In ricordo di Umberto Pesatori

di Daniela Di Pace

Sono stata una alunna della scuola ebraica dove per oltre 35 anni Umberto ha lavorato accompagnandoci quotidianamente a scuola e molti di noi non lo hanno mai dimenticato.

Umberto era il nostro traghettatore – il Caronte del trasporto di ragazzi che vedeva crescere e cambiare diventare adulti. Ragazzi completamente diversi, ma con una matrice comune la Religione. Non era l’autista, che portava solamente a scuola ma entrava nel profondo dell’anima instaurando sempre un rapporto di grande affetto.

Per oltre 45 anni ha accompagnato intere generazioni di studenti sempre con il sorriso e la disponibilità nonostante alcuni fossero davvero tremendi, ma fortunatamente con la sua grande pazienza riusciva sempre a trovare il lato migliore di ognuno.

Descriverlo non è difficile perché era un uomo buono, generoso. Umberto non ha avuto figli, ma molti di questi ragazzi, diventati poi adulti, uomini, si può dire che siano stati per lui dei figli.

Parlava spesso di alcuni con cui aveva mantenuto un forte legame, solido, raccontava con orgoglio delle scelte e delle persone che erano diventati, proprio come un padre avrebbe detto dei propri figli.

Stare con i giovani per Umberto era molto importante, significava essere utile, significava donare, significava vivere per qualcuno per qualcosa e trovare anche quella parte di spensieratezza giovanile che gli creava gioia e serenità.

Mi dispiace sapere che sia rimasto solo, dovuto anche alle vicissitudini famigliari, ma lui mi diceva sempre che la solitudine non gli pesava riusciva a stare bene così, perché il motore fondamentale alla sua solitudine è sempre stata la fede che lo ha guidato soprattutto non facendogli pesare questo suo stato, raggiungendo così un appagamento tale di serenità che tutto gli andava bene.

Sicuramente il bene ricevuto dai tanti ragazzi visti e conosciuti in tutti gli anni lavorativi è stata una fiamma, un carburante importante per una vita solitaria, colmata e completata da questa soddisfazione affettiva, convinto del bene e di una vita oltre la vita sempre comunque nonostante tutto, nonostante la malattia.

Gli auguro che nella fede in cui credeva possa oggi raggiungere ed essere abbracciato dall’Altissimo e dai suoi cari, ed arrivare a quella vita eterna di cui lui era sempre stato certo esistesse perché diceva altrimenti non avrebbe avuto senso essere nati e vivere.

Buon viaggio caro Umberto vola libero dal male, dalle sofferenze degli ultimi mesi, vola in alto e riposa in pace, Shalom.