Cinema e ebrei ortodossi, torna la Burstein con “Appuntamento per la sposa” dall’8 giugno al cinema

Taccuino

di Roberto Zadik

E così si torna a parlare di cinema israeliano a nemmeno un mese dalla conclusione del Festival annuale allo Spazio Oberdan con due film in arrivo l’8 giugno nei cinema nostrani. Quello tanto atteso della brava attrice e regista Nathalie Portman da Amos Oz “Sognare e vivere” (la traduzione italiana come al solito è un po’ romanzesca) e “Appuntamento per la sposa” della brava regista Rama Burstein acclamata esordiente nel suo “La sposa promessa” uscito due anni fa con inaspettato successo di pubblica e critica.

La Portman e la Burstein rappresentano due anime femminili opposte di Israele, la prima star laica e ormai hollywoodiana di prima qualità sposata col ballerino francese Benjamin Millepied (davvero un cognome azzeccato per un danzatore) 36 anni da compiere il 9 giugno (Gemelli ascendente Scorpione), mentre la seconda proveniente da ambiente religioso e americana immigrata nello Stato ebraico, madre di quattro figli e diventata ortodossa a 25 anni (ora ne ha 50). Laici e religiosi si confrontano e spesso e volentieri si sconbtrano nel mondo ebraico mondiale e specialmente in Israele e registi come Amos Gitai si sono mostrati molto aspri e critici verso di loro diverse volte con film com “Kadosh” che aveva fatto molto scalpore.

Concentrandoci sulla Burstein, esempio di Baal Teshuva, ebrea diventata religiosa e entrata nell’ambiente dei Haredim è un personaggio molto particolare che, unisce e non è affatto facile, senso artistico e passione per il cinema e per l’arte all’osservanza dei dettami religiosi, sul complesso rapporto fra arte e religiosità parlava il bellissimo libro di Chaim Potok “Il mio nome è Asher Lev”. Ebbene qui torna col film “Appuntamento per la sposa” che uscirà fra pochi giorni. Ancora una volta una storia al femminile e che ruota attorno al tema del matrimonio, una vera ossessione per questa regista visto che se ne parlava anche nel primo, ma qui la trama è totalmente diversa. Michal interpretata dalla brava Noa Koler è in attesa di sposarsi con un certo Gidi che però cambia idea e decide di lasciarla tre settimane prima del “grande giorno”.

Commedia estremamente ironica e vincitrice del prestigioso Premio Ophir per la sceneggiatura dove la protagonista non si dà per vinta e dopo la “botta” cerca il marito che riempirà il vuoto lasciato dal promesso sposo. Ma chi sarà il prescelto e come sapere qual è la persona giusta? Snodandosi fra i tortuosi sentieri dell’animo umano ma con brio e vivacità, il film approfondisce il tema complesso della ricerca dell’”amima gemella” per “amare e essere amata” come dice Michal nel trailer della pellicola. E nel novero dei suoi pretendenti, il film tratteggia in maniera gustosa personaggi come il religioso Shimi e una rockstar come Yos che è affascinato dalla ragazza ma rifiuta qualunque osservanza religiosa. Una divertente corsa contro il tempo o un film intimista e di contenuto? La trama si dipana fra questi due registri, commedia e analisi psicologica dei singoli e delle complesse e affascinanti dinamiche sentimentali e emotive, fra laici come la rockstar e religiosi, mostrando al grande pubblico un mondo come quello degli ebrei ortodossi che a parte i romanzi di Potok o del grande Isaac Singer era rimasto per molto tempo sconosciuto e inesplorato sia in Israele che fuori. Michal avrà solo 22 giorni per trovare il nuovo marito in una galleria di personaggi e situazioni davvero coinvolgente che mischia intrattenimento e indagine sociologica.

Specializzata nei rapporti uomo-donna, la Burstein vincitrice di vari premi sia per il suo esordio che per questo film. Intervistata da vari siti e quotidiani, negli ultimi quattro anni, la regista sposata con quattro figli, ha rivelato di essere sempre stata interessata al cinema, di aver ripreso recentemente, dopo anni dedicati a religione e famiglia, cresciuta a Tel Aviv e diplomata in cinema alla prestigiosa Sam Spiegel School di Gerusalemme. Negli anni ha rivelato di aver realizzato una serie di film destinati solo alle donne Haredi, ma poi cinque anni fa la decisione di lanciarsi sulla scena internazionale. Prima con una storia più cupa come “La sposa promessa” col quale la protagonista Hadas Yaron si è aggiudicata la Coppa Volpi e ora con questa “commedia rosa” a tinte sociali. Vedremo quali saranno le prossime creazioni di questa vivace cineasta.