Borat: Il film culto che ha diviso l’America.

Spettacolo

Borat, il telereporter Kasako antisemita, razzista, misogino e omofobo mostra gli aspetti più spiacevoli e nascosti della società d’oggi (americana o del Kazakhistan), in una satira spinta ai limiti estremi che può disgustare o entusiasmare, e che è valso al film molte denuncie
e proteste. Arriverà in Italia a Febbraio e sicuramente dividerà la comunità ebraica.

Borat: Cultural Learning of America For Make Benefit Glorious Nation of Kazakhistan è il film più irriverente, aggressivo, grottesco, comico e geniale della stagione cinematografica e negli Stati Uniti non si fa che parlare di questo, divide il pubblico, la critica, l’America e per vederlo bisogna fare lunghissime code. È un film antisemita o denuncia gli antisemiti? È un film misogino o denuncia chi lo è?

Secondo il comico britannico Sacha Baron Cohen, 35 anni, protagonista del film e ebreo ortodosso, il suo obiettivo è di fare vedere l’antisemitismo nascosto, di fare emergere in superficie il vero pensiero delle persone che si dicono perbene. Ma si può ridere a crepapelle come succede nelle sale quando il protagonista convinto che una coppia di ebrei sia diventata degli scarafaggi li butta dei soldi addosso per distrarli (dato che si sa gli ebrei sono avidi) e poter scappare?
La Anti-defamation league ha rimproverato il comico, mettendo in guardia che ci sono persone che non vedono certe scene del film come uno scherzo. E soprattutto gli antisemiti sono troppo stupidi per capire che ci si sta burlando di loro e prendono il film sul serio. (Sì, gli ebrei sono proprio come vengono descritti nel film: orribili, cattivi, diabolici).

In uno dei suoi lavori antecedenti lui si mette a cantare in un bar dell’Arizona “buttiamo gli ebrei nei pozzi” e tutto il bar si mette a cantare con lui. La scena è stata ripresa di nascosto.
Anche in questo film molte delle scene vengono riprese all’insaputa delle persone per mostrare i pensieri più nascosti. La storia del film inizia quando un cittadino del Kazakhistan ci presenta la sua cittadina, dove mostra con fierezza che sua sorella è la 4° prostituta del paese, dove secondo lui le donne sono da mettere tutte in gabbia, dove nella festa del paese viene organizzata una specie di corsa ai tori come a Pamplona, peccato che al posto dei tori ci siano figure giganti di ebrei con tutte le caratteristiche delle vignette più antisemite, figure che vengono rincorse da tutto il villaggio. Borat viene invitato a girare un documentario negli Stati Uniti.
E prendere spunti culturali per il suo paese di bevitori di pipì di cavallo e dove si esporta il pelo pubico come merce pregiata.
Diventa presto un film on the road attraverso il sud degli Stati Uniti, con la meta di arrivare in California dove Borat vuole incontrare e sposare (infilandola a forza in un sacco) Pamela Anderson, la bagnina di Baywatch. Il protagonista del film è misogino, ma questo passa quasi inosservato visto che casualmente è anche antisemita. Molte scene del film, si diceva, sono state girate di nascosto per riprendere le vere reazioni delle persone, come quando Borat chiede ad un venditore d’armi quale pistola suggerisce per uccidere un ebreo. Il venditore risponde serissimo “la migliore sarebbe una 9-mm o una glock automatica”.
Ma Borat, oltre le donne e gli ebrei, prende in giro gli americani e il governo del Kazakhistan, paese che in un primo momento avrebbe voluto fare causa ai produttori del film e che invece ha deciso di mettere alcune pagine pubblicitarie sul New York Times per promuovere il turismo e ha invitato Baron Cohen a visitare il Paese.