AMDA: International Seminar in Emergency Response

A cura dello staff degli Amici di Magen David Adom in Italia

 

Tra i partecipanti italiani dell’International Seminar in Emergency Response che il Magen David Adom organizza periodicamente in Israele, coinvolgendo medici e professionisti nel settore delle emergenze da tutto il mondo, lo scorso dicembre c’erano David Fiorentini e David Treves che ci hanno inviato un prezioso resoconto della loro intensa esperienza di formazione che descrive non solo l’attività, ma anche le sensazioni vissute in questi giorni.

 

Il programma, suddiviso in cinque giorni intensivi di formazione e perfezionamento sulla gestione delle emergenze e maxi emergenze, offre ai partecipanti l’opportunità unica di apprendere tecniche di intervento all’avanguardia e scambiare esperienze con i professionisti di tutto il mondo, attraverso una delle organizzazioni di primo soccorso con più esperienza al mondo.

 

L’orgoglio di servire il prossimo con la Stella di David sulla manica

di David Fiorentini

 

Fin dalla sua fondazione, lo Stato d’Israele si è trovato ad affrontare numerose minacce potenzialmente fatali, dall’invasione di cinque eserciti arabi nel ’48, passando per varie guerre ed escalation. In particolare, dagli anni Ottanta in poi, quando le forze avverse allo Stato ebraico si resero conto che non sarebbero state più in grado prevalere in una guerra convenzionale, la minaccia è cambiata, dalla guerra è arrivato il terrore. Dai primi razzi lanciati da Saddam Hussein verso Tel Aviv negli anni ’90, e soprattutto con le due Intifada e le migliaia di razzi lanciati da Hamas ancora oggi.

Per questo motivo, Israele ha dovuto sviluppare un sistema di risposta alle emergenze avanzato ed efficiente, ammodernandosi di volta in volta, tanto da diventare uno dei più all’avanguardia al Mondo.

Un sistema che oggi fa letteralmente scuola, visto che si è appena conclusa la 9°edizione dell’International Seminar in Emergency Response, organizzata dal fulcro assoluto del sistema dell’emergenza pre-ospedaliera israeliana: il Magen David Adom.

Oltre 30 partecipanti, tra medici, infermieri e paramedici, provenienti da 7 nazioni diverse, si sono riuniti a Tel Aviv dal 4 al 9 dicembre, per comprendere e approfondire le efficaci soluzioni israeliane, speranzosi di poter importare il know-how locale nei propri sistemi sanitari. Tra i partecipanti, oltre al sottoscritto, fa piacere vedere una folta delegazione italiana di ben 14 professionisti, tra cui l’intero trauma team dell’Azienda Ospedaliera di Verona e il Direttore della Maxiemergenza Regionale del Piemonte Mario Raviolo.

L’intenso programma ha previsto una prima parte teorica sul sistema sanitario israeliano, la struttura interna del Magen David Adom e le tecnologie utilizzate per ottimizzare i tempi di intervento. Solamente a titolo esemplificativo, è stata sviluppata un’app – “MyMDA” – che permette al paziente o agli astanti di allertare tempestivamente la centrale operativa di MDA, inviando, oltre alla posizione esatta, immagini e video dalla scena per preparare al meglio i soccorritori all’intervento e poter dare indicazioni agli astanti per le prime manovre nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Non solo, tutti i soccorritori, anche se non in servizio (i cosiddetti “first responders”), possono ricevere un messaggio o una chiamata se avviene un’emergenza nelle loro vicinanze, così da attivarsi immediatamente per raggiungere la scena e intervenire nell’attesa dell’arrivo di un’ambulanza inviata dalla centrale operativa.

Il secondo giorno il programma è entrato più nel merito della risposta alle maxiemergenze (i cosiddetti MCI, “Mass Casuality Incidents”), passando in rassegna i vari tipi di minacce, tra cui attentati e catastrofi naturali che Israele si trova ad affrontare con maggiore preoccupazione, dai terroristi suicidi nei ristoranti o negli autobus, agli accoltellamenti, le sparatorie e la distruzione di un palazzo da parte di un missile, fino a terremoti e tsunami. Per ciascun caso, Israele ha sviluppato un protocollo avanzato, che permette di liberare il campo in tempi record, la prima ambulanza è sul posto già dopo 3 minuti, i primi feriti gravi sono evacuati entro 15 minuti, l’ultimo ferito grave entro 30 minuti e tutti i feriti lievi entro 55 minuti.

La filosofia dietro a questo impressionante numero è lo “scoop and run” ovvero “raccogli e corri”. La possibilità che ci possa essere un ulteriore esplosivo nelle vicinanze, un altro missile nei paraggi, o in generale la possibilità di un altro “Mass Casualty Incident” influenza pesantemente la gestione del rischio israeliana, per cui si preferisce fare il minimo indispensabile sulla scena, intraprendendo un trattamento più strutturato in viaggio verso l’ospedale, in modo da lasciare la scena libera per le operazioni militari e il personale sanitario d’emergenza libero per intervenire su un’altra eventuale necessità.

 

Dopo aver ricevuto ulteriori nozioni tecniche sul triage d’emergenza e la stretta collaborazione tra MDA e le forze militari dell’IDF, ci siamo cimentati presso la base militare di Zikim in una vera esercitazione con l’unità dell’Home Front Command. In uno scenario estremamente realistico, con i giovani volontari 15enni di MDA in veste di “feriti” e più di 5 ambulanze e mezzi speciali a disposizione, è stata ricreato lo scenario di un palazzo crollato a seguito dell’esplosione di un razzo. Seguendo i vari protocolli appresi nei giorni precedenti, siamo arrivati a sirene spiegate sul campo ed evacuato la quarantina di feriti tra attori e manichini. Per entrare nel cumulo di macerie invece abbiamo potuto contare sull’Unità di Urban Search And Rescue (USAR), che poi chiaramente si è trattenuta sulla scena per le successive fasi della simulazione.

Nonostante le barriere linguistiche e i diversi protocolli a cui ciascun partecipante era abituato, è stato raggiunto un buon risultato, offrendo un punto di vista unico del lavoro di MDA, vedendo le numerose direttive insegnate in classe, prendere forma di fronte ai nostri occhi.

Nei giorni successivi, continuando sull’idea di vedere le quinte del MDA, abbiamo visitato la nuova Banca del Sangue di Ramle (“The Marcus National Blood Services Center”), un immenso progetto finanziato con donazioni di 150 milioni di dollari di 6 piani, di cui 3 sotterranei a oltre 15 metri di profondità; a seguire il pronto soccorso dell’ospedale di Sharei Tzedek, e le centrali operative di Kiryat Ono e Gerusalemme, dove abbiamo visitato l’avanzato centro per le simulazioni, dotato di numerosi manichini per vari scenari clinici, oltre all’innovativo simulatore di guida per le ambulanze.

L’ultimo giorno invece è stato il coronamento del corso, non più lezioni o simulazioni, siamo saliti sulle ambulanze in servizio dislocate nella periferia di Tel Aviv e abbiamo preso parte a un vero turno di 8 ore. Che sia nelle ambulanze “bianche” ovvero Basic Life Support (BLS), o in quelle “gialle” le Advanced Life Support (ALS), il MDA ha potuto contare su 30 professionisti in più per una soleggiata giornata invernale.

Personalmente è stata l’esperienza formativa più emozionante e completa che abbia mai ricevuto. Ho sempre desiderato conoscere i meccanismi del sistema sanitario israeliano e poterlo fare così da vicino e accompagnato dai migliori professionisti del settore è stata un’opportunità incredibile di cui sono profondamente grato al Magen David Adom e in particolare agli Amici del Magen David Adom Italia ETS (AMDA) e l’Associazione Medica Ebraica (AME) che, con la loro generosa borsa di studio, mi hanno consentito di partecipare al seminario insieme ad altri due compagni di viaggio, David Treves, studente di medicina e appassionato di soccorso alpino, e Jacopo Jona Falco, giovane medico e Responsabile della Formazione e del Progetto Motomediche per l’Associazione Amici di Magen David Adom in Italia.

Poter servire il prossimo, con la bandiera di Israele sulla manica, è stato un immenso onore e orgoglio, che ancor di più mi motiva nel mio percorso accademico. Inoltre, vedere in sole 8 ore ebrei di tutte le provenienze, ashkenaziti, tripolini, yemeniti ecc…, ma anche arabi, musulmani e cristiani, è stata una fantastica occasione per vedere le diversità e la complessità della società israeliana.

E per tutto ciò bisogna sicuramente ringraziare l’instancabile Vicki Angel, Direttrice del dipartimento di sviluppo delle risorse del MDA, che fin dal primo giorno si è presa cura di ciascun partecipante come un figlio o un nipote, da tipica yiddishe mame, supervisionando ogni minimo dettaglio del corso, dal cibo fino alle esercitazioni, garantendo sempre una logistica impeccabile, anche grazie all’aiuto del suo efficientissimo staff.

Sono sicuro di poter parlare anche per i miei colleghi che l’International Seminar in Emergency Response sia stata un’esperienza che rimarrà non solo sul nostro curriculum, ma ben salda nelle nostre menti, approcciando problemi con una nuova mentalità e proponendo soluzioni da più prospettive. Concludo ringraziando nuovamente tutto lo staff di MDA, gli Amici di MDA in Italia e AME, e invito tutti i professionisti sanitari a partecipare all’edizione del prossimo anno!

 

 

Da Torino a Tel Aviv: l’esperienza di un giovane studente di medicina al MADA
di David Treves

Noah didn’t build the ark when it was raining” è la frase con cui si è aperta una delle presentazioni durante la nona edizione dell’International Seminar in Emergency Response organizzato da Magen David Adom, e, parafrasando Hillel, aggiungo io: “Ecco la Legge. Il resto non è che commento. Vai e Studia”. La prima citazione vuole illustrare come nella Medicina dei disastri e nelle maxiemergenze, sia necessario “anticipare” l’emergenza con una preparazione meticolosa e mirata, con studio e addestramento continui, perché ciò che caratterizza questa branca è proprio la necessità di agire con ordine in mezzo al disordine. Questo corso mi ha permesso anzitutto di essere inserito in un ambiente di professionisti del settore e, come studente di medicina, di avere la possibilità di apprendere, direttamente dalla fonte, anziché attraverso il filtro del testo di un libro, i dettami di questa specialità. Si tratta di un vantaggio importante; inoltre essendo un soccorritore presso ANPAS, ho potuto osservare, con un occhio particolarmente abituato, tutte le complesse dinamiche di un sistema extra ospedaliero, a parer mio molto diverso e, in alcuni casi, anche migliore rispetto a quello con il quale opero in Italia. Mi sono però reso conto che alcuni protocolli e procedure valide per Israele, in Italia non sarebbero applicabili. Tuttavia ho rilevato numerose idee e procedure che, se importate, si potrebbero implementare in Italia rendendo più efficace il sistema dell’emergenza – urgenza. Ad esempio, durante l’esercitazione svoltasi insieme con l’unità del Home Front Command, ho potuto apprezzare il preciso coordinamento tra i ragazzi dell’IDF nel ruolo di SAR (search and rescue) e noi, che avevamo la funzione di sanitari, al fine di ottenere la miglior sinergia tra i due gruppi.

 

La mia impressione è che la cura del dettaglio sia critica per rendere l’azione più efficace. Durante le simulazioni, arrivati sul target ci siamo trovati in un ambiente caotico, c’erano numerose persone con il ruolo di feriti, sagome incastrate sotto le macerie e altoparlanti che inondavano l’ambiente di urla; il nostro ruolo era quello di fare il triage, eseguire i primi trattamenti salvavita e procedere con l’evacuazione dei pazienti. Su carta tutto chiaro, ma nella pratica, ancorché simulata, tutt’altro. Ringrazio ancora moltissimo l’Associazione Amici di MDA in Italia, l’Associazione medica ebraica e Mrs Vicky Angel, che è stata un po’ la nostra mamma mentre eravamo lí: è stata un’esperienza molto formativa e anche divertente e spero, nel mio percorso professionale e non, di poter ancora collaborare con MDA e con tutte le eccezionali persone che ne fanno parte.

 

Associazione Amici di Magen David Adom in Italia ETS

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