Nessuno sarà lasciato da solo

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di Francesca Modiano

Ecco come funziona l’eccellenza: Residenza Anziani e assistenza sociale, i nostri fiori all’occhiello.

Claudio Gabbai, da pochi mesi Assessore ai Servizi Sociali, si è tuffato con grande senso del dovere in un’impresa ben diversa da quella a cui è abituato per il suo lavoro.

Dice Gabbai: “Da una parte seguo la Casa di Riposo, dall’altro i servizi sociali propriamente detti: entrambi necessitano di budget da rispettare e conti da far tornare, un lavoro tecnico per il quale bisogna essere preparati.

Ma quando si tratta di sociale questo non basta. Ci vogliono una sensibilità e una professionalità che non sempre sono immediati. E non ho ancora abbastanza esperienza sul campo per svolgere al meglio il mio compito; per fortuna ho trovato una realtà molto ben impostata”.

Tutti conoscono la casa di riposo che è sempre stata il fiore all’occhiello della comunità; molti non sanno tutto quello che viene fatto per chi ha bisogno di qualsiasi genere di aiuto.

Ma quanto conta la privacy in questro lavoro? “È fondamentale per proteggere le persone che seguiamo; in assoluta privacy lavoriamo anche con il Comitato di saggi, persone dotate di buon senso ed etica che ci aiutano a prendere le migliori decisioni. Ma la privacy assume un valore negativo quando riduce la visibilità necessaria sia per avvicinare chi ha bisogno, sia per invogliare altri ad aiutarci con donazioni o con il loro tempo. Quali le nostre risorse economiche? Principalmente la Fondazione Sorani e donazioni di privati. Quest’anno una signora seguita da tempo, ha donato alla Comunità ben 350.000 euro in parte a noi destinati.

Tengo molto a creare un gruppo di volontari formato essenzialmente da universitari che hanno tempo libero ed energie. Sono proprio i giovani di questa fascia di età i più lontani dalla Comunità; speriamo così di avvicinarli e farli sentire più integrati tra di noi. Prevediamo che nei prossimi anni sempre più persone chiederanno aiuti di ogni genere: la sfida sarà aiutarne il maggior numero. Io stesso è la prima volta che lavoro senza badare al profitto, lo faccio solo per dare una mano, cosa ancor più gratificante che avere successo nel proprio settore”.

I SERVIZI SOCIALI

È davvero un lavoro delicato quello che Olga Ceriani, responsabile dei Servizi Sociali, e le sue collaboratrici svolgono quotidianamente.

Difficile scoprire tutte le situazioni di bisogno, perché ci si vergogna a chiedere: tutti i tipi di disagio presenti nell’intera società, si trovano, sia pure in scala ridotta, nella nostra comunità.

Sono sempre più numerose le famiglie con difficoltà economiche, che si ripercuotono su tutti i componenti del nucleo: la vita di coppia si carica di tensioni che si riversano poi sui figli e sugli anziani; casi di separazioni conflittuali che necessitano di mediatori per il benessere dei figli; famiglie molto numerose; situazioni di disagio psichico o fisico non da tali da richiedere un ricovero ma difficili da seguire in casa; malattie che necessitano di cure dispendiose.

Spiega Olga: “140 i nostri assistiti di tutte le età, la maggioranza anziani. Contribuiamo a pagare affitto e spese condominiali, libri di scuola o il campeggio per i figli, facciamo intervenire il terapeuta di coppia o lo psicologo; inseriamo un educatore in famiglia che segue i ragazzi e diventa un’importante figura di riferimento e insegna loro anche a diventare autonomi. I giovani dai 18 ai 35 anni vengono aiutati ad affrontare lo studio o a cercare lavoro, soprattutto si cerca di stimolarli e di insegnare come fare da soli. Agli anziani un sussidio per il sostentamento, un aiuto domestico, assistenza medica domiciliare o semplicemente cerchiamo di farli sentire meno soli”.

Il progetto Caffè Arzaga è nato proprio per portare gli anziani, alcuni pomeriggi alla settimana, dal loro domicilio alla casa di riposo dove incontrano persone con cui scambiare chiacchiere e svolgere attività ricreative.

Un altro bel progetto sponsorizzato dall’UCEI si chiama “mai più soli”: telefonate agli over 75 per parlare un pò o anche solo per fare gli auguri di compleanno.

Si organizzano gite, visite a mostre, picnic estivi. Qualche anno fa venivano anche portati in vacanza al mare.

Conclude la Ceriani: “L’aspetto più difficile del nostro lavoro è prima l’aggancio e poi far superare l’umiliazione di accettare un aiuto”.

È comprensibile sentirsi mortificati a chiedere aiuto; ma se si sa di avere di fronte persone competenti, oneste e sensibili, può diventare più facile farlo per migliorare la qualità della propria vita. Ora Olga Ceriani è alla soglia della meritata pensione, nonstante sia ancora una donna giovane e molto attiva. Ma la persona che è stata scelta per sostituirla è altrettanto valida. La presenteremo nel prossimo numero del Bollettino.

LA RESIDENZA ARZAGA

Uno sguardo dolce e un carattere deciso, ecco cosa fa di Antonella Musatti l’eccellente direttrice della Residenza per Anziani Arzaga, da ben nove anni. “Sono arrivata a questo lavoro dopo 32 anni in Pirelli. Non avevo una base teorica profonda del sociale ma grazie alle persone che ho trovato e lavorando tutti assieme, ho imparato”.

Dagli anni della prima Casa in via Jommelli, sono passati per la casa di riposo ebraica alcune migliaia di persone.

Oggi attorno ai quasi cento ospiti ruotano cento operatori. Alcuni di loro sembrano animatori, in realtà sono molto di più. Tra questi Lucia Zecca, educatrice professionale: “Noi diventiamo il portavoce del paziente, cerchiamo di capire il suo desiderio e quello che possiamo ancora fare per lui. Tipico è il disinteresse dell’anziano verso l’esterno, il ripiegarsi su se stesso: nostro compito è far riscoprire la voglia di vivere, cercando allo stesso tempo di rilassarli e rasserenarli”.

La nuova ubicazione della casa di riposo è stata di grande aiuto oltre che per il miglioramento della struttura, per l’essere vicino ai gangli vitali della Comunità: è migliorata l’integrazione con gli enti ebraici ma soprattutto con i giovani della scuola. Dice contenta Antonella Musatti: “A volte ci sentiamo la piazza del villaggio con tutto il via vai che c’è: bambini e genitori, figli degli ospiti, conferenze e seminari, bar/batmizvà, forse a breve anche una milà! Questa vitalità è un’ottima cosa per i nostri ospiti”.

In effetti è un luogo comune che gli anziani vengano “parcheggiati” nelle case di riposo. La direttrice tiene a precisare: “Questo non è un ospizio ma un luogo dove si fanno attività di riabilitazione, socializzazione e stimolo. Certe volte è meglio scendere dalla propria camera per assistere ad un concerto piuttosto che guardare la tv tutto il giorno con unica persona vicino la badante. La monotonia della vita in casa propria, quando non si ha più la salute per uscire, non è necessariamente migliore di quella che può essere una vita con orari programmati per ascoltare musica o fare esercizio della mente, o un acquerello o parlare col proprio vicino. È chiaro che l’anziano per principio non adora socializzare ma qui si sono create anche amicizie, piccoli gruppi, perfino amori. Ci tengo a sottolineare che siamo una grande squadra al femminile – il direttore sanitario e pochi altri sono uomini – l’educatrice professionale, la psicologa, l’addetta all’ufficio tecnico, la capo economato, la caposala, metà dell’equipe medica, la responsabile della fisioterapia, la capo infermiera, siamo tutte donne! Un gruppo grintoso, motivato e pragmatico rivolto ad un unico obiettivo: far stare il meglio possibile i nostri ospiti”.

Quindi un occhio particolare alla qualità dell’assistenza e l’altro ai criteri economici di gestione: non si sprecano soldi, non si lesina sulla qualità del cibo, sul riscaldamento o condizionamento, sulla struttura in generale.

“Una struttura all’avanguardia che la Comunità mette a disposizione senza far pagare l’affitto e che paga la quota di chi non se lo può permettere. E per noi tutti gli ospiti sono uguali” conclude fiera Antonella Musatti.