “Samba” che ha più o meno lo stesso tema con maggiore emotività e spessore ma sempre restando nel genere della commedia. Protagonista di questo lungometraggio oltre a Sy anche l’affascinante e versatile Charlotte Gainsbourg che ormai a 44 anni è una star dopo aver recitato in vari film e sfornando album come cantante. Figlia d’arte del geniale musicista ebreo francese Serge Gainsbourg e della modella inglese Jane Birkin, la Gainsbourg ha una personalità delicata e al tempo stesso decisa e in questo film interpreta la parte di una dirigente d’azienda stressata e sull’orlo di un esaurimento nervoso.

Ma cosa c’entrano lei e Omar Sy? Appunto le loro vite sono agli antipodi fino al fatidico incontro fra i due.Infatti nel film Sy impersona l’immigrato Samba che da il nome al film e non c’entra nulla coi famosi balli brasiliani mentre la Gainsbourg interpreta Alice, una manager stressata e esaurita. La  nuova fatica dei due registi attinge il suo copione dall’omonimo romanzo della scrittrice e sceneggiatrice Delphine Coulin e rappresenta un leggero ma importante cambio di genere rispetto al divertente “Quasi amici”.

Più sociale e impegnato, il nuovo film di Nakache e Toledano affronta il complesso tema dell’immigrazione e della diversità culturale in una società estremamente multiculturale e “multi conflittuale” come quella francese dove i film sociali abbondano, pensiamo al bellissimo “L’odio” di Mathieu Kasovitz, al misterioso e sornione “Couscous” di Abdelatif Kechiche  e al durissimo e affascinante “Il profeta” di Jacques Audiard. Ebbene senza la drammaticità di questi ultimi titoli, decisamente “forti” il film comincia con la dura vita di Samba immigrato dal Mali e che poi verrà emarginato e rifiutato dalla sua patria d’adozione, la Francia che lo tratterà come un clandestino e lui dovrà lottare per condurre una vita normale.

Dopo questo inizio però spunta sempre di più la risata e le battute non mancano anche grazie alla trascinante simpatia di Omar Sy e al suo umorismo irriverente ma mai offensivo che nel film dimostra il suo talento di intrattenitore espressivo e energico confermando anche la versatilità della Gainsbourg  capace di passare fra vari generi con classe e disinvoltura e questo per un’attrice è decisamente un bel traguardo.