Più giustizia per rette scolastiche e contributi

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Intervista ad Alberto Foà.
Una revisione delle quote di iscrizione alla Comunità e una nuova politica per l’assegnazione dei sussidi sulle rette scolastiche e della Residenza Arzaga. La complessa macchina della gestione comunitaria ha bisogno del contributo di tutti gli ebrei milanesi.


Dopo la prima analisi generale della situazione finanziaria della Comunità, l’assessore Alberto Foà, in queste ultime settimane, è passato ad esaminare in dettaglio il settore dei contributi dovuti dagli iscritti.
Foà ha presentato anche una relazione in Giunta sulle richieste di sussidio per le rette scolastiche e quelle della Residenza Arzaga; è stata approvata una delibera che prevede un cambiamento radicale nelle modalità di concessione degli sconti per la Scuola (con uno stanziamento di 500.000 euro) e per la Casa di Riposo. Ne abbiamo parlato con l’assessore Alberto Foà.

Com’è oggi la situazione del versamento dei contributi alla Comunità?
Vorrei premettere che la Comunità è un’organizzazione molto complessa; ha circa 7000 iscritti, 520 ragazzi iscritti a scuola, 100 ospiti alla Residenza Arzaga, quasi 200 dipendenti. Fornisce servizi religiosi di ogni tipo, dal culto al controllo della kasherut, servizi e assistenza sociale, un’ampia offerta culturale ed educativa, corsi per adulti e ragazzi, occasioni di incontro. Chi fa mancare il proprio sostegno alla Comunità mette in pericolo tutto questo.
Dall’esame del settore contributi ho rilevato due questioni principali: la prima è che non è stata rivista negli anni la quota d’iscrizione dei singoli iscritti e così si sono stabilizzate situazioni incoerenti tra di loro; in autunno provvederemo al riesame dei ruoli, anche se non è facile dato che non abbiamo potere di accertamento. La seconda questione riguarda il passato ed è gravissima: ci sono 2 milioni di euro di contributi arretrati non pagati. Tra questi “morosi” ci sono alcune categorie che non è ammissibile accettare: nel passato c’erano addirittura consiglieri della Comunità, e ancora oggi dipendenti e fornitori. Per prima cosa abbiamo affrontato queste situazioni. È anche una questione morale: sono categorie che devono dare l’esempio agli altri iscritti. Questa situazione è stata e sarà affrontata con molta fermezza. Ai dipendenti voglio dire: chi crede di non essere adeguatamente retribuito dalla Comunità, non può autoridursi il debito verso la Comunità stessa per contributi o servizi in una sorta di compensazione non concordata; vogliamo stroncare questo atteggiamento. Anche per i fornitori che non sono in regola con i contributi varrà la stessa fermezza: non lavoreremo più con loro.
Rimane il vasto tema di tutti gli altri iscritti non in regola, tra i quali rilevo con orrore la presenza di alcune famiglie di primissimo piano, che si riempiono la bocca con l’espressione “il bene della Comunità”, si spacciano per benefattori e Soloni e invece non pagano neppure il loro contributo. Dispiace molto vedere che alcuni usano la Comunità come strumento di esibizione personale.

Quali sono le strategie d’intervento, tenendo conto che l’iscrizione alla Comunità è volontaria?
Non possiamo assolutamente rinunciare a 2 milioni di euro di contributi arretrati. È allo studio l’applicazione di un sistema più collaudato e specifico delle amministrazioni pubbliche, per recuperare i crediti dagli iscritti. Ricordo che è vero, l’iscrizione non è obbligatoria, ma a norma di Statuto dell’Ucei, art. 36 primo comma, una volta iscritti alla Comunità il contributo costituisce una obbligazione pecuniaria. Su questo non faremo sconti a nessuno, in maniera determinata; invito chi non è in regola a saldare subito quanto dovuto, perché in seguito sanare la situazione pregressa sarà più oneroso.
Alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico, un altro tema caldo è quello delle rette di iscrizione.

Per valutare la situazione di coloro che chiedono alla Comunità una riduzione delle rette, è stata costituita una commissione ad hoc. Quali saranno i criteri?
Le famiglie dovranno presentare una domanda seguendo le procedure pubblicate sul sito Mosaico. Dovranno per prima cosa essere in regola con i contributi comunitari, presentare la documentazione richiesta dalle procedure e avere un colloquio con la persona designata dalla commissione che stenderà una relazione sulla situazione famigliare. La commissione, presieduta dal Segretario generale della Comunità e formata da persone professionalmente competenti che fanno parte dell’amministrazione comunitaria (e non assessori o consiglieri eletti), valuterà in base alla documentazione presentata e alla relazione, che potrà richiedere anche una visita domiciliare. Con tutti questi elementi, che forniranno un quadro reale delle singole situazioni, sarà stilata una graduatoria che terrà conto anche del rendimento scolastico dell’alunno.
Fino ad oggi, chi voleva uno sconto, si rivolgeva direttamente all’assessore preposto. Questo sistema aveva molti difetti: l’assessore poteva non conoscere bene la situazione famigliare del richiedente, subire una pressione psicologica nel colloquio, essere sommerso dalle richieste e quindi non poter valutare lucidamente i vari casi. Inoltre, essendo un eletto, non si trovava nelle migliori condizioni per rapportarsi a un richiedente che è comunque anche un elettore. Si perdeva poi ad ogni cambio di gestione comunitaria la memoria storica delle situazioni pregresse delle famiglie richiedenti. Infine, il meccanismo non poneva limiti ai sussidi, creando un buco potenzialmente senza fondo. Infatti si è arrivati, per l’anno scolastico 2009/2010 a oltre 700.000 euro di sconti. Ora il tetto è stato fissato a 500.000 euro, una cifra coerente con le possibilità della Comunità per la copertura del diritto allo studio. Dopo l’elargizione dei sussidi fino alla cifra stanziata, pubblicheremo gli importi che eccedono i 500.000 euro e fin da ora sollecitiamo le istituzioni preposte, in particolare la Fondazione per la Scuola della Comunità, a finanziare la differenza tra le richieste di sussidio e il plafon stanziato dalla Comunità, con borse di studio che tengano conto anche del merito scolastico.

Il fatto di aver prestabilito un budget di copertura è una misura di sana gestione, ma anche un modo per responsabilizzare gli utenti a non abusare di risorse limitate?
Sì, si spera che sapendo che c’è un limite, chi richiede lo sconto lo faccia per una reale e comprovata necessità e non per dimostrare a sé e agli altri la propria capacità di spuntare condizioni migliori.