Sedici oggetti della collezione Yad Vashem esposti al Bundestag in occasione del Giorno della Memoria

Eventi

di Redazione

Una bambola, una menorah, uno stetoscopio, una borsa, un manufatto della Torah, un pianoforte spedito via nave ad Haifa nel 1939 e altri piccoli oggetti di uso comune: sono i cimeli di una collezione permanente che il memoriale dello Yad Vashem ha prestato per la prima volta alla Germania per una mostra che si svolge in questi giorni presso la hall della Paul Loebe Haus al Bundestag di Berlino. Si tratta di sedici oggetti – tanti quanti il numero di Laender tedeschi – appartenuti a famiglie ebraiche che vivevano in Germania nel periodo buio delle persecuzioni e che oggi fanno riemergere i ricordi dei sopravvissuti e delle vittime della Shoah.

 

In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, la mostra intende ricordare al pubblico che ogni luogo in Germania ha perso parte della sua storia e della sua identità a causa della Shoah. Gli oggetti in mostra sono la testimonianza di numerose comunità ebraiche e di molte vite distrutte dal nazionalsocialismo.

 

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=fenf4QCe0lQ

 

La mostra è stata inaugurata lo scorso 24 gennaio dal presidente dello Yad Vashem, Dani Dayan, insieme alla presidente del Bundestag, Bärbel Bas. Intitolata Sedici oggetti, la mostra si è avvalsa della collaborazione dall’associazione tedesca Freundeskreis in occasione del settantesimo anniversario dello Yad Vashem (Freundeskreis è un circolo fondato nel 1997 a Francoforte sul Meno con sede ora a Berlino. È impegnato a mantenere viva la memoria dell’Olocausto in collaborazione con lo Yad Vashem realizzando eventi, tenendo viva una rete informativa e promuovendo progetti didattici e di ricerca sull’Olocausto). Dopo Berlino, la mostra si sposterà Essen al Museo della Ruhr prima di tornare a casa in Israele.

 

Lore Mayerfeld

«Come famiglia abbiamo preso la decisione di regalare la mia bambola allo Yad Vashem – ha raccontato Lore Mayerfeld, una delle donatrici, 85 anni, sopravvissuta all’Olocausto –. Inge, a casa nostra (Inge è il nome della bambola dato da Lore da bambina) può solo servire a ricordare a me e ai miei cari le atrocità a cui abbiamo assistito e sopportato, ma allo Yad Vashem può raccontare la nostra storia al mondo. Ecco perché vado in Germania. Per raccontare la mia storia e le storie dei sei milioni che furono assassinati dai nazisti e dai loro collaboratori e che tentarono di cancellare ogni prova e traccia della loro esistenza. Questi oggetti sono testimoni della loro vita e delle loro storie che non hanno mai avuto l’opportunità di raccontare. Attraverso questa mostra e il lavoro dello Yad Vashem portiamo la memoria fuori dal passato per immetterla nel presente».

Il padre di Lore, Markus Stern, fu arrestato e mandato al campo di Buchenwald. I vicini si erano offerti di nascondere sua moglie Kaetchen e la loro figlioletta nella loro casa, per proteggerli dalla folla che stava facendo irruzione e vandalizzando le case degli ebrei. Lore, già in pigiama, si era nascosta con la madre dai vicini fino alla fine dell’aggressione. Quando tornarono a casa, scoprirono che il luogo era stato distrutto e non era più abitabile. Si sono così trasferiti con la madre di Kaetchen, Lena Kahnlein-Stern. Dopo sei settimane di internamento, grazie al visto statunitense in suo possesso, Markus è stato rilasciato a condizione che lasciasse immediatamente la Germania.

 

Le altre storie si possono leggere qui https://www.yadvashem.org/blog/16-artifacts.html

 

«Collegando le storie personali di questi oggetti con i luoghi moderni attuali in Germania, la mostra crea un ponte tra la memoria del passato al presente e le società future», hanno affermato i co-curatori della mostra, Ruth Ur e Michael Tal.

 

VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=IqREnb2UaW8

 

«Vado in Germania per la prima volta nella mia vita, ben consapevole della mia profonda responsabilità nei confronti del passato e del mio impegno, più che mai, per garantire un futuro migliore. Il peso della memoria dei sei milioni di madri e padri, fratelli e sorelle, figli e figlie, assassinati meno di ottant’anni fa semplicemente perché erano ebrei, è in prima linea nelle mie responsabilità come Presidente di Yad Vashem – ha spiegato Dani Dayan –. Allo stesso tempo, siamo profondamente consapevoli delle divisioni antisemite e xenofobe in Germania e nel mondo […]. Attraverso queste storie personali faremo in modo che gli ultimi desideri delle vittime dell’Olocausto siano esauditi: che il mondo sappia chi erano e perché sono stati assassinati».

 

Infine, hanno concluso i curatori, «speriamo che gli oggetti e le loro storie locali suscitino interesse e un nuovo modo di confrontarsi con il passato.

 

INFO

​La mostra sarà esposta dal 25 gennaio al 17 febbraio 2023. Le iscrizioni possono essere effettuate per telefono al +49 30 227-38883, via e-mail all’indirizzo exhibition@bundestag.de

oppure online all’indirizzo www.bundestag.de/parlamentaris che_ausstellung.

Per motivi organizzativi la registrazione deve essere effettuata almeno due giorni prima della data della visita.