di Ilaria Myr
Una giornata di apertura e dialogo con la città: da 26 anni questo è la Giornata europea della cultura ebraica, che quest’anno si svolge oggi 14 settembre.
A Milano l’evento si è aperto nella Sinagoga centrale di Milano con i saluti istituzionali, seguiti da una tavola rotonda sul tema “Il nuovo rifiuto di Israele”. Presenti nella sala centrale del tempio molti rappresentanti istituzionali (cittadini e comunitari), religiosi, oltre a molti curiosi venuti ad assistere alle visite guidate e agli interventi.
“Grazie per la vicinanza, è un momento per noi difficile”
La difficoltà del momento attuale per gli ebrei in Europa e nel mondo e l’importanza di sentirsi compresi è il tema che è emerso negli interventi dei rappresentanti della comunità ebraica di Milano.
«Essere ebrei oggi significa essere oggetto di aggressioni fisiche, demonizzazione, discriminazione e stereotipi – ha esordito Sara Modena, assessore alla cultura della comunità ebraica -. E la Giornata europea è concepita anche per combattere questa demonizzazione. Proprio per questo motivo è stata concepita 26 anni fa, quando era evidente che i germi di un odio antico non erano scomparsi. Quest’anno vogliamo sottolineare il rapporto centrale e essenziale con la Scrittura che fa di noi “Il popolo del libro”. Nel mondo occidentale e mediterraneo è Israele, a partire da oltre tremila anni fa ad aver concentrato per primo la sua vita religiosa e sociale intorno a un libro sacro, la Torà. Raccontare del popolo del libro è quindi davvero parlare di tutto Israele, dalla religione alla scienza alla letteratura».
Dell’importanza del dialogo e del confronto ha parlato il presidente della comunità ebraica Walker Meghnagi. «È importante conoscersi e confrontarsi, scambiarsi idee e opinioni fare conferenze dibattere, perché la cultura è antidoto all’antisemitismo – ha dichiarato -. Per questo rinnoviamo ogni anno questo incontro, affinché ci sia scambio uno scambio culturale ancora più profondo e importante».

Portando i saluti della presidente Noemi Di Segni, il vicepresidente Ucei Milo Hasbani ha sottolineato il senso di profondo disagio in cui vivono gli ebrei italiani. «non si può più leggere un giornale o seguire un dibattito televisivo senza farsi venire il mal di pancia. I giornalisti e i politici hanno una responsabilità nel diffondere la disinformazione e un linguaggio che accrescono l’antisemitismo. Per favore, amici giornalisti, raccontate le cose come stanno, senza malafede. Perché noi ebrei italiani facciamo parte del tessuto della città, e in questo momento viviamo male».
Un disagio espresso molto bene anche da rav Alfonso Arbib, Rabbino Capo di Milano, che ha confessato di avere avuto dubbi sull’opportunità di fare quest’anno questa giornata.
«Viviamo un momento allucinante – ha esordito -. Oggi assistiamo alla rinascita di un odio terribile, ma soprattutto siamo davanti a una presentazione superficiale, unilaterale, senza approfondimento. Ma nell’ebraismo è fondamentale andare al di là dell’apparenza e dell’ovvietà. Dedicare questa giornata ai libri significa quindi volere vedere diverse sfaccettature, e non limitarci all’apparenza».
Le personalità della politica
Sono poi intervenuti diversi esponenti politici locali e nazionali. Il consigliere regionale Manfredi Palmieri, parlando di ottavo fronte su cui gli ebrei oggi si trovano a combattere, ha sottolineato l’importanza della cultura «la cui assenza crea antisemitismo», e dunque l’importanza di una giornata come quella odierna.
Ricordando anche l’incontro di alcuni consiglieri comunali in comunità ebraica, avvenuto a fine luglio, la presidente del Consiglio comunale di Milano Elena Buscemi ha ribadito la vicinanza del Comune alla comunità ebraica. «Sottovalutare i segnali di antisemitismo di cui la vostra comunità è bersaglio sarebbe dannoso e irresponsabile – ha dichiarato. Il linguaggio di odio va fermato, così come gli atti ignobili a cui abbiamo assistito anche di recente: un saluto e un abbraccio particolare a Ruggero Gabbai, che ha trovato una svastica davanti al proprio ufficio. Nel rispetto della diversità delle opinioni sul conflitto e l’operato del governo israeliano, ribadisco la nostra posizione limpida e ferma contro l’antisemitismo. Siamo e saremo sempre al vostro fianco».
Infine Maria Stella Gelmini (Noi Moderati), ha espresso la propria vicinanza alla Comunità. «Se non ripartiamo dalla centralità del libro e non approfondiamo i temi prima di esprimere giudizi non ci allontaneremo dalla modalità dell’hate speech. Oggi dobbiamo essere uniti nel combattere il terrorismo, che è la minaccia di oggi. Non siete soli, ci siamo e continueremo il nostro lavoro in parlamento, seguendo l’esempio di Liliana Segre e di chi combatte l’antisemitismo».