di Dalia Fano, responsabile JOB
La tua interruzione dal lavoro non è un vuoto da giustificare, ma un bagaglio da valorizzare. Ecco come trasformarla in un nuovo inizio.
Hai lasciato il lavoro per accudire un familiare, crescere dei figli, occuparti di una persona malata. Sei stata/o un/a caregiver. Nessuno ti ha pagato per questo lavoro, ma ti ha assorbito tempo, energie, competenze. Ora vuoi rientrare nel mondo del lavoro e ti trovi davanti a un foglio bianco, a un buco nero, quello che sul curriculum si chiama “gap”.
Quell’intervallo che non si racconta, perché “non fa curriculum”.
Nella vita professionale, come in quella personale, ci sono fasi di cambiamento, pause forzate o scelte consapevoli che non seguono un “percorso standard”.
Una maternità prolungata, l’accudimento di un familiare, un trasferimento, un periodo dedicato ad altro: tutto questo può lasciare “spazi vuoti” nel CV — ma non nel bagaglio di competenze e risorse personali.
Spesso chi ha interrotto per anni la propria carriera si chiede come spiegare quei vuoti ai recruiter, o teme di essere giudicato “fuori dal mercato”. In realtà, molte aziende oggi sanno che le esperienze di vita possono formare tanto quanto un impiego. L’importante è raccontarle nel modo giusto, con trasparenza e consapevolezza.
Ecco alcuni consigli per ripartire con il piede giusto:
✅Non nascondere i buchi, contestualizzali
Hai cresciuto sei figli? Sei stata/o caregiver per anni? Raccontalo. Spiega cosa hai imparato in quel tempo: gestione del tempo, organizzazione, capacità di problemsolving, resilienza emotiva.
✅Aggiorna le tue competenze
Investi in corsi brevi, webinar, aggiornamenti online (molti sono gratuiti). Mostrare che stai facendo uno sforzo per riagganciarti al mercato dà un messaggio positivo.
✅Riparti dalle soft skill
Saper comunicare, adattarsi, gestire lo stress e lavorare in team sono competenze ricercate. Mettile in evidenza, e allenati a raccontarle.
E soprattutto dai valore alla tua leva più importante, che forse ti differenzia da altri candidati, la motivazione, la voglia di riprendere il contatto con l’esterno, di rimetterti in movimento, di mettere in luce il tuo valore.
✅Fatti supportare
Un accompagnamento mirato aiuta a costruire un CV efficace, prepararsi ai colloqui e orientarsi tra le opportunità. Servizi come JOB offrono questo tipo di supporto gratuitamente.
I buchi nel curriculum non vanno riempiti, vanno spiegati
Il consiglio più frequente è: “nascondi i gap”. Ma chi l’ha detto? Un buco non è un vuoto, è una storia da raccontare.
Il CV non è un’autobiografia, ma nemmeno un necrologio. Se hai avuto anni di assenza dal mercato, il modo migliore per affrontarli è raccontarli con autenticità e chiarezza.
🔹 ESEMPIO 1 – CURA FAMILIARE
2017–2023 | Cura familiare e gestione domestica complessa
Durante questo periodo ho gestito in autonomia la cura di un familiare con disabilità, organizzando tempi, risorse, pratiche e assistenza. Ho sviluppato capacità organizzative, abilità nel far fronte ad urgenze, resilienza e gestione dello stress.
Le competenze si sviluppano anche fuori dal lavoro formale, ma bisogna saperle raccontare.
🔹 ESEMPIO 2 – RIPRESA POST-MALATTIA
📄 CV – Profilo iniziale
Dopo una pausa forzata per motivi di salute, ho completato un percorso di recupero che mi ha portato oggi a rientrare con energia e determinazione nel mondo professionale. Nel periodo di inattività ho seguito corsi di aggiornamento online e ho rafforzato la mia capacità di adattamento, concentrazione e gestione delle priorità.
📄 CV – Sezione Formazione / Aggiornamento professionale
2021 – 2023
Formazione online (autonoma) – piattaforme Coursera, LinkedInLearning.
Corso “Digital Skills for the Workplace”
Corso “Comunicazione assertiva e leadership gentile”
🎯 CONSIGLIO FINALE:
Inserisci queste voci solo se le sai raccontare con serenità e coerenza durante il colloquio.
Accompagna il CV con una lettera di presentazione autentica, che dia contesto e motivazione al tuo rientro.
Allenati alle domande scomode (e ribaltale)
La domanda arriverà: “Come mai ha lasciato il lavoro per così tanto tempo?”
E tu potresti sentire montare ansia, vergogna o senso di inadeguatezza. Fermati. Respira. Non sei in difetto: sei in transizione lavorativa.
Rispondi in modo semplice, onesto, professionale. E poi porta il focus su cosa ti ha insegnato quell’esperienza e perché ora sei pronta/o a rientrare.
💬 Esempio di risposta:
“Per alcuni anni ho scelto di dedicarmi a un familiare in difficoltà. Oggi quella fase si è chiusa e sento forte il desiderio di rientrare nel mondo del lavoro, portando con me nuove capacità e una grande motivazione. Sono consapevole delle sfide, ma anche delle risorse che ho maturato.”
Non sei lì per giustificarti. Sei lì per portare valore.
❓“Come mai è stata ferma così a lungo?”
✅ Risposta possibile:
“In quel periodo ho scelto di dedicarmi a un familiare in condizioni complesse. È stata una scelta consapevole e impegnativa, che mi ha insegnato molto in termini di gestione del tempo, resilienza e organizzazione. Oggi quella fase si è chiusa, e sono pronta a rimettermi in gioco professionalmente con energia e nuove prospettive.”
❓“Ha competenze digitali aggiornate?”
✅ Risposta possibile:
“Mi sono resa conto dell’importanza di questo aspetto e ho seguito corsi di aggiornamento su strumenti di collaborazione online e software specifici del mio settore. Sono in continuo apprendimento, ma mi sento già autonoma su diversi strumenti.”
❓“Perché dovremmo scegliere lei, che è stata fuori dal mercato così a lungo?”
✅ Risposta possibile:
“Proprio perché sono stata fuori ho oggi una motivazione altissima a rientrare. Ho una grande voglia di mettermi in gioco, ho energia, esperienza di vita, spirito di adattamento e maturità. Credo che queste qualità, unite alle competenze che ho sviluppato e aggiornato, possano rappresentare un valore aggiunto per il vostro team.”
Il consiglio è quello di lavorare su se stessi, non quello di imparare le risposte in modo automatico, ma di acquisire innanzitutto consapevolezza del valore delle esperienze e delle abilità apprese.
Farsi aiutare in questo percorso che è un percorso di consapevolezza e solo successivamente di racconto di sé a chi ci fa il colloquio, o nel proprio curriculum.
🎧 SELF-COACHING PER IL RIENTRO
Spesso il passaggio più difficile per chi rientra nel mondo del lavoro dopo una lunga pausa non è aggiornare il CV, ma riaggiornare l’immagine di sé. Serve un lavoro interno: un vero e proprio self-coaching, per recuperare fiducia, visione e centratura.
Ecco come puoi farlo, anche da sola/o, con strumenti semplici ma profondi.
Fatti le domande giuste (non solo quelle che ti bloccano)
Spesso la mente gira intorno a pensieri tipo: “Chi mi prenderà dopo tutto questo tempo?” “E se non sono più capace?”
“Cosa dico se mi chiedono del buco nel CV?”
Capovolgi la direzione: comincia a farti domande potenzianti.
📌Quali risorse ho sviluppato in questo periodo che prima non avevo?
📌 In quale tipo di contesto mi sentirei a mio agio oggi?
📌 Cosa voglio davvero dare (e ricevere) nel mio prossimo lavoro?
Riappropriati del tuo valore (non solo delle tue mancanze)
Fermati un momento e scrivi una lista di competenze, qualità, capacità che hai sviluppato anche fuori dal lavoro formale.
Hai mediato conflitti familiari?
Hai gestito scadenze, burocrazia, emergenze?
Hai imparato a fare tanto con poco?
🎯 Fanne un inventario. Guarda chi sei diventata/o, non solo cosa hai fatto o non fatto.
🔚 In sintesi
Il colloquio, il CV, il ritorno… non iniziano fuori.
Iniziano dentro. Con uno spazio di ascolto, riscrittura, consapevolezza.E anche con un po’ di gentilezza verso te stessa/o.Perché rientrare dopo una lunga pausa non è una debolezza:
è una forma di coraggio. E il coraggio si allena, un passo alla volta.
Conclusione: ricomincia a piccoli passi ma muoviti
Il rientro può non essere immediato. Non è una sconfitta iniziare da un contratto part-time, da un tirocinio over 30, da un progetto freelance o da un ruolo diverso. È strategia.
L’importante è rimettersi in moto, fare rete, farsi vedere, aggiornarsi. La staticità è il vero nemico, non il cambiamento.
A volte serve aiuto: ci sono agenzie, sportelli, progetti (come JOB, ad esempio) che possono accompagnarti in questo processo, aiutandoti a riformulare la tua narrazione e cercare le opportunità giuste.
Le transizioni, anche lunghe, non sono deviazioni. Fanno parte della vita.
E oggi, in un mercato sempre più fluido, disegnare una carriera “non lineare” è più comune di quanto pensi.
Essere stati fuori non significa essere fuori gioco. Serve tempo, costanza, supporto. Ma anche uno sguardo nuovo su di sé.