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Nazismo e scienza, un connubio perverso nel nuovo libro di Giulio Meotti

Libri

di Nathan Greppi
Quando si parla di ideologie totalitarie come il nazismo e il fascismo, spesso le si percepisce come reazionarie e avverse alla modernità: tuttavia, almeno nella Germania nazista ci furono molti scienziati di successo che misero il loro sapere al servizio del regime, conducendo crudeli esperimenti sui deportati nei campi di concentramento. Josef Mengele era solo la punta di un iceberg più grande, che è stato analizzato nel recente libro Ippocrate è morto ad Auschwitz, scritto dal giornalista de Il Foglio Giulio Meotti.

Citando nei minimi dettagli nomi, eventi e dati statistici, Meotti racconta le storie di tutti quei medici, professori e ricercatori che in nome del progresso scientifico giustificavano l’uso degli internati come cavie da laboratorio, nonché l’eliminazione fisica di tutte quelle categorie (disabili, handicappati) che non potevano adeguarsi ai parametri dell’”uomo perfetto” che i nazisti aspiravano a creare: da Hans Asperger, che mandò a morire i bambini autistici, a Claus Schilling, che iniettò i virus della malaria e del tifo in migliaia di prigionieri a Dachau. Al termine della guerra, alcuni furono processati a Norimberga e giustiziati, tanto che nel libro vengono riportate alcune trascrizioni dei processi, mentre altri tornarono ad occupare cattedre universitarie e non gli fu mai chiesto conto dei loro crimini.

La tesi alla base del libro nasce nel febbraio 2020, quando Meotti scrisse un articolo su Mengele per la cui titolazione fu ingiustamente accusato di omaggiare il medico nazista. In realtà, l’intento era esattamente quello opposto, ossia sfatare il mito tale per cui l’intelligenza e l’istruzione ci rendono automaticamente persone migliori; anche lo scienziato più istruito, se non segue un codice morale, può trasformarsi in uno spietato assassino. Alla fine, l’autore si ricollega con l’attualità, inserendo un’intervista che fece nel 2008 a Wanda Poltawska, psichiatra polacca internata ad Auschwitz diventata una paladina del diritto alla vita.

Giulio Meotti, Ippocrate è morto ad Auschwitz. La vera storia dei medici nazisti, Lindau, pp. 364, 24 euro.

(Foto: Il dr Josef Mengele nel 1935 a Francoforte, prima di diventare medico ad Auschwitz. Fonte:The Archives of the Max Planck Society, Berlin-Dahlem)