Omicidio Knoll, la Comunità si stringe in ricordo della donna uccisa a Parigi

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di Roberto Zadik


Giovedi 29 marzo la Comunità ebraica milanese ha pubblicamente ricordato Mireille Knoll, anziana signora scampata miracolosamente alla Shoah e uccisa solo in quanto ebrea, nel suo appartamento a Parigi, con undici coltellate e poi bruciata quando forse era ancora viva. Presso il Tempio Maggiore di via Guastalla si è tenuta una sobria e sentita cerimonia di commemorazione in suo ricordo che ha riunito un gran numero di iscritti e personalità comunitarie e cittadine, dal vicesindaco Anna Scavuzzo a Roberto Cenati presidente dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Tutto è cominciato coi discorsi del co-presidente Raffaele Besso e seguito dall’intervento del Rabbino Capo, Rav Alfonso Arbib, a cui è seguita la preghiera collettiva e l’intonazione di una serie di Salmi.

Il presidente nel suo discorso ha sottolineato l’amarezza di un momento in cui “mai avrei immaginato che alla vigilia della festa di Pesach che celebra la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto ci saremmo trovati per ricordare la signora Knoll, ultraottantenne, vittima di un brutale assassinio solo perché ebrea. Così come, solo perché ebrei, sono stati assassinati Ilan Halimi, Sarah Halimi e,  nella scuola ebraica di Tolosa, un rabbino e i suoi figli”. “Quello che mi ha colpito – ha aggiunto il presidente – è che la notizia abbia faticato inizialmente a trovare spazio nei media, soprattutto la matrice che ha ispirato questo atto efferato. Sembra quasi che uccidere un ebreo non sia una notizia”.

Molto intenso anche il discorso del Rabbino Capo Arbib che ha messo in luce diversi elementi preoccupanti che caratterizzano questo periodo. “Come ha ricordato Raffaele Besso, Parigi è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi, non solo a Parigi ma anche in Inghilterra e anche a Gerusalemme, dove spesso diverse persone sono state accoltellate in quanto ebree. E dopo tutto questo è la prima volta che si reagisce e questo mi impressiona. Diversamente da vari episodi passati sotto silenzio, come la defenestrazione della signora Halimi, dove nessuno ha detto che ormai siamo alla follia, qui assistiamo a manifestazioni pubbliche in Francia e a una reazione più generale”. Successivamente il Rav ha specificato che il termine “Indifferenza viene citato solo quando si parla di Shoah ma  dovremmo invece usarlo anche per quanto sta accadendo attualmente in Europa, dove purtroppo spesso questi gesti vengono ormai considerati la normalità”.

Il Rabbino Capo ha poi espresso chiaramente che “la matrice di tutto questo è l’Islam radicale e estremista; questo è un qualcosa di cui dobbiamo prendere atto, altrimenti questo problema ci esploderà fra le mani”. Citando Pesach e l’Hagadah, Rav Arbib ha concluso che “è davvero spaventoso che esista un passo che nel Seder ci dica nel celebre Vehi Sheamda  ‘che in ogni generazione’ qualcuno vorrà farci fuori. Questo è un invito per noi ebrei ad affrontare seriamente questi problemi, affinché essi non possano mai apparirci come normali”.