Dibattito su Zoom sull'unicità della shoah

Il confronto tra Shoah e altri genocidi in una diretta Facebook dell’Ugei e Osservatorio Solomon

Eventi

di Nathan Greppi
Il tema dell’unicità della Shoah è da decenni oggetto di discussioni anche molto accese: c’è chi sostiene che sia stato un evento storico unico nel suo genere, e chi invece che sia solo uno dei tanti genocidi della storia umana. Di questo si è discusso martedì 13 ottobre nel corso di una diretta Facebook organizzata dall’UGEI (Unione Giovani Ebrei d’Italia) e dall’Osservatorio Solomon sulle discriminazioni, intitolata La Shoah e gli altri genocidi. Si può vedere il video registrato cliccando qui.  

Dopo l’introduzione del presidente UGEI Simone Santoro, il dibattito è stato moderato da Emanuele Calò, giurista a capo del comitato scientifico dell’Osservatorio Solomon. Il primo relatore a parlare è stato Luigi Maccotta, ambasciatore e membro dell’IHRA, il quale ha riepilogato in una prospettiva storica come il diritto internazionale ha trattato il concetto di genocidio, soprattutto dopo il Processo di Norimberga. “L’unicità della Shoah,” ha dichiarato, “è dovuta al fatto che è l’apice di secoli di antisemitismo.” 

Rav Roberto Della Rocca, capo del dipartimento cultura dell’UCEI, riprendendo il discorso di Maccotta ha spiegato che qualcuno “potrebbe considerare la Shoah alla stregua di una strage. Sicuramente non è stata unica, né come espulsione di massa.” Ciò che la distingue da altri crimini, ha spiegato, è che nel corso della storia “tutte le stragi sono state generalmente caratterizzate da precisi obiettivi contingenti: conquiste territoriali, del potere. L’unicità della Shoah non è nella somma algebrica di atti di espulsione e stragi, ma nella caccia all’ebreo per pura crudeltà, senza che questo rappresentasse una minaccia per nessuno. La loro colpa era (solo) di essere ebrei.” 

A volte anche tra gli ebrei si mette in discussione la specificità della Shoah. In tal senso Rav Della Rocca ha detto che “c’è una difficoltà di molti ebrei a fare i conti con la propria storia. A volte si cerca di superare le differenze a favore di una sorta di equivalenza, ma questo ci porterebbe a un conformismo per cui siamo tutti vittime, e quindi non lo è nessuno.” 

Per analizzare la questione da una prospettiva più di nicchia, è intervenuta la storica de La Sapienza Alessandra Tarquini, autrice del saggio La sinistra italiana e gli ebrei: “Rileggendo questo tema con gli occhi degli intellettuali e della classe politica di sinistra nel secondo dopoguerra, si possono comprendere diverse cose: Enzo Traverso ricordava l’incapacità del marxismo di comprendere il significato dello sterminio degli ebrei. La vulgata marxista presentò i lager come ‘espressioni di decadenza imperialista’, senza fare distinzioni tra i vari tipi di capitalismo.” Secondo Traverso, la loro incapacità a comprendere la Shoah deriva dal fatto che “un tipo di socialismo, quello affermatosi in Europa a metà ‘800, vedeva la Shoah in due modi: o come un frutto del capitalismo o come una regressione dal mondo moderno.”

Traverso vedeva come unica eccezione in tal senso la Scuola di Francoforte. Tuttavia, Hannah Arendt contestò tale posizione; come ha spiegato la Tarquini, “i teorici della Scuola di Francoforte parlano di un ‘antisemitismo senza ebrei’. All’indomani della Seconda Guerra Mondiale la sinistra non ha rimosso il problema di trasmettere la memoria, ma si sono chiesti ‘come’ farlo.” Ha fatto l’esempio del quotidiano L’Unità, che all’epoca parlò dei campi di concentramento senza mai nominare gli ebrei, “non si riesce a spiegare che quell’esperienza è figlia dell’antisemitismo.”

Infine, ha parlato David Meghnagi, Assessore alla Cultura dell’UCEI: “Le categorie di genocidio elaborate dall’ONU presentano due aspetti: la distruzione parziale o totale di una popolazione. Nel caso della Shoah viene sottolineato l’aspetto della totalità della distruzione. In questa discussione si perde di vista un elemento fondamentale per capire la Shoah: l’assenza di aspetti pratici. I genocidi sono sempre stati legati a un obiettivo politico, religioso o economico, mentre i nazisti creano una macchina perfetta di sterminio anche quando sanno che stanno per perdere. Altro elemento è il carattere universale: La Shoah non avviene in un territorio, ma in qualunque luogo vi sia un ebreo. Se i tedeschi avessero preso il Nordafrica e Gerusalemme, le camere a gas ci sarebbero state anche lì.”