Una scena della terza stagione di Shtisel

Shtisel: la terza stagione non convince del tutto (almeno chi scrive). E in Usa c’è chi pensa a farne un film

di David Zebuloni
Partiamo da un presupposto fondamentale: Shtisel è un piccolo grande capolavoro cinematografico. Su questo non vi è alcun dubbio. Tutto all’interno dell’acclamata serie tv, infatti, funziona alla perfezione. Il casting è composto dai migliori attori israeliani del momento. La trama risulta sempre credibile e avvincente, senza mai sfociare nel banale. Le ambientazioni e i costumi sono talmente fedeli alla realtà, da convincere persino gli spettatori più severi; quelli ultraortodossi. Le prime due stagioni hanno dunque riscosso tanto interesse in Israele, da sbarcare persino su Netflix, il gigante dello streaming. Il successo era assicurato, nulla poteva andare storto. Poi è uscita la terza stagione, l’attesissima terza stagione, e il successo è stato confermato. Le aspettative non sono state deluse. Eppure, la percezione d’un tratto è cambiata e un leggero senso di insoddisfazione ha preso il sopravvento su chi scrive questo articolo.

Andiamo per ordine e partiamo dalla trama, priva di alcun tipo di spoiler ovviamente. Anche nella terza stagione, come nella prima e nella seconda, tutto gira intorno all’amore. Cinquanta sfumature di amore (kosher) che intrattengono, divertono, stancano, commuovono. Tutti amano in Shtisel, o perlomeno tutti vorrebbero amare. Dal più piccolo al più grande, dal più giovane al più vecchio. Una misteriosa ragazza entra infatti nella vita del bello e dannato artista Akive, una gentile ed elegante signora attira le attenzioni del tragicomico Shulem e due docili ragazze si contendono il cuore dell’altrettanto docile Yossale. E non è tutto: un’inaspettata gravidanza riesce a sconvolgere le dinamiche interne della famiglia Shtisel. Ecco, questo è quanto si può dire senza svelare troppo. Dove sta allora il problema?

Innanzitutto la trama risulta troppo tragica rispetto alla vena comica che ha sempre caratterizzato la serie tv. Troppi lutti, troppi drammi e troppo poco sano humor. L’atmosfera si fa a tratti pesante e l’improbabile spensieratezza che ci regalava la famiglia Shtisel, ha lasciato spazio alla malinconia. Per di più, troppe storie navigano parallele in questi nove episodi, spesso non incontrandosi mai e lasciando grossi interrogativi sulle numerose incongruenze temporali. Come si suol dire, pare che gli autori abbiano gettato “troppa carne al fuoco”, non riuscendo così a gestire il tutto e scandendo un ritmo che non sempre rende giustizia all’opera. Si poteva dunque sfoltire la trama, alleggerirla, e conferire un po’ più di omogeneità. Il cinema, d’altronde, spesso ci insegna che less is more. Meno si mette, più si ottiene.

A favore della serie, invece, rimane il casting eccezionale. Il migliore che esista ad oggi nello Stato Ebraico. Una sfilza di attori straordinari, uno più talentuoso dell’altro, che riescono ad entrare nel profondo dei personaggi e trasmettere emozioni fortissime agli spettatori. Basta uno sguardo di Shulem o un sorriso di Ruhami, infatti, affinché l’intera puntata riceva un tono diverso una sfumatura particolare. Proprio così. Questi attori sono talmente bravi e credibili, talmente appassionanti e devoti ai loro personaggi, che potrebbero persino sedersi in una stanza vuota senza spiccicare parola, e la trama risulterebbe comunque avvincente. Altro punto a favore della terza stagione, è la sua continua ricerca di complessità. In questo Shtisel continua ad eccellere. In questo Shtisel non ha rivali. Non esistono buoni o cattivi all’interno del loro mondo, non esistono giudizi o condanne. Nell’epoca nella quale viviamo, dove pare esistere un muro invisibile che divide i laici dai religiosi, ecco che l’acclamata serie tv riesce a creare un ponte, ad aprire una finestra, senza mai incolpare o incriminare nessuno.

Presto al cinema?

Ma le sorprese non finiscono qui: secondo quanto riportato dal quotidiano Israel HaYom, pare che sia previsto un imminente riadattamento cinematografico di Shtisel per la televisione statunitense. Il remake americano sarà dunque scritto da Lauren Gussis e diretto dal premio Oscar Kenneth Lonergan e consisterà in una versione moderna di Romeo e Giulietta,  incentrata però sulla figura di una giovane donna laica di successo ultra-progressista e di un rigoroso giovane uomo ultraortodosso estremamente osservante. Un personaggio misterioso da cui lei è attratta a tal punto da essere disposta a sradicare tutta la sua vita per stare insieme a lui. D’altronde Shtisel ci ha insegnato che non esiste amore abbastanza impossibile, da non poter essere coronato. Vero?