Addio a Diane Keaton, musa di Woody Allen e icona del cinema americano

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola

Sabato 11 ottobre, la magnifica, eccentrica ed iconica Diane Keaton, vincitrice del premio Oscar e protagonista di film indimenticabili come Annie Hall, Il padrino e Il padre della sposa, è morta a 79 anni in California, circondata dai suoi cari.

Questa notizia, diffusa da People Magazine è stata confermata dalla casa editrice Rizzoli, suscitando commozione in tutto il mondo del cinema.

Attrice dallo stile unico, capace di alternare leggerezza e profondità, Keaton ha attraversato oltre 50 anni di cinema lasciando un’impronta indelebile. Gran parte della sua carriera è stata intrecciata con la cultura ebraica americana, grazie ai legami stretti con registi, sceneggiatori e attori che hanno segnato la storia di Hollywood.

Diane Hall diventa Diane Keaton

Nata a Los Angeles nel 1946 come Diane Hall, Keaton scelse il cognome da nubile della madre quando iniziò a recitare a Broadway. Dopo l’esordio cinematografico in Lovers and Other Strangers (1970), arrivò la svolta con Il padrino (1972) di Francis Ford Coppola, nel ruolo di Kay Adams, moglie di Michael Corleone.

Parallelamente, iniziò a costruire una filmografia che alternava commedie sofisticate, drammi intensi e ruoli iconici. Ebbe relazioni con celebrità come Warren Beatty e Al Pacino senza sposarsi mai, ma il suo nome è indissolubilmente legato a quello del regista ebreo Woody Allen.

La musa di Woody Allen

Diane e Woody si incontrarono per la prima volta nel 1968, quando lei fece un’audizione per la commedia teatrale Play It Again, Sam. Da quel momento nacque una relazione sentimentale durata alcuni anni e, soprattutto, una collaborazione artistica che avrebbe definito un’epoca.

Allen, insieme al co-sceneggiatore Marshall Brickman, le affidò nel 1977 il ruolo che l’avrebbe consacrata: Annie Hall, la giovane eccentrica di Chippewa Falls di cui il protagonista, Alvy Singer (Allen), si innamora perdutamente. Il film vinse quattro Oscar, tra cui Miglior film e Miglior attrice protagonista, e divenne un classico assoluto della commedia romantica americana, intriso di umorismo ebraico newyorkese.

Il personaggio era costruito a immagine e somiglianza dell’attrice: Annie porta il vero cognome di Diane (Hall), ha la sua insicurezza disarmante, il suo stile maschile-femminile e quella leggerezza venata di malinconia che divenne il suo marchio.

“Woody e io abbiamo avuto una storia d’amore significativa, almeno per me” scrisse Keaton nelle sue memorie.

Negli anni Settanta i due lavorarono fianco a fianco in Sleeper, Amore e guerra, Interiors, Manhattan e nella versione cinematografica di Play It Again, Sam. Anche dopo la fine della loro relazione continuarono a collaborare, con Radio Days (1987) e Manhattan Murder Mistery (1993).

Keaton, pur non essendo ebrea, si inserì con naturalezza nel contesto culturale raccontato da Allen: la nevrosi romantica, l’intellettualismo newyorkese, il tono ironico e brillante. Divenne la sua musa ideale, capace di dare un volto femminile credibile e complesso a un universo narrativo dominato da autori ebrei.

La collaborazione con Nancy Meyers

Negli anni Ottanta e Duemila, Keaton trovò un’altra collaboratrice fondamentale in Nancy Meyers, regista e sceneggiatrice ebrea americana, e insieme firmarono una serie di successi che segnarono l’immaginario popolare.

Dopo Baby Boom (1987), in cui Keaton interpretava una donna in carriera alle prese con una maternità inattesa, arrivò il remake de Il padre della sposa (1991), dove lei e Steve Martin formano una coppia perfetta nei panni dei genitori della sposa. Il film ebbe un enorme successo e generò un sequel altrettanto popolare.

La collaborazione con Meyers culminò nel 2003 con Something’s Gotta Give (Tutto può succedere), commedia romantica in cui Diane si ritrova contesa tra Jack Nicholson e Keanu Reeves. Il ruolo le valse la sua quarta e ultima nomination all’Oscar e, a posteriori, lei stessa lo definì il suo film preferito.

Meyers trovò in Keaton la protagonista ideale per raccontare donne brillanti, ironiche e mature con uno sguardo moderno e raffinato, in continuità con quella tradizione narrativa ebraico-americana che aveva segnato i suoi esordi con Allen.

Diane Keaton lascia dunque un’eredità culturale complessa e luminosa, intrecciata con la storia del cinema e con la cultura ebraica americana che ne ha plasmato molti momenti decisivi. Per molti appassionati di cinema la sua Annie Hall continuerà per sempre a passeggiare tra le strade di Manhattan con bombetta e cravatta, simbolo di un’epoca e di un’attrice irripetibile.