La copertina del libro 'Nel silenzio della neve'

Il silenzio come crimine collettivo

Libri

di Ester Moscati
«La responsabilità dei cattolici italiani, soprattutto dei vertici del Vaticano, non fu meno grave di quella dei cattolici tedeschi», scrive Ezio Freni, manager bancario e storico per passione, che in questo libro affronta il tema della Shoah per un bisogno umano ed esistenziale di cercare la risposta alla domanda universale: “Perché?”.
Vuole individuare “l’arma indispensabile” allo Sterminio, che non è la macchina bellica, l’efferatezza delle SS, il delirio di onnipotenza di Hitler. La minaccia più grave, lo strumento più devastante e insieme più vile è il “silenzio”. Che consente al carnefice di braccare, arrestare, deportare, massacrare le sue vittime senza incontrare l’opposizione della massa, dei sudditi indifferenti e immobili. Il silenzio è reso possibile dall’abitudine: considerare gli ebrei, anzi i Giudei, un popolo “altro”, deicida, avido e losco, per centinaia di anni, consente alla massa di guardare al dolore con indifferenza e in silenzio, un silenzio complice e assassino.

Il libro di Ezio Freni, Nel silenzio della neve…, con una prefazione di Rav David Sciunnach, si avvale di racconti e testimonianze, pochi ma lucidi esempi della sorte toccata alle vittime del nazifascismo; sei milioni di esseri umani travolti dalla “silenziosa indifferenza” di uomini di Governo, Chiesa e Organizzazioni umanitarie. E rappresenta così un contributo amorevole alla verità storica, oggi che contro gli ebrei, ma non solo, il germe del razzismo si rafforza e dilaga, chiamando tutti ad “alzare la voce”. E.M.

Ezio Freni, Nel silenzio della neve…, Edizioni Giuseppe Laterza, pp. 110, euro 15,00