di Nathan Greppi
Già proposto per rappresentare Israele agli Oscar per il Miglior Film Internazionale (senza ottenere la candidatura), il 28 agosto è uscito nelle sale italiane. Un film intenso, sul dolore di una perdita e delle reazioni che essa può mettere in atto in chi rimane.
Quando la perdita di una persona cara avviene in maniera improvvisa e inaspettata, si può reagire in diversi modi: alcuni si rinchiudono in sé stessi soffrendo in silenzio, mentre altri cercano di superare il dolore cercando un nuovo legame, nell’illusione che questo possa sostituire quello che è stato reciso.
Il secondo caso è alla base del film Come Closer, primo lungometraggio della regista e sceneggiatrice israeliana Tom Nesher (figlia di Avi Nesher, cineasta di grande successo in Israele). Già proposto per rappresentare Israele agli Oscar per il Miglior Film Internazionale (senza ottenere la candidatura), il 28 agosto è uscito nelle sale italiane.
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Poco dopo avergli organizzato una festa di compleanno a sorpresa sulla spiaggia di Tel Aviv, la giovane Eden Atlas (Lia Elalouf) perde improvvisamente il fratello Nati (Ido Tako), investito da una macchina. Rovistando tra le cose del fratello scomparso, viene a scoprire che questi aveva una fidanzata di nome Maya (Darya Rosenn), della cui esistenza aveva sempre tenuto all’oscuro sia la famiglia che gli amici. Una volta rintracciata Maya, Eden inizia a stringere una forte amicizia con lei, che ad un certo punto porterà a degli sviluppi imprevedibili.
Frutto di una co-produzione italo-israeliana, il film è liberamente ispirato ad una vicenda personale della regista: il 27 settembre 2018, suo fratello Ari è morto a causa di un’incidente stradale quando aveva solo 17 anni, il giorno dopo il suo compleanno.
Per come ci viene presentata, Eden è un personaggio particolare: frivola e sessualmente promiscua, tanto da avere una relazione segreta con un uomo sposato, dopo che i genitori hanno divorziato quand’era piccola ha sviluppato un attaccamento quasi morboso nei confronti del fratello. E alla sua morte, cerca in Maya un legame “surrogato” che possa riempire il vuoto che si è creato dentro di lei. Attaccandosi a lei in maniera morbosa, crede di poter tenere in vita i legami che loro due avevano con Nati, non volendo accettare il fatto che lui non tornerà più.
La Elalouf riesce a rappresentare egregiamente le emozioni contrastanti che si affollano nella mente di Eden a seconda della situazione: dal desiderio di lasciarsi andare per cercare di dimenticare il dolore, all’angoscia quando questo la investe in pieno; dagli scatti d’ira improvvisi che talvolta la rendono inquietante al rimorso che la tormenta quando si rende conto di aver fatto del male a qualcuno a cui vuole bene.
Anche la Rosenn riesce a mostrare in maniera convincente emozioni diverse tra loro, dalla gioia alla rabbia e dalla paura alla tristezza. Mentre tra gli altri membri del cast, si fanno notare gli attori che interpretano i genitori di Eden, Yaakov Zada-Daniel e Netta Garti, entrambi già noti per i loro ruoli ricorrenti nella serie televisiva Fauda.
L’ambientazione è resa in maniera convincente, oltreché dalle immagini anche dalla scelta di fare ampio uso della musica tipica della movida di Tel Aviv. A livello di sceneggiatura, l’unico aspetto discutibile è l’approccio superficiale delle due ragazze verso la Shoah, quando Maya va ad Auschwitz in gita scolastica. Anche se forse intendeva criticare la banalizzazione dell’argomento da parte delle giovani generazioni, la Nesher poteva evitare certe modalità.
Già vincitore di quattro Premi Ophir (l’equivalente israeliano degli Oscar americani o dei David di Donatello per l’Italia), tra cui quello per il Miglior Film, nel 2024 Come Closer è stato assai boicottato all’estero a causa della guerra in corso: dopo essere stato rifiutato dal Sundance Film Festival, inizialmente è stato espulso anche dal Tribeca Film Festival, dove tuttavia è stato riammesso in un secondo momento riuscendo a vincere il Viewpoints Award. Un motivo in più per andare a vederlo, affinché l’arte venga giudicata in base al merito invece che in base a preconcetti di natura politica.