Il nuovo Consiglio dell’Unione

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Il V Congresso Ucei si è tenuto a Roma dal 2 al 4 luglio. Novanta i delegati, arrivati dalle 21 Comunità per confrontarsi sui principali temi che coinvolgono l’ebraismo in questi anni di grande cambiamenti, che dovevano fornire le linee guida per il nuovo Consiglio che rimarrà in carica per i prossimi quattro anni.
I temi da trattare avrebbero potuto essere tanti e di particolare rilevanza, dal posizionamento politico interno e internazionale dell’ebraismo italiano, con particolare riguardo a Israele, al contributo da dare al dibattito culturale e religioso, innanzitutto sui riformati. Ma questi argomenti non sono certo stati al centro dell’attenzione dei delegati.

Gli unici momenti in cui è parso che il Congresso potesse avviarsi su una strada più costruttiva e confacentesi al livello dell’ebraismo italiano è stato il pomeriggio di lunedì 3 luglio, quando finalmente si sono riunite le commissioni su diversi temi e nelle quali la discussione ha preso un tono più impegnato. Ma la stessa votazione delle singole mozioni, che ha occupato tutta la mattina di martedì 4 luglio e alcuni momenti successivi alle elezioni, mentre si attendevano i risultati, ha assunto poi un tono sbrigativo e distratto. Ma cerchiamo di capire cosa è realmente avvenuto in questi tre giorni di riunione.
All’apertura, la mattina di domenica 2 luglio, si è presentata subito la difficoltà di eleggere la presidenza. Discussioni cavillose su procedure e regolamenti l’hanno ritardata fino alla fine della mattinata: Giacomo Saban, presidente, affiancato da Roberto Jarach e Dario Bedarida. Questo ha portato via tempo alle relazioni del Consiglio uscente, al quale (e neanche a tutti i Consiglieri) è stato concesso un tempo limitato (3 minuti) per aggiungere qualche notazione alle relazioni consegnate su carta ai delegati. La relazione del presidente uscente Claudio Morpurgo, è stata criticata perché ritenuta poco approfondita sulle realizzazioni del passato e volta invece molto ai programmi futuri. Si è concluso poi con il bilancio e la relazione dei revisori dei conti.
E qui è iniziato lo “psicodramma” che ha condizionato tutto lo svolgimento del Congresso, in un crescendo all’apparenza inarrestabile. Alcuni delegati hanno chiesto e ottenuto di votare separatamente la relazione del presidente, il bilancio e la relazione dei revisori dei conti. Sono stati approvati il primo e terzo argomento e bocciato il secondo. Come dire, anche se il Consiglio uscente è stato corretto, ha speso male i soldi dell’Ucei.
Non è mancato un delegato che, con veemenza, ha spiegato il voto contrario con la volontà di decapitare il vecchio Consiglio. Da qui è iniziato un malessere che non ha più lasciato la sala, nella quale si è iniziato a respirare più un’atmosfera da stadio (con tanto di striscione su uno dei banchi) che quella di un Congresso della massima assise dell’ebraismo italiano.

Nel frattempo si capiva già che erano iniziate le “consultazioni” tra i tre gruppi ai quali facevano riferimento i delegati: destra e sinistra, grandi (Roma e Milano) e piccole comunità. Consultazioni che sono andate freneticamente avanti per tre giorni e mezzo, tra corridoi, stanze, giorno e notte, fino all’ultimo istante possibile, quelle 14.30 di martedì 4 luglio quando era necessario votare, anche per non perdere la partita di calcio serale.
Consultazioni che sono andate avanti su elenchi di persone, posti da attribuire a uno o l’altro schieramento, con veti incrociati sui nomi. Con l’aggravante di dovere trovare un presidente che potesse andare bene per tutti.

Un sistema di spartizione dei posti che ha ricordato certi congressi di partito. Tutti questi movimenti comportavano una presenza dei delegati in sala sempre al limite del numero legale, in un’atmosfera distratta e poco propensa alla discussione. Solo la mattina di lunedì, quando sono arrivati il presidente del Consiglio Prodi e una folta schiera di politici, l’assemblea ha avuto un momento di sosta nelle sue consultazioni.

Si sono infine riunite le commissioni e qui il lavoro ha proceduto in modo serio e meditato, producendo una serie di mozioni che sono state approvate l’ultimo giorno di Congresso. Si è trattato di raccomandazioni sia politiche che culturali, che dovrebbero impegnare il lavoro del prossimo Consiglio, ma che non hanno fornito alcun elemento di particolare novità. La proposta di avviare un dialogo con i “riformati” (che poteva essere un punto qualificante della discussione) è finita in fondo al documento della Commissione organizzazione, comunicazione e informazione.

Si è parlato di “psicodramma”. Non è un’esagerazione, se si pensa che l’Assemblea rabbinica ha sentito il bisogno nel primo giorno di raccomandare con un apposito documento il rispetto tra le persone e rav Bahbout, prima delle votazioni, di fronte al clima a dir poco avvelenato, ha proposto una riflessione collettiva di un anno rimandando le votazioni per il nuovo Consiglio. Proposta inascoltata e le votazioni hanno avuto luogo, anche se non si sono concluse esattamente come avevano previsto (e concordato) i mediatori, anche a causa dell’ingresso all’ultimo momento di alcuni candidati singoli.

E’ stato il trionfo dei giovani e delle piccole Comunità , come hanno anche sottolineato i giornali (presenti in modo massiccio durante tutti i lavori), un cambio generazionale forse opportuno e probabilmente necessario. Resta solo da augurarsi che i nuovi eletti sappiano in ogni momento che rappresentano la massima assise dell’ebraismo italiano.

Hanno votato in 87 (2 schede nulle). Questi gli eletti: Claudia De Benedetti (46), Gadiel Polacco (44), Claudio Morpurgo (42), Sandro Di Castro (41), Yasha Reibman (37), Renzo Gattegna (38), Alessandro Ruben (38), Fabio Norsa (37), Valerio Di Porto (34), Federico Steinhaus (34), Dario Calimani (34), Fabrizio Gallichi (33), Yoram Ortona (33), Victor Magiar (32), Anselmo Calò (32).

Il nuovo Consiglio, subito riunito, non trovando un accordo sul nome del presidente, ha nominato come reggente il Consigliere anziano Federico Steinhaus, riconvocandosi per il 16 luglio.

Annie Sacerdoti

Con 46 voti la più votata è una donna, Claudia De Benedetti che dopo le elezioni del nuovo Consiglio dell’Ucei ha dichiarato: ”Devo ringraziare soprattutto i giovani romani; sono loro che mi hanno sostenuto durante questo congresso. La mia attività di consigliere delegato allo Sport e ai giovani mi ha condotto, nel corso di questi 4 anni, molto a contatto con le nuove generazioni della capitale, con le quali per la prima volta abbiamo potuto attivare un percorso innovativo di iniziative culturali. Tra queste le Maccabiadi, le Olimpiadi degli atleti ebrei, che si svolgeranno a Roma dal 4 al 12 luglio 2007 e a cui parteciperanno tremila sportivi da ogni parte del mondo”.

Per l’elezione del presidente bisognerà aspettare la prima riunione del Consiglio, il 16 luglio. Non è stato possibile infatti trovare un accordo nell’ambito del Congresso, a conclusione dei tre giorni di lavoro che si sono svolti all’Hotel Villa Pamphili a Roma.
Il nuovo Consiglio annovera membri più giovani del collegio uscente ed è aumentato, rispetto al passato, il peso delle “piccole comunità” rispetto a Roma e Milano (sono 7 i delegati delle comunità ebraiche minori).
La formazione più numerosa è quella della lista Per Israele con 9 dei 15 consiglieri.

Le candidature per la presidenza non vengono formalizzate e nei corridoi dell’Hotel Villa Pamphili ci si limita ad ipotizzare nomi sui quali alla fine potrebbe cadere la scelta: il presidente uscente Claudio Morpurgo (Per Israele), subentrato pochi mesi fa ad Amos Luzzatto, e Claudia De Benedetti (anche lei di Per Israele), della comunità di Torino, la più votata.

Il congresso si era aperto domenica 2 luglio. Nel suo messaggio augurale inviato ai congressisti, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha detto: “La comunità ebraica è parte integrante della comunità nazionale italiana e continua ad offrire il prezioso patrimonio di valori propri della sua ricca tradizione di fede e di sapienza”.

Il presidente del Consiglio Romano Prodi era invece intervenuto nel corso della seconda giornata del V Congresso dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, quando al centro dei colloqui è stata posta la questione del Medio Oriente e una mozione sull’antisemitismo. Ma anche la questione culturale, oltre a quelle più tecniche interne all’Unione.

Romano Prodi ha detto che la comunità ebraica “è una componente preziosa che fa parte della nostra identità nazionale. Ritengo che non si possa governare un Paese se non si è rispettosi e garanti delle sue diverse componenti. Solo così una società è veramente libera e solidale e solo così può definirsi laica”.

Prodi è stato contestato da un delegato. L’obiezione – spiega una nota dell’Ucei – è stata mossa
da Hamos Guetta, delegato di Roma per la lista Per i giovani insieme, che ha rimproverato a Prodi di non aver fatto cenno al soldato israeliano rapito a Gaza. ”Sono molto irritato per l’intervento del Presidente del Consiglio – ha detto – e per la sua insensibilità nel non capire, e quindi nel non
menzionare nel suo discorso il punto che sta più a cuore ai delegati di questo congresso: il soldato rapito dai terroristi di Hamas. Su questo Prodi non si è espresso”.
“Il governo italiano si attivi presso l’Autorità palestinese per la liberazione immediata e incondizionata di Gilad Shalit, il caporale dell’esercito israeliano rapito e detenuto da gruppi terroristici”. È quanto chiesto, con mozione approvata all’unanimita, dal Congresso.

Nel pomeriggio, gli oltre cento delegati e osservatori partecipanti al Congresso si sono riuniti in otto commissioni: bilancio e otto per mille, cultura, giovani, organizzazione dell’Unione, politica interna e relazioni con Israele, rabbinato e i servizi religiosi alle comunità, statuto, servizi e politiche sociali.

Tra le mozioni discusse, una sul Medio Oriente e una sull’antisemitismo. “L’Unione, il rabbino Di Segni, il ministro Frattini e alcuni esponenti del mondo politico hanno già approvato un progetto per proporre a livello europeo una convenzione sull’antisemitismo”, spiegano dalla Commissione relativa alla politica interna e alle relazioni con Israele. Nella mozione si legge: “La lotta all’antisemitismo e la difusione della cultura ebraica rappresentano gli elementi prioritari nel programma dell’Ucei. Il pericolo crescente dell’antisemitismo, diffuso in Italia ma anche in tutta Europa, desta molta preoccupazione”. Per questo viene proposto un “Testo di Convenzione europea contro l’antisemitismo”, oltre a diverse iniziative tra cui anche giornate di studio e una conferenza internazionale sui diritti umani e la lotta all’antisemitismo”.

Nella Commissione cultura si è discusso che cosa dovrà fare il prossimo Consiglio Ucei in ambito educativo e culturale, della centralità dell’impegno educativo rispetto agli altri campi, i progetti per le comunità periferiche, la promozione dei progetti culturali di ampio respiro e la diffusione di un ebraismo vitale.

Tutte le mozioni approvate

COMMISSIONE CULTURA – BENI CULTURALI – EDUCAZIONE

1) CENTRALITÀ DEL PROGETTO EDUCATIVO
Il Congresso riscontra l’esistenza di un divario nell’offerta culturale tra le Comunità dotate di strutture educative e culturali proprie e quelle carenti o fortemente deficitarie di servizi, in gran parte a causa delle dimensioni ristrette della propria popolazione ebraica.
Il Congresso propone quindi quanto segue:
– dare priorità all’impegno educativo dell’Ucei, quale elemento centrale nella sua azione complessiva, con un aumento sensibile delle risorse dedicate;
– auspica il consolidamento del network internazionale di accademici promosso dall’Ucei per la lotta al boicottaggio contro gli accademici israeliani e per lo sviluppo della cooperazione accademica euro-israeliane;
– privilegiare l’azione a favore di Comunità che vivono in condizione di carenza o di isolamento, in particolare quelle che non hanno strutture educative o Talmud Torah. A queste l’Ucei deve fornire un supporto continuativo attuando il progetto presentato alla Fondazione Pincus e potenziando il Centro Pedagogico Didattico:
– favorire opportunità di studio per ragazzi appartenenti a Comunità che non dispongono di strutture educative da svolgersi laddove esistano;
– costruire le condizioni per forme di educazione a distanza e di e-learning che consentano accesso alla formazione di persone lontane;
– riconoscere il valore nazionale di iniziative comunitarie volte a fare conoscere la cultura ebraica all’esterno;
– consolidare l’impegno a favore dell’assistenza culturale ed educativa tradizionale favorendo iniziative in loco;
– sviluppare l’analisi e promuovere la conoscenza dell’ebraismo come componente viva e feconda nella costruzione di una società interculturale;
– consolidare il rapporto vivo con Israele ed approfondire la conoscenza dei diversi aspetti della cultura e della società israeliana contemporanea, in particolare attraverso lo studio della lingua ebraica come percorso identitario;
– approfondire lo studio della storia della Shoah anche come elemento costitutivo dell’identità europea. In tal senso auspica il consolidamento del Master internazionale recentemente istituito come ponte tra la formazione alta e la divulgazione e la formazione scolastica;
– auspica, inoltre, che venga proseguita l’attività di assistenza e di collaborazione con gli ex deportati, le loro Associazioni, ed i testimoni delle persecuzioni antiebraiche nell’organizzazione degli interventi nelle scuole e nella società e di preparare una nuova generazione di ”testimoni”, anche attraverso viaggi-studio e di riflessione; auspica altresì una riflessione sulla memoria della Shoah come attività educativa piuttosto che celebrativa;
– favorire lo studio ed il recupero delle diverse tradizioni rituali e delle culture materiali, ad esempio attraverso la diffusione della conoscenza della Hazanuth nelle diverse tradizioni comunitarie presenti in Italia come strumento di formazione per il bar-mitzvà;
– auspica momenti di riflessione, di reciproca conoscenza e confronto tra le varie componenti nell’ambito della nostra società ebraica italiana, ormai plurale.

Il Congresso chiede conseguentemente che il futuro Consiglio, entro sei mesi dall’inizio del mandato, attivi le procedure organizzative per una Conferenza nazionale dedicata ai problemi della cultura e dell’educazione da realizzare entro il 2007.

COMMISSIONE CULTURA – BENI CULTURALI – EDUCAZIONE
2) BENI CULTURALI

Il patrimonio artistico ebraico italiano rappresenta il sessanta per cento del patrimonio totale europeo. L’Italia è un Paese a vocazione turistica e culturale di dimensione internazionale e l’identificazione della rete complessiva dei beni culturali ebraici si inserisce naturalmente in questo contesto.
La promozione della conoscenza della cultura ebraica, della sua storia e dei suoi insegnamenti è fondamento dei valori dell’Unione. La legge n. 175/05 attualmente in vigore e in scadenza nel 2007 sta consentendo interventi di restauro su alcuni importanti beni ubicati in tutto il territorio nazionale: il Congresso impegna l’Ucei ad attivarsi nelle sedi opportune per il suo rinnovo.
La conservazione e il restauro del patrimonio consentono la promozione e la valorizzazione dell’Ebraismo italiano, inteso come paradigma di un modello culturale inserito in una società interculturale. Il bene culturale valorizzato e reso fruibile al grande pubblico può essere un valido strumento per ottenere fondi attraverso fund raising, leggi speciali, istituzioni ed enti italiani ed europei.
Il Congresso chiede l’impegno dell’Unione a:
1) centralizzare le funzioni di supporto alle Comunità per normative, procedure burocratiche, archivio dati relativi al patrimonio architettonico, artistico, librario e archivistico ebraici;
2) farsi promotrice in modo organico del reperimento dei fondi;
3) essere ambasciatrice presso Paesi europei ed extra-europei della qualità e della vastità dei beni culturali presenti sul territorio nazionale;
4) coordinare e promuovere un sistema museale concepito come rete di scambio, di know-how e di circuitazione di mostre pre-allestite;
5) dare seguito al progetto “Per un sistema museale ebraico italiano” presentato tra l’altro al Ministero per i beni culturali;
6) proseguire e migliorare le iniziative culturali già esistenti e ben consolidate (Giornata europea della Cultura ebraica), ampliando i rapporti all’interno della nascente rete degli Itinerari europei del patrimonio ebraico (tema della stessa Giornata europea della Cultura ebraica 2006);
7) creare apporti con la Conferenza delle Regioni e con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI )

Per lo svolgimento di quanto sopra il Congresso impegna il Consiglio e la Giunta a creare sinergie con la Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia- onlus.

COMMISSIONE BILANCIO – OTTO PER MILLE

Il Congresso delibera:

1) Che il gettito dell’Otto per mille al netto delle sole eventuali spese di pubblicità venga così ripartito: 50% alle attività istituzionali delle Comunità, 25% alle spese istituzionali dell’UCEI, 15% ai progetti di Enti, Comunità ed UCEI, 10% al fondo di oscillazione.
2) Che in fase di predisposizione del Bilancio preventivo, l’UCEI e le Comunità elaborino le linee guida per macro progetti strategici (nell’ambito della quota del 15% di cui sopra), da approvare con il Bilancio preventivo stesso. Possono partecipare alla redazione, attuazione e ripartizione dei fondi di tali progetti o di parte di essi, l’UCEI stessa, le Comunità e gli Enti, sulla base di una procedura apposita da predisporre a cura della Commissione otto per mille.
3) Che i progetti degli Enti possono accedere ad eventuali finanziamenti solo se hanno valenza territoriale che includa più circoscrizioni comunitarie.
4) Che il restauro dei Beni Culturali ed altre opere edilizie devono in linea di massima trovare finanziamenti alternativi alla quota progetti Otto per mille.
5) Che le Comunità si impegnino a sponsorizzare l’Otto per mille in tutte le loro attività rivolte all’esterno.
6) Di approvare il metodo di ripartizione dell’Otto per mille destinato alle Comunità per le attività istituzionali approvato dal Consiglio l’11 giugno 2006 con la raccomandazione di affinare ulteriormente i parametri ed i pesi utilizzati, secondo gli input delle Comunità.
7) Di raccomandare al Consiglio di continuare l’attività volta al recupero della prima annualità dell’Otto per mille.
8) Che le modalità di calcolo dei contribuiti delle Comunità rimangano invariati, fatto salvo la quota capitaria di confronto che passa da euro 12,91 a euro 20. Sono detraibili tutte le spese relative al reddito tassato purché certificate dal Revisore.
9) Che nell’ambito di elaborazione del bilancio preventivo, sia auspicata una riunione con i presidenti delle Comunità, allo scopo di condividere i criteri di formazione
10) Di raccomandare una attenta disanim
a dei residui allo scopo di ridurre per quanto possibile la loro entità anche, al fine di migliorare la leggibilità del bilancio.
11) Di affidare ai Revisori dei Conti dell’UCEI e delle Comunità il controllo di legittimità dei rispettivi atti, nonché la vigilanza e il controllo legale dei conti.
12) Di affidare ai Revisori dei Conti delle Comunità l’incarico di uniformare al massimo i Bilanci comunitari (comunque redatti), estrapolando dagli stessi gli elementi necessari per la determinazione dei criteri di ripartizione dell’Otto per mille e per la definizione del contributo comunitario.
13) Che i Revisori dell’UCEI siano invitati alle sessioni di Bilancio dell’UCEI.

COMMISSIONE MODIFICHE STATUTO

Il Congresso ha rilevato la necessità che le diverse proposte di modifica dello Statuto debbano essere preventivamente, ed adeguatamente, istruite da una apposita Commissione per le necessarie verifiche.

Il Congresso approva solo la seguente aggiunta allo Statuto:

Art. 41 bis “L’Assemblea Congressuale”

“I delegati del congresso ordinario si riuniscono una volta l’anno, entro il 30 giugno, nella sede decisa dal Consiglio per verificare l’operato del Consiglio ed eventualmente determinare le linnee programmatiche dell’operato futuro”


COMMISSIONE ORGANIZZAZIONE DELL’UNIONE, COMUNICAZIONE ED INFORMAZIONE

1. Organizzazione interna del Consiglio
Il Congresso raccomanda all’eligendo Consiglio di lavorare in modo coordinato e collegiale, individuando con precisione le responsabilità al proprio interno e le opportune forme di controllo sull’operato dei consiglieri. Raccomanda inoltre di definire linee di demarcazione tra le responsabilità di indirizzo e controllo che spettano ai consiglieri e le responsabilità di attuazione, che restano affidate ai professionali.
Il Consiglio definisce le procedure di comunicazione all’esterno, in particolare nei casi di assenza del Presidente.

2. Struttura organizzativa e personale
Il Congresso raccomanda all’eligendo Consiglio di farsi carico di una azione articolata ed organica sulla struttura organizzativa e sul personale. In particolare:
a) la struttura organizzativa deve svolgere una attività di servizio funzionale alle esigenze delle comunità, garantendo:
– assistenza fiscale, legale ed amministrativa;
– assistenza per le attività educative e di culto;
b) con specifico riguardo all’assistenza alle attività educative e di culto, la Commissione, pur conscia che il tema è oggetto di approfondimento in altra Commissione, auspica che:
– il DEC possa costituire uno strumento agile che favorisca l’auto-organizzazione e sostenga le attività delle Comunità, decentrando anche il proprio lavoro;
– vengano incentivate forme di tirocinio, presso le Comunità, degli allievi dei corsi avanzati del Collegio Rabbinico;
c) occorre una approfondita ricognizione della situazione del personale, con specifico riguardo alle collaborazioni in essere, nell’ottica di una razionalizzazione e di una sensibile riduzione dei costi;
d) occorre individuare idonee procedure organizzative volte ad assicurare lo scambio di informazioni (attualmente carente) tra i dipartimenti e al loro interno, anche attraverso periodici briefing del personale.

3. Comunicazione interna
Costituisce una priorità strategica: per realizzarla si propone lo sviluppo, nell’ambito del sito Internet dell’Unione, di un’area riservata di servizio che costituisca un quotidiano sistema di lavoro. L’Unione dovrà farsi carico della formazione delle persone ammesse all’uso di tali strumenti: consiglieri, presidenti e membri dei consigli delle Comunità e personale dell’Unione. Le aree riservate avranno una struttura articolata con accessi differenziati.
Si propone inoltre di integrare il notiziario “UCEI informa” nel sito dell’Unione, per una maggiore fruibilità, mantenendo peraltro in parallelo l’attuale forma di newsletter.
Si raccomanda infine di migliorare la comunicazione telefonica, per rendere l’Unione più “avvicinabile” dalle Comunità: a questo fine, pare utile abolire il centralino “intelligente” e istituire linee solo in entrata.

4. UCEI e Comunità
Il Congresso propone di instaurare un assetto istituzionale imperniato sull’istituzione di un assessorato ai servizi per le Comunità, dotato delle opportune risorse economiche e di un’agile struttura servente. L’Assessore coordinerà la Consulta dei Presidenti delle Comunità, già operante – con esiti positivi – in via di fatto nel trascorso quadriennio.
La Consulta si riunirà almeno una volta l’anno, per ragionare insieme all’Assessore e, dove possibile, all’intero del Consiglio, sulle necessità delle Comunità e su come queste sono recepite ed attuate dal Consiglio.
Questo assetto, al termine di un biennio sperimentale, potrà essere oggetto di apposite modifiche statutarie.

5. UCEI e pluralismo ebraico
Preso atto dell’esistenza sulla scena italiana di realtà ebraiche non ortodosse si raccomanda al Consiglio l’avvio di un indagine conoscitiva che possa portare ad un tavolo di confronto

COMMISSIONE RABBINATO E SERVIZI RELIGIOSI

Il Congresso esprime grande preoccupazione per la situazione delle comunità prive di Rabbino.
Senza gli essenziali servizi di culto queste comunità subiscono un’accelerazione del processo di assimilazione che può portare rapidamente all’estinzione delle stesse.
Viene pertanto sollecitato il Consiglio dell’Unione a riprendere in esame l’antica proposta di istituire e gestire la figura del “rav itinerante” che garantisca:
1. la visita periodica in ognuna di queste località.
2. la sua presenza in circostanze particolari.
3. il suo impegno per sollecitare incontri tra comunità vicine perché possano affrontare insieme problemi di comune interesse.
A questo scopo, anche alla luce dell’equiparazione dei titoli rabbinici alla laurea universitaria, l’UCEI raccomanda al Collegio rabbinico Italiano (CRI), a rilasciare i titoli rabbinici solo in seguito allo svolgimento da parte del candidato di un congruo periodo di tirocinio da effettuare per lo Shabbat e le ricorrenze presso una comunità italiana, su indicazione della direzione del CRI.

Nell’ambito delle problematiche di interesse per tutte le comunità, in relazione ai prezzi elevati e alla scarsa reperibilità dei prodotti Kasher, la comunità di Roma sta predisponendo un progetto, che riguarda la Kasherut, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e con le singole Regioni, che ha come finalità il contenimento dei prezzi, nonché la possibilità di trovare una varietà di prodotti controllati nella grande distribuzione.
Tale progetto prevede anche di fornire fondi per la formazione di nuovi Mashghichim.
Da segnalare l’importanza del progetto che è in fase di start up. Non appena si avranno nuovi elementi, la comunità di Roma metterà a disposizione dell’ UCEI tutte le informazioni per allargare l’attività a livello nazionale.
E’ auspicabile che l’Assemblea rabbinica italiana arrivi alla creazione di un unico marchio di Kasherut nazionale.
Il Congresso invita il Consiglio UCEI ad istituire un ufficio di coordinamento nazionale per i problemi della Kasherut e una sezione in seno al sito internet, in cui tutti i Rabbanim, che operano nell’ambito dei controlli di Kasherut, presso le aziende alimentari italiane o estere, potranno segnalare i prodotti esaminati che siano risultati Kasher, al fine di renderlo noto a tutti i consumatori ebrei d’Italia. Le informazioni raccolte potranno essere divulgate anche attraverso le principali testate giornalistiche ebraiche .


Il Congresso condanna come inaccettabili,
contrari alla verità storica ed ispirati alla più turpe propaganda antiebraica ed antisraeliana, i programmi diffusi dall’attuale classe dirigente iraniana ed in particolare dal Presidente Ahmadinejad Mahmud.
La presentazione falsata e deformata della cultura e della storia del popolo di Israe
le è chiaramente finalizzata a negare il diritto degli ebrei e dello Stato di Israele ad una vita libera e dignitosa e ad ottenere facili consensi presso strati di popolazione sistematicamente e deliberatamente disinformati da una vera e propria campagna di odio, che ha toccato il suo apice nella minaccia proferita di distruzione dello Stato di Israele mediante l’impiego di armi nucleari.
Il Congresso confida che tutte le forze civili, senza distinzione di orientamento politico, collaborino in azioni adeguate a neutralizzare qualsiasi forma di diffamazione e qualsiasi minaccia e quindi a prevenire il devastante effetto che da esse potrebbe derivare.

MOZIONE SOLLECITATA AL PROF. DAVID MEGHNAGI AVENDO IL CONGRESSO CONSTATATO L’ASSENZA DI UNA SPECIFICA MOZIONE SULL’ANTISEMITISMO

Memore del legame profondo che l’Europa ha verso lo Stato di Israele, il Congresso fa appello all’Unione Europea perché assuma la difesa dell’esistenza dello Stato di Israele come un elemento insopprimibile della sua identità. Senza Israele il dialogo tra Occidente e Oriente, Europa e Islam non sarebbe nemmeno pensabile. L’esistenza di Israele in pace e sicurezza coi vicini è la condizione perché tale dialogo oggi in crisi possa muovere positivamente i suoi passi nella prospettiva di una composizione politica delle tragedie e della lacerazioni della regione.

Le origini politiche e sociali dell’antisemitismo sono state largamente studiate, i codici mentali e culturali ampiamente analizzati. Ben diversa è la situazione di fronte al nuovo antisemitismo, che si alimenta della tragedia mediorientale e del conflitto arabo israeliano, che ha come sfondo un’ostilità irriducibile nei confronti degli ebrei come stato e nazione.

Non si discute – sia chiaro – il diritto alla libera critica delle scelte dei governi dello Stato d’Israele democraticamente eletti. Ad essere in discussione è la forma che spesso assume la critica nei confronti dello Stato d’Israele, i diversi pesi e misure utilizzati per argomentarla, i luoghi comuni che animano la scena del discorso, il gioco perverso dei simboli, con le “vittime” che si trasformano in “carnefici”. Per non parlare della falsificazione dei fatti, la demonizzazione di una parte rispetto all’altra, quando invece le parti avrebbero tanto bisogno di essere aiutate a riscoprire la comune tragedia, attraverso la ricerca del dialogo per una soluzione politica e pacifica dei conflitti.

Dalla tragedia del conflitto mediorientale si esce con una composizione politica fondata sul riconoscimento dei rispettivi diritti, riparando i torti, riscoprendo i valori comuni della pietas, ridando voce alla speranza di una riconciliazione profonda politica e religiosa, facendo appello alla fratellanza, rifiutando la deriva dell’antisemitismo, aiutando il processo di democratizzazione della regione.


MOZIONE CDEC

Il Congresso esprime apprezzamento per l’opera di ricerca, documentazione ed educazione attuata dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), per il suo rilevante ruolo nel panorama italiano, per i riconoscimenti internazionali pervenutigli, per la sua attività di raccolta, conservazione e messa a disposizione di documenti di ogni tipo sull’ebraismo italiano del Novecento.

La ricerca sui deportati dall’Italia, quella sui meccanismi della Shoah nella penisola, e la nuova ricerca nazionale sugli ebrei “salvati” e sui loro salvatori, sono essenziali alla memoria ebraica e alla coscienza civile del nostro Paese. La registrazione quotidiana degli atti di antisemitismo e le periodiche indagini demoscopiche sul pregiudizio permettono a tutti di conoscere i trend e le evoluzioni dell’ostilità verso gli ebrei. Il Progetto Memoria di testimonianze nelle scuole pubbliche è un servizio apprezzato dall’intera collettività. Le raccolte di volumi, documenti storici e video sono ricercate da centinaia di studenti, studiosi, operatori della comunicazione.

Il Congresso esorta il CDEC a proseguire queste attività e sottolinea l’importanza di sviluppare la presenza del CDEC sul web, con il completamento del catalogo on-line della biblioteca, l’apertura del portale informativo sull’antisemitismo, la creazione di un portale con i nomi e le biografie degli ebrei deportati dall’Italia.

Il Congresso impegna l’Unione delle Comunità a sostenere il CDEC e a promuovere un intervento legislativo di finanziamento che ne garantisca la sopravvivenza e la continuità quale Istituto nazionale di studio e documentazione della Shoah.

COMMISSIONE POLITICA INTERNA E RELAZIONI CON ISRAELE

1)
Il Congresso, considerato che:
? la lotta all’antisemitismo e la diffusione della cultura ebraica rappresentano elementi prioritari nel programma dell’Ucei
– il pericoloso, crescente, antisemitismo diffuso nelle istituzioni e nella società civile, in Italia in Europa e nel resto del mondo, desta molta preoccupazione
– la vastità, la complessità e la delicatezza dell’argomento, che si ritiene una questione legata ai diritti, alla giustizia, alla cultura ed alla sicurezza, richiede grande determinazione ed un diretto interessamento da parte dell’Ucei
– l’Italia si vuole impegnare fattivamente su questi temi, sia a livello nazionale che internazionale
– è stato presentato all’Ucei il progetto “Diversità e Pace – un progetto contro l’antisemitismo” da parte dell’Associazione Gherush ’92 – Comitato per i diritti umani, rappresentato da Massimo Pieri
– apprezza lo spirito di tale progetto che viene allegato
– impegna il Consiglio dell’Ucei a valutarne rapidamente la fattibilità.

***
2)
Il Congresso:

– esprime la propria profonda preoccupazione per la drammatica situazione Mediorientale;
– esprime la propria fraterna vicinanza e solidarietà alla famiglia di Gilad Shalit, caporale dell’esercito israeliano, rapito e detenuto da gruppi terroristici;
– riafferma la propria solidarietà all’intero popolo d’Israele;
– auspica l’immediata liberazione del militare rapito e chiede al Governo italiano di attivarsi, così come ha fatto il Governo russo, presso l’Autorità palestinese per la sua immediata ed incondizionata liberazione.

***
3)
Il Congresso:

– invita il Governo italiano ad agire in sede internazionale affinché nessuna relazione venga posta in essere con il Governo di Hamas fintanto che tale movimento manterrà, nella propria Carta costitutiva e nei propri comportamenti politici che comprendono il sistematico ricorso al terrorismo, quegli elementi di antisemitismo e di negazione del diritto all’esistenza dello Stato di Israele che impediscono oggi il ritorno al dialogo tra i popoli;
-riafferma con forza il principio, già espresso dall’Unione europea, in base al quale nessun sostegno economico, in questo quadro, può essere erogato al Governo di Hamas;
– auspica, sensibile alla sofferenza della popolazione civile, che ogni possibile aiuto umanitario venga messo in essere dalle organizzazioni internazionali, per alleviare la sofferenza dei civili palestinesi anche a causa della propria leadership.

4)
Il Congresso:

esprime preoccupazione e solidarietà nei confronti della popolazione civile israeliana, esposta a continui attacchi missilistici, nelle zone vicine a Gaza.

5)
Il Congresso considera la laicità dello Stato garanzia fondamentale per la piena espressione e per la pacifica e serena convivenza di ogni diversità, nonché per la piena tutela dei diritti delle minoranze.

La scuola pubblica, in particolare, rimane il luogo in cui la laicità delle pubbliche istituzioni può dispiegare la sua positiva e peculiare funzione nella formazione di cittadini capaci di crescere e di vivere insieme, nella compresenza di fedi e tradizioni diverse.

6)
Il Congresso auspica che il Consiglio dell’Unione rafforzi il proprio ruolo di voce dell’ebraismo italiano attraverso il Presidente e tutti gli organi preposti.

7)
Il Congresso, nella consapev
olezza del radicamento organico di Israele nel contesto mediorientale, in cui esiste come Stato da 58 ani, ma come insediamento ebraico da ben più di 2.000 anni:
– auspica che l’Europa possa accogliere come membri effettivi Israele ed il futuro Stato palestinese democratico e pacifico;
– ritiene che lo sviluppo economico e culturale che potrebbe scaturire da questo atto, insieme con una maggiore garanzia per ambedue le parti, potrà rappresentare un incentivo nel difficile percorso verso una pacificazione definitiva.


PROGETTO DI MASSIMO PIERI

“Diversità e Pace. Un Progetto contro l’Antisemitismo”
(riferimento mozione politica /1 – v° congresso)

Descrizione sommaria dell’ iniziativa.

“Diversità e Pace. Un Progetto contro l’Antisemitismo’’ è un progetto di comunicazione ed educazione per lo sviluppo per l’apprendimento e la formazione nei paesi dell’Europa e dell’ area del Mediterraneo nei settori dei Diritti Umani, Antisemitismo, Razzismo, Conflitti, Sicurezza.

Il progetto ha l’obiettivo di stabilire rapporti di cooperazione verso i paesi e popoli dell’Europa e del Mediterraneo che presentano zone di rischio reale e potenziale di violazione dei diritti umani, antisemitismo, conflitti e intende contribuire ad identificare le migliori pratiche nonché gli strumenti culturali, giuridici, istituzionali, diplomatici e di sicurezza adeguati ad attuare soluzioni. Il programma mira a fornire un’ampia panoramica nel contesto attuale e storico delle problematiche culturali, tecniche, giuridiche connesse al problema dei diritti umani e dell’antisemitismo; ad acquisire una memoria elaborata e condivisibile delle persecuzioni antisemite, contro i Roma, i Popoli Indigeni, i Popoli Africani e a promuovere la partecipazione attiva per migliorare la comprensione della diversità culturale come risorsa fondamentale nella lotta contro l’antisemitismo, il razzismo e la xenofobia, per i diritti umani, dei popoli indigeni e delle minoranze.

Il programma incontra gli obiettivi dei MDGs, CHR, OSCE ed UE. Un valore aggiunto è in accordo alle linee guida della UE e alle normative internazionalmente riconosciute per i progetti formativi in modalità e-learning nelle P.A., il progetto sarà accessibile e usabile, senza divario digitale in favore di alcune categorie sociali o di interi paesi.

Le principali attività sono:

– Elaborazione, discussione e diffusione, in ambito nazionale e internazionale, del testo di Convenzione Europea contro l’Antisemitismo (ECAA) e sua implementazione nelle varie convenzioni e programmi di lavoro. Il documento, supportato dalla raccolta organizzata di eventi storici e di documenti ufficiali nel database G92db, sarà sottoposto alla Commissione Europea e al Consiglio d’Europa affinché queste si impegnino a produrre e ad approvare un documento da sottoporre a tutti i governi dei paesi Europei e all’ONU.

– Organizzazione e popolamento del database G92db sull’antisemitismo e il razzismo, diritti umani con la raccolta di eventi storici e di documenti ufficiali che rappresentano la storia della condizione degli Ebrei e degli altri popoli e gruppi vittime del razzismo fino ad oggi.

– Costruzione e gestione di una piattaforma elettronica per programmi di educazione allo sviluppo. Il portale per l’analisi scientifica e la discussione dei temi di interesse sarà un’agenzia dedicata alla promozione del valore della diversità culturale per i diritti umani contro il razzismo e l’antisemitismo e la base del progetto di coordinamento e diffusione delle attività nei vari settori culturali.

– Organizzazione della conferenza internazionale “Diritti Umani contro l’antisemitismo’’ finalizzata alla presentazione e discussione delle problematiche relative all’antisemitismo, contenute anche nel testo provvisorio della Convenzione Europea contro l’Antisemitismo (ECAA) di Gherush92.

Organizzazione del seminario internazionale “Diversità culturale e conflitti. TI Monte di Gerusalemme” che tratterà del “Monte di Gerusalemme” dal punto di vista culturale con considerazioni di carattere giuridico e spirituale.

– Contenuto formativo del progetto, che si basa sul database “G92db”, è rappresentato da un programma organico di corsi di perfezionamento e seminari, di pubblicazioni e manuali nei settori: antisemitismo, razzismo, diritti umani, conflitti, sicurezza, cooperazione internazionale, comunicazione e informazione accessibile. Tra questi si segnalano:

“Il Manuale di Antisemitismo” è una guida teorica e pratica che comprende una cronologia ragionata degli eventi dal IV secolo ad oggi accompagnata da documenti scelti tra leggi trattati scientifici religiosi o politici, opere d’arte, dichiarazioni o scritti di personalità.

“Il Manuale dei Diritti Umani” introduce la storia, i campi di applicazione, la vulnerabilità, i rischi, le relazioni con diritto internazionale e diritto indigeno, i riferimenti con le istituzioni nazionali e internazionali, gli attori e i responsabili, i paesi, nessi e conflitti tra diritti umani e diritti della diversità culturale.

“Il Manuale dei Conflitti” riguarda la storia, prevenzione, protezione e sicurezza, cause, rischi, conseguenze, normativa, strumenti di risoluzione dei conflitti: sicurezza, negoziato, solidarietà, riparazione.

La piattaforma e il database, olistico interattivo relazionale e focalizzato sui temi di interesse, sono strumenti di documentazione, ricerca e trasmissione e sono finalizzati alla gestione di contenuti di educazione e formazione allo sviluppo disponibili, direttamente o su richiesta, ad utenti autorizzati, quali: università, scuole, istituti di ricerca, ONG, Istituzioni, Agenzie ONU, popoli e comunità locali coinvolte, media, diplomatici, forze armate in missioni di pace..

Il progetto sarà presentato nelle sedi istituzionali d’interesse ONU, UE in occasione d’eventi paralleli organizzati allo scopo.


COMMISSIONE GIOVANI

1)
Il Congresso chiede che:
– all’interno del Consiglio venga costituito un assessorato giovani autonomo e con budget proprio, che abbia competenza sulla fascia d’età 0 – 35 anni. Tale assessorato avrà il compito di supportare i vari movimenti giovanili che operano a livello nazionale, rispettandone la piena autonomia e facendosi portatore delle loro istanze. L’Ufficio Giovani Nazionale del DEC resta comunque competente per le attività culturali ed educative rivolte a bambini ed adolescenti e per la formazione madrikhim.
– i fondi stanziati annualmente per i giovani siano cospicuamente aumentati, come più volte proposto nel corso del Congresso.
– siano definiti criteri, tempi e modalità di approvazione dei progetti che dovranno essere su base nazionale, singoli o continuativi.
2)
Il Congresso chiede un impegno nel finanziamento della costruzione di un database giovanile nazionale per raggiungere e mettere in comunicazione i giovani ebrei in Italia.
3)
Il Congresso chiede che l’Assessore ai giovani istituisca una Conferenza annuale di confronto e discussione fra i vari gruppi giovanili ebraici operanti sul territorio. In questo modo si intende tutelare la possibilità per le diverse realtà di far sentire la propria voce: ribadendo il ruolo rappresentativo dell’UGEI rispetto all’ebraismo giovanile italiano, la Conferenza incaricherà un rappresentante di riferire, in sede di Consiglio UCEI, sull’esito dei lavori.
4)
Il Congresso chiede fermamente al Consiglio dell’UCEI di adoperarsi presso il Governo e le istituzioni locali in modo da rendere possibile nel migliore dei modi (mediante concessione di patrocinio, aiuto funzionale, supporto logistico) la realizzazione dei Giochi Europei Maccabi in programma a Roma nel luglio 2007.
Questa manifestazione riguarderà l’intero ebraismo italiano coinvolgendo dal punto di vista organizzativo, culturale e di aggregazione le più diverse realtà nazionali ed internazionali.
5)
Il Congresso chiede che vengano intensificate le attività dell’Uffici
o Giovani Nazionale del DEC, rivolte ai giovani dai 5 ai 17 anni delle piccole Comunità, con conseguente incremento dei fondi e delle risorse ad esso destinate.

6)
Il Congresso chiede che l’assessorato alla cultura offra ai giovani ebrei d’Italia una serie di occasioni di formazione culturale, professionale e di leadership comunitaria. Si individuano, tra l’altro, i seguenti temi di interesse:
• Identità ebraica
• Israele e hasbarà (antisemitismo e antisionismo)
• Formazione quadri comunitari
7)
Il Congresso chiede che le attività giovanili rivolte alla fascia d’età 18 – 35 anni abbiano, in sede UCEI, un supporto logistico che aiuti a risolvere gli aspetti organizzativi e di fund-raising istituzionale.
8)
Il Congresso prendendo atto del disagio giovanile che si crea dalla coincidenza di festività religiose ebraiche e il diario degli esami e delle attività scolastiche, chiede al Consiglio di intervenire con maggior impegno e fermezza presso le competenti Autorità scolastiche/universitarie ,così come stabilito dagli artt. 3 e 4 dell’Intesa tra la Repubblica Italiana e l’UCEI, affinché si eviti preventivamente la sovrapposizione delle due occasioni.

COMMISSIONE SERVIZI E POLITICHE SOCIALI – EBREI LONTANI

1) “POLITICHE SOCIALI”

Il Congresso,
– valutato il preoccupante e crescente stato di disagio sociale che affligge le Comunità ebraiche
– considerato che generalmente le problematiche sociali vengono affrontate soltanto da alcune Comunità a livello locale,
ritiene necessaria, da parte dell’UCEI, l’istituzione formale di un’area preposta alle politiche sociali, come spazio di confronto e di intervento a rete nazionale; e pertanto

IMPEGNA
il Consiglio dell’UCEI a:
• coordinare le attività sociali (assistenza, volontariato, ecc.) delle Comunità e degli enti di assistenza allo scopo di migliorare la fornitura dei servizi da questi resi
• monitorare, valutare ed integrare i servizi disponibili da offrire e da realizzare
• individuare le risorse professionali avvalendosi del know how di strutture e progetti già operativi (“Associazione Medica Ebraica Italia” (AME), “Volontariato, Federica Sharon Biazzi – onlus” di Milano, “Deputazione ebraica di assistenza”di Roma, “Il Pitigliani” di Roma e tutte le altre strutture già operative nelle singole Comunità, in particolare sfruttando il Servizio Civile Nazionale coordinato dall’UCEI, ecc.)
• favorire la formazione dei volontari e dei professionali
• creare una rete per il coordinamento dei responsabili locali dei servizi sociali e per favorire lo scambio di informazioni, di esperienze qualificanti e di servizi tra le Comunità e gli enti assistenziali relativamente a: infanzia, giovani, anziani, disagiati, drop-out, portatori di handicap, popolazioni delle Comunità ristrette, tossicodipendenti, detenuti, ecc., evitando sovrapposizioni con iniziative locali già esistenti
• fornire documenti tipo (format) per facilitare l’adesione delle Comunità ai progetti proposti e per favorirne la partecipazione senza gravare eccessivamente sulle loro strutture organizzative.
A tale scopo il Consiglio dovrà individuare al suo interno un Consigliere responsabile delle politiche sociali, con eventuale personale di supporto.

A titolo esemplificativo, si rinvia ad alcuni progetti già operativi e realizzati da alcune istituzioni (progetto networking, network case di riposo, progetto volontariato).


COMMISSIONE SERVIZI E POLITICHE SOCIALI – EBREI LONTANI

2) “EBREI LONTANI”

Il Congresso,
– valutato il preoccupante e crescente stato di allontanamento di numerosi ebrei che affligge l’ebraismo e le Comunità ebraiche
– considerato che generalmente le problematiche del riavvicinamento dei singoli e del rapporto con le diverse aggregazioni che si stanno formando in ambito ebraico vengono affrontate soltanto a livello locale,
ritiene necessario approfondire questi temi e pertanto

IMPEGNA
il Consiglio dell’Ucei:
– ad istituire una Commissione di studio per comprendere le motivazioni e i disagi all’origine del progressivo allontanamento dall’ebraismo e dalle Comunità, utilizzando i risultati di un’indagine conoscitiva per definire la reale dimensione del fenomeno e nel contempo di individuare gli strumenti atti a favorire il riavvicinamento di coloro che si sono allontanati;
– a fare in modo che la medesima Commissione realizzi un’indagine conoscitiva sulle diverse aggregazioni ebraiche in Italia e sui rapporti fra queste e le istituzioni comunitarie;
– a fare proprie ed estendere a livello nazionale, adattandole alle diverse realtà locali, le varie iniziative di riavvicinamento già in atto nelle grandi Comunità (ad es., Kesher a Milano, i progetti di riavvicinamento dei giovani di Roma);
– ad illustrare i risultati delle due indagini in occasione di giornate di studio nazionali, nell’ambito di un Moked, preceduto da un opportuno lavoro preparatorio in tutte le Comunità, con il coinvolgimento delle diverse realtà ebraiche, favorendo anche economicamente (con contributi da parte delle Comunità e dell’UCEI, ove possibile) la partecipazione del maggior numero di persone.

Il Congresso suggerisce, quali strumenti di riavvicinamento da valutare positivamente per un utilizzo a livello nazionale:
1. il sostegno all’editoria ebraica formativa (scolastica e non )
2. la creazione di un sistema di de-localizzazione delle attività culturali, giovanili e di assistenza rabbinica anche alle piccole Comunità (ad esempio, shabbatoth, giornate di studio, rabbini itineranti, ecc.)
3. appoggio alla proposta professionale del “Progetto Famiglie” dell’AME Italia.