Wellcommunity si dimette, cade il Consiglio. Si va alle elezioni

di Ilaria Myr

I sette consiglieri della lista Wellcommunity eletti in maggio (Raffaele Besso, Daniele Schwarz, Luciano Bassani, Guido Osimo, Dalia Gubbay, Davide Levi, Sara Modena) hanno rassegnato le proprie dimissioni durante il consiglio del 20 novembre. La decisione è stata comunicata alla fine di un consiglio apparentemente tranquillo, in cui si sono affrontati i punti messi all’ordine del giorno (nomine di tre consiglieri Cem per il rinnovo del Consiglio della Fondazione Scuola, le modalità di definizione dei contributi 2020, il rinnovo del contratto del Dayan Rav Eldad).

Tutto è proceduto in modo tranquillo e senza polemiche, fino a quando si è arrivati, alle ore 23.45, alla voce “varie ed eventuali”. Il consigliere di Wellcommunity Luciano Bassani si è alzato per leggere, a nome di tutta la sua lista, una mozione di sfiducia a Gadi Schoenheit, assessore alla cultura e portavoce della comunità, per “una sequenza di errori così numerosi (in pochi mesi) il cui prezzo viene pagato dall’intera CEM” (più avanti il testo integrale della mozione). Fra le polemiche, il consiglio ha respinto in maggioranza la mozione (9 voti di Milano Ebraica contro, 8 WC a favore).

A quel punto la lista Wellcommunity ha presentato le sue dimissioni irrevocabili con effetto immediato, leggendo un testo già scritto. Le dimissioni dei sette consiglieri WC, che si aggiungono a quelle di Ilan Boni e Vanessa Alazraki presentate nelle settimane precedenti, comportano la decadenza dell’intero consiglio.

Inevitabile la reazione di Milano Ebraica, che non si aspettava questa decisione. Il presidente Milo Hasbani ha chiaramente parlato di una decisione irresponsabile.

A questo punto la procedura prevede che il presidente Hasbani comunichi lo scioglimento del consiglio all’Unione delle Comunità, dopodiché saranno convocate le elezioni comunitarie, che potranno tenersi, a norma di Statuto, dopo 90 giorni dalla data di decadenza del consiglio stesso. Nel 2020 si terranno anche, in giugno, le elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ucei.

La mozione di sfiducia di Wellcommunity a Gadi Schoenheit

Rabbino capo, Presidente Hasbani, Gentile Consiglio,

l’assessore Gadi Schoenheit, portavoce imposto e non condiviso, commentando su Facebook l’apprezzabile lettera di solidarietà inviata dal Presidente Rivlin alla Senatrice Liliana Segre ha pensato bene di attizzare una polemica pretestuosa e fuori luogo contro il premier israeliano Netanyahu.

Un errore molto grave in quanto questo gesto di forte sensibilità e vicinanza non doveva essere macchiato da polemiche pretestuose legate alla politica israeliana. Il post dell’assessore Schoenheit ha dimostrato ancora una volta la sua naturale tendenza a dividere la nostra stessa Comunità, perfino in un momento grave come quello, in cui era indispensabile restare uniti. L’Assessore Gadi Schoenheit doveva evitare di porre questioni politiche interne allo Stato di Israele che certo non competono a un consigliere di una Comunità in galut.

Sappiamo già che si nasconderà dietro il fatto che si trattava di un intervento personale. Ma fu lui stesso con la sua lista nel passato consiglio a scrivere – in occasione della mozione di sfiducia a Besso e Romano del gennaio 2018 queste testuali parole: “Inutile giustificarsi dicendo che si trattava di interventi a titolo personale. Quando si ha una carica pubblica ogni parola ha un peso diverso”.

Questa è solo l’ultima dimostrazione di una mancanza di capacità nel ricoprire la carica di portavoce. A questo si aggiunge il costante ritardo con cui escono i comunicati CEM: siano essi relativi alle offese antisemite avvenute a Pontida (comunicato emesso 2 giorni dopo l’accaduto, quando ormai la polemica si era spenta) sia nei confronti della Senatrice Liliana Segre (l’articolo de La Repubblica di denuncia dell’antisemitismo era uscito il 26 ottobre) mentre la Comunità è stata silente fino al 4 novembre 2019 quando ha emesso un comunicato congiunto del presidente Hasbani e del rabbino Capo. Per ultimo il comunicato di solidarietà verso Israele e il suo popolo è stato pubblicato un giorno e mezzo dopo l’inizio del lancio dei razzi da Gaza. Nel frattempo il portavoce dov’era finito? Se era in Italia non può non essersi accorto di cosa parlavano giornali e televisioni. Purtroppo, anche quando interviene in tempo, il suo vocabolario appare spesso imbarazzante.

Può capitare di sbagliare, qualche volta. Ci mancherebbe. In una Comunità degna di tale nome non si sfiducia un assessore per una singola azione. Ma quando si inanellano una sequenza di errori così numerosi (in pochi mesi) il cui prezzo viene pagato dall’intera CEM, e si mette alla berlina la credibilità di tutti i consiglieri, allora è necessario mettere uno stop. E se Schoenheit non è in grado di capire da solo che per il bene della Comunità deve farsi da parte, per questo motivo ci troviamo costretti a presentare una mozione di sfiducia per la sua posizione di portavoce e assessore alla Cultura. La nostra CEM non merita tutto questo.
Questa nostra mozione di sfiducia chiediamo sia pubblicata in tempo reale sul bollettino on line.

Raffaele Besso, Daniele Schwarz, Luciano Bassani, Guido Osimo, Dalia Gubbay, Davide Levi, Sara Modena

 

La lettera di dimissioni della lista Wellcommunity

“I consiglieri della lista Wellcommunity preso atto di quanto accaduto durante la riunione di consiglio circa il voto di sfiducia al consigliere e assessore G. S., ritengono che non sia più possibile far parte di un consiglio da cui sin dall’inizio sono stati sistematicamente emarginati senza nessuna possibilità di poter esprimere la voce di circa il 49% degli elettori che li hanno votati. Per tanto con effetto immediato rassegniamo in maniera irrevocabile le nostre dimissioni dalla carica di consiglieri.
Chiediamo che il comunicato sia pubblicato domani stesso sul bollettino on line con la certezza che i nostri elettori e più in generale tutti gli appartenenti alla keilla sappiano che questa sofferta decisione è stata ponderata e purtroppo inevitabile.

Raffaele Besso, Daniele Schwarz, Luciano Bassani, Guido Osimo, Dalia Gubbay, Davide Levi, Sara Modena

 

Il messaggio di Milano Ebraica

Al Rabbino capo Alfonso Arbib, agli iscritti alla Comunità Ebraica di Milano, al personale dipendente

I consiglieri di Welcomunity ieri sera, 20 Novembre, si sono dimessi in blocco. La notizia, come sappiamo, sta già girando, ed è bene spiegare le dinamiche a chi si interroga su come questo sia stato possibile.

Ieri si è tenuta, come da programma, la riunione mensile del Consiglio della Comunità Ebraica di Milano. Una riunione anche abbastanza serena, con l’approvazione di una serie di importanti delibere, dalla prima riforma dei tributi al rinnovo del contratto col dayan Rav Eldad. Non ultima, la nomina, con voto unanime di tutti i consiglieri, di Dalia Gubbay, esponente della lista di WellCommunity, come rappresentante della Comunità nel nuovo Consiglio della Fondazione Scuola.

Poi la serenità si è rotta quando si è giunti alla fine, all’ultimo punto all’ordine del giorno. Il classico “varie ed eventuali” che viene sempre aggiunto, in fondo, come consuetudine. Bene, prende la parola, in modo concitato ed aggressivo, un rappresentante di WellComunity, presentando una mozione contro l’Assessore alla cultura e portavoce della Comunità. Un punto importante, ma comunque relegato, in sordina, in fondo, per non bruciare l’effetto sorpresa forse. Punto arrivato quasi a mezzanotte, dopo 5 ore che ormai eravamo in riunione. Come se non bastasse, ad un mix di insulti gratuiti e di vere e proprie falsità si chiedevano alla fine le dimissioni dell’Assessore.

Messa ai voti la mozione viene respinta.

E qui arriva il secondo colpo di teatro: viene letto, sempre da WellCommunity, un secondo comunicato, già preparato in anticipo, col quale i rappresentanti dell’intera lista rassegnano le dimissioni in blocco, dicendosi impossibilitati a lavorare con questa maggioranza. Dimissioni che vogliono prontamente rendere pubbliche tramite il sito della comunità e la redazione di Bet Magazine. E qui vale la pena fare un piccolo inciso; la redazione consta di tre valide professioniste, che lavorano instancabilmente, coprendo tutti gli eventi comunitari. È capitato che ieri non ci fosse la possibilità di avere una copertura al consiglio (di solito al martedì, ieri di mercoledì), non certo per qualche nostro intento di nascondere nulla (anche perché come potevamo sapere della bomba nelle “varie ed eventuali”). L’Assessore alla Comunicazione Daniele Misrachi per amore di trasparenza ne dà comunicazione in Giunta. Bene, i consiglieri di Wellcommunity, assolutamente indifferenti a quella che è la vita privata dei dipendenti della Comunità (ricordiamo, la copertura delle riunioni non è pagata come straordinario), con una ingerenza inqualificabile (e di nascosto, non certo per amore di informazione, ma per i propri faziosi motivi) ha chiamato la redazione, per garantirsi la presenza di una giornalista, a cui porgiamo ancora le nostre sentite scuse per essere stata costretta ad assistere a questo scempio.

Torniamo a noi; dopo aver raggiunto il loro scopo autodistruttivo, ridendo e scherzando, abbandonano l’aula consigliare, come fossero una scolaresca in gita. Troviamo tutti ciò assolutamente aberrante; per le modalità, per il mancato senso di responsabilità che ha contraddistinto chi ha preso questa decisione, consapevole di non avere a cuore il bene della Comunità, ma volendo fare prevalere i propri personalismi. In questi mesi ci siamo assunti, come Milano Ebraica, la responsabilità di governo della Comunità. Nel farlo abbiamo seguito il mandato che ci veniva dalla riforma elettorale. L’avevamo già anticipato in campagna elettorale, come per altro era stato detto anche dalla lista WellCommunity. Ma contemporaneamente, e in modo crescente, questo non ci ha impedito di dar vita a Commissioni ad hoc, e di invitare man mano i consiglieri di WC a farne parte; dalla scuola, ai giovani, ai tributi, ai servizi sociali e welfare, e anche al neo nato gruppo di lavoro ‘portavoce e relazioni esterne’. Abbiamo in ogni occasione chiesto ai consiglieri di WellCommunity di entrare a far parte delle Commissioni, ricevendo sempre la medesima risposta negativa. Anche quando è stato proposto loro il viceassessorato giovani. Tornando alle Commissioni, esse non hanno un ruolo secondario o di scarsa importanza. Perché è nelle Commissioni che si discutono ed elaborano i progetti da portare poi al Consiglio. Abbiamo preso atto del rifiuto cominciando a lavorare da soli, nella speranza che WellCommunity potesse rientrare dalla decisione. I risultati del nostro lavoro, nei primi sei mesi, si sono visti e risultano apprezzati in modo crescente dagli iscritti alla Comunità. Lo sappiamo da quanti ci fermano per strada o ci scrivono, per complimentarsi e andare avanti, per il rilancio e la crescita della Comunità Ebraica di Milano. Come promesso. E così la riapertura del Talmud Torah, i risultati concreti della Commissione tributi, i progetti che si stanno realizzando per la scuola, i giovani, la comunicazione. E ancora, il raddoppio di Kesher con il grande successo dei primi ‘incontri in Guastalla’, o la folla che ha riempito la nostra sinagoga maggiore in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Ma l’elenco delle iniziative è lungo. A maggior ragione fatichiamo a capire il razionale di queste dimissioni in massa.

Dimissioni che ci erano state già minacciate via e-mail; noi però avendo davvero a cuore la Comunità, abbiamo fatto di tutto per evitare questo pesante danno alla continuità della programmazione e gestione comunitaria. In politica bisogna saper riconoscere i risultati delle urne; con questo sistema elettorale c’era un chiaro vincitore e un perdente. Chiudersi a riccio senza voler collaborare perché minoranza vuol dire non saper perdere: abbiamo cominciato a lavorare da appena sei mesi e dare le dimissioni dopo così poco tempo fa sì che vengano sprecate ore e ore di lavoro (e di soldi) per molti progetti in essere che non vedranno la luce, oltre alla perdita di credibilità con banche e istituzioni. Ciò è altamente inefficiente e scarsamente lungimirante, oltre a dare un’ulteriore prova che non si vuole prendere in considerazione, per partito preso, nuove proposte e soluzioni per la comunità. Concludiamo inoltre ricordando a quanti ci leggono, che la stragrande maggioranza delle delibere di questi ultimi mesi è stata votata all’unanimità. Segno che la maggioranza è stata rispettosa dei diritti di tutti e che forse è solo una questione di poltrone, e non davvero di cosa sia il bene della Comunità.

In chiusura, abbiamo ricevuto una e-mail da Rav Arbib questa notte, che ci invitava all’unità e alla riflessione; ne condividiamo ogni parola, pur consapevoli che le azioni hanno un peso.

I consiglieri di Milano Ebraica.