Una riflessione sul Giorno della Memoria

Opinioni

di Ester Moscati

È appena passato il Giorno della Memoria. Ci sono diversi modi di viverlo: guardando al passato, al presente o al futuro. Secondo me l’unico modo onesto e costruttivo è farne occasione di riflessione a tutto campo. Una occasione per studiare la Storia, ma anche per riflettere sul Male, sulla indifferenza verso le sorti dell’Altro da noi, perché ciò che è accaduto non accada più nel futuro e neppure nel presente.

Un insegnamento per il presente è quello di rendersi conto che le cose non accadono da un giorno all’altro, ma i fascismi, le dittature, costruiscono nel tempo un determinato risultato. Lo sterminio del popolo ebraico è stato deciso a tavolino nella conferenza di Wansee nel gennaio del 1942. Ma sarebbe stato possibile senza il Mein Kampf o le leggi di Norimberga? No. Almeno 10 anni prima erano state gettate le fondamenta dello Sterminio attraverso la educazione all’odio contro gli ebrei (e non solo) in modo sistematico nelle scuole e nella società. (E tutto questo aveva la possibilità di attecchire su un substrato di duemila anni di anti giudaismo Cristiano). Ai bambini veniva inculcato che gli ebrei erano contro i “veri” tedeschi e che dovevano insegnare ai genitori a non servirsi dei negozi ebraici e a non frequentare ebrei (Consiglio a questo proposito un testo illuminante: “La scuola dei barbari. L’educazione della gioventù nel Terzo Reich” di Erika Mann – Giuntina).

Poi ci sono cose che accadono da un giorno all’altro (o nell’arco di pochi mesi) come le leggi razziali. Sia in Germania sia in Italia, qualcuno che aveva dei diritti all’improvviso non li aveva più. In Italia, nel 1938, oltre agli ebrei italiani da secoli, c’erano circa 9000 ebrei stranieri che avevano trovato rifugio dalle persecuzioni hitleriane iniziate in Germania nel 1933, (tra questi, i miei suoceri Diwald e Rimalower) ma anche altri che, in Italia da qualche decennio, ne avevano acquisito la cittadinanza. Da un giorno all’altro questi ebrei stranieri sono stati dichiarati nemici, internati in campi come a Ferramonti, privati della cittadinanza se acquisita dopo il 1919.

Ora, nel Giorno della Memoria, ma non solo, la senatrice Liliana Segre è stata accusata anche da diversi ebrei di aver paragonato la Shoah alla situazione odierna dei migranti. In realtà non lo ha fatto ma ha solo espresso comprensione e pietà per la sorte di persone che sono in balia di eventi epocali non per propria colpa. “Anche io sono stata clandestina” ha detto.

Il “decreto sicurezza” fa quello che hanno fatto le leggi razziali contro gli ebrei stranieri in Italia nel 1938. Qualcuno che aveva dei diritti (di asilo, di residenza…) da un giorno all’altro non li ha più. Abolendo la “protezione umanitaria” come ha fatto il decreto, chi aveva questo diritto è stato automaticamente trasformato in un clandestino. Clandestino per legge. È un paradosso ma è così.

Cosa accomuna la Shoah a quello che sta accadendo oggi? La nostra indifferenza a quanto sta accadendo sotto i nostri occhi a persone che avevano trovato rifugio e protezione umanitaria e da un giorno all’altro sono stati trasformati ex lege in clandestini.

Ci sono cose che accadono da un giorno all’altro e cose che maturano in anni. Dalle leggi razziali del 1938 alla Razzia del Ghetto di Roma del 1943 alla Shoah …

Che cosa sarà il nostro Paese tra 10 anni?

 

Nella foto: il capo di internamento per ebrei stranieri a Ferramonti, nel comune di Tarsia in provincia di Cosenza (United States Holocaust Memorial Museum, courtesy of Danny Hellinger)