La targa in memoria di Arpad Weisz allo stadio Meazza di Milano, per ricordarci anche i valori dello sport

Opinioni

di Riccardo Hoffman

Arpad Weisz, l’allenatore che vinse lo scudetto 1929-30 e che lanciò Meazza, “è stato un innovatore” secondo Claudio Ranieri, attuale allenatore dell’Inter “e parte della nostra grande famiglia” ha detto il capitano Zanetti.

Partirei da qui nel descrivere la cerimonia dell’apposizione della Targa in sua Memoria nel foyer dello stadio Meazza,un luogo dove passano tutti i giocatori,allenatori,dirigenti e giornalisti prima e dopo la partita, non certo per ragioni di fede calcistica (ebbene si!) perché questa targa penso rappresenti tutta la Milano sportiva e quindi, mi immagino, anche il Milan, ma perché buona parte degli interventi istituzionali e della dirigenza dell’Inter hanno parlato dell’uomo e dei suoi  meriti sportivi e questo penso a significare che occorre sempre rispettare prima la persona, e quindi i valori umani. Lo sport in questo senso, a mio avviso, è forse un paradigma della vita, fa uscire ciò che sei non ciò che vorresti essere o che gli altri ti appiccicano addosso.

Lo sport è fatica, sudore, dolore, gioia, competizione ed amicizia, è difficile “far finta”, lo sport è vita. Lo sport può far stare insieme, per conseguire lo stesso obiettivo, persone di fede, colore e pensiero diverso e molte squadre di calcio e non solo, oggi, di fatto, sono multiculturali; quindi lo sport può essere, a mio parere, uno strumento formidabile per combattere il pregiudizio anche per l’impatto che ha in termini di comunicazione.

Arpad Weisz è stato un grande sportivo, celebrato a Milano, Bologna e all’estero (è stato pubblicato un Libro sulla sua vita ed era presente l’autore) e dopo aver lasciato l’Italia in seguito alle leggi razziali, visse in Olanda dove fu preso e portato ad Auschwitz e trucidato con tutta la sua famiglia, la targa è dedicata anche a loro.

L’iniziativa del Comune di Milano, parte da una mozione presentata dai consiglieri Ruggero Gabbai ed Elisabetta Strada che ne hanno poi seguito la felice conclusione. L’idea ha raccolto l’adesione e l’entusiasmo di molti a partire ovviamente dall’Inter. Milly Moratti presente all’evento nel suo intervento ha anche detto la EXPO potrà essere uno stimolo in più sui temi dell’integrazione, ribadendo poi l’impegno della società a fronteggiare razzismo e pregiudizio sugli spalti.

Fra i relatori anche il Presidente della Comunità ebraica di Milano, Ing.Roberto Jarach, l’Assessore allo Sport Chiara Bisconti e circostanza significativa il Console Generale di Ungheria Manno Istvan, di cui Weisz era cittadino.