Hashomer Hatzair / La sostanza di un popolo

Giovani

Non molti popoli possono vantare una longevità tale quella che ha il popolo ebraico. Tuttavia dopo tutto il tempo che è passato dalla sua nascita viene spontaneo chiedersi cosa significhi far vivere il popolo ebraico, ovvero è necessario comprendere su cosa il popolo ebraico basi la sua esistenza.

La nascita del popolo avviene nel momento in cui ad Avraham viene detto di abbandonare la propria casa per andare a Canaan. Qualcuno potrebbe pensare dunque che un ebreo per essere tale necessita di un profondo legame con Israele, eppure vi sono molti ebrei che non hanno alcun legame con Israele. Altri potrebbero pensare che è la fede a differenziare un ebreo da altri individui, eppure il Maimonide afferma che credere non è necessario per un ebreo. Si potrebbe pensare che sia l’osservanza delle mitzvot, eppure molti ebrei in tutto il mondo non sono osservanti e ciò non significa che si sentano meno legati al popolo di altri.

Allora crediamo che bisogna dedurne che un ebreo non si riconosce dalla forma con cui si presenta: non si riconosce dal fatto che possa dichiararsi sionista, o dal fatto che possa credere in qualcosa più grande di sé, o dal fatto che possa avere il capo coperto.

Pensiamo che ciò che caratterizza realmente un ebreo sia il modo che ha di cercare le riposte, una tecnica sviluppatasi nei secoli tale per cui ogni uomo possa trovare risposte più o meno accettabili da un testo che è la fonte del suo popolo (il Tanach).

Pensiamo che ciò che caratterizza un ebreo sia una vena polemica che lo induce a non fidarsi ciecamente delle risposte di nessuno, ma a dare credito ai grandi maestri e commentatori senza per questo pensare che abbiano ragione a prescindere, e considerare come possibile il commento di un uomo qualsiasi anche se non è noto come un grande commentatore; pensiamo che la caratteristica più grande dell’ebreo sia l’idea che nella Torà solo il Signore sia onnisciente mentre dagli altri, qualunque sia la loro storia, potrebbero venire fuori commenti brillanti, o banali.

Proprio uno dei più grandi commentatori della Torà, il maestro Hillel,  quando un uomo ignorante in materia ebraica gli chiede di insegnarli la Torà in pochi minuti, gli risponde con un motto che a suo parere era il più grande insegnamento della Torà e poi lo invita a studiare, proprio perché come ogni ebreo sa che ogni persona, se messa nelle condizioni giuste, potrebbe dare qualcosa di importante a tutto il popolo anche nelle generazioni future. Questo ragionamento che per natura non discrimina nessun uomo pensiamo sia la forma più completa di democrazia ed equità a cui molti popoli aspirano.

Dunque ciò che ha permesso al popolo ebraico di vivere così a lungo, a nostro parere, è l’idea che sia male considerare un argomento come chiuso e immodificabile, e sia bene l’innovazione, consista essa in una nuova risposta o in una nuova domanda, anche se essa comportasse contraddire un uomo dotto in Torà, o dar ragione ad un uomo che non si è mai distinto in campo ebraico.

Hashomer Hatzair Milano