Le star di Hollywood contro Hamas

Spettacolo

hollywoodArnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Minnie Driver, ma anche Mayim Bialik, Kelsey Grammer, Seth Rogen e Sarah Silverman: sono solo alcuni dei circa 200 personaggi del mondo di Hollywood che si sono riuniti nel gruppo di sostegno a Israele chiamato Creative Community for Peace and Friends. Un gruppo che si dice eterogeneo, i cui componenti non condividono tutti la stessa opinione su quale sia la strada migliore per la pace in Medio Oriente. “Ma – si dichiara in una nota – tutti siamo concordi sul fatto che indicare Israele, l’unica democrazia nella regione, come obiettivo di boicottaggi culturali, mentre si ignorano i diritti umani dei suoi vicini, non porterà alla pace”.

E sono dunque i quasi 200 componenti del gruppo ad avere firmato un documento molto critico nei confronti di Hamas, a cui non è permesso “far piovere missili sulle città israeliane, e neanche tenere il proprio popolo come ostaggio”, si legge nel documento. “Gli ospedali sono fatti per guarire, non per nascondere armi. Le scuole per imparare, non per lanciare missili. I bambini sono la nostra speranza, non i nostri scudi umani”.

La lettera di critiche a Hamas
“Noi sottoscrittori siamo rattristati dalle perdite devastanti di vite fra gli israeliani e i palestinesi a Gaza. Siamo addolorati per le sofferenze delle due parti del conflitto e speriamo in una soluzione che porti pace nella regione.

Ma nell’essere fermi e solidi nel nostro impegno per la pace e la giustizia, dobbiamo anche essere determinati contro le ideologie di odio e genocidio espresse nell’articolo 7 dello statuto di Hamas: ‘C’è un ebreo dietro di me, vai e uccidilo!’. Il figlio di un fondatore di Hamas ha lui stesso fatto commenti sulla vera natura dell’organizzazione.

Hamas non può far piovere missili sulle città israeliane, e neanche tenere il proprio popolo come ostaggio. Gli ospedali sono fatti per guarire, non per nascondere armi. Le scuole per imparare, non per lanciare missili. I bambini sono la nostra speranza, non i nostri scudi umani.

Ci uniamo tutti in sostegno di valori democratici in cui crediamo fermamente e nella speranza che il potere catartico e trasformatore delle arti possa essere utilizzato per creare ponti per la pace.